Magistratura democratica
Prassi e orientamenti

Il senso della giustizia e il valore della conciliazione

di Mirella Delia
Giudice del Tribunale di Bari-Referente Articolazione di Modugno
La circolarità tra ultime riforme e buone prassi

1. Premessa

L'abitudine, nelle aule di giustizia civile, alla contrapposizione, ai codici, con i riti, le preclusioni e le decadenze da rispettare, spesso può allontanare dal comune buon senso. E prima ancora allontana dalle stesse posizioni sostanziali delle parti.

I dati offrono stereotipi a conferma: i processi sono lunghi e la giustizia lenta. Il che fa languire l'economia.

E’ molto più di un luogo comune additare, quali concause, le colpe degli avvocati, arroccati sulla logica “a tutti i costi” del processo[1], e l’attività professionale del magistrato, incapace di rinnovare il suo modus operandi, in una società che cambia e con essa, sempre più in fretta, mutano le leggi, di cui il giudice, per definizione, dovrebbe essere riflesso e fedele interprete.

Su questi temi si è aperto da ultimo il confronto fra magistratura ed istituzioni nel XXXII Congresso ANM, tenutosi a Bari nei giorni 23/25 ottobre u.s.

Nel titolo del congresso "Giustizia, economia, tutela dei diritti – Il ruolo del giudice nella società che cambia", si coglie una ritrovata consapevolezza: alle criticità insite nella struttura del processo devono offrirsi nuovi strumenti. Strumenti che il legislatore negli ultimi anni ha immesso nel sistema e che ora la magistratura responsabilmente è chiamata ad adoperare.

 

2. Il percorso conciliativo: una direzione difficile, ma ancora possibile.

Ottimizzare la gestione delle controversie pendenti ed intraprendere vie di definizione alternative alla sentenza, è quanto di meglio possa offrirsi in risposta alle crescenti disfunzioni che affliggono il panorama della giustizia italiana.

La parola d'ordine che sottende all’impiego, sempre più fiducioso, delle ADR[2] è quindi migliorare l’organizzazione degli Uffici Giudiziari[3]ed al contempo, orientare la conduzione dei processi civili verso il canone di “ragionevole velocità”[4], così abbattendo il debito giudiziario.

Lo sforzo richiesto vale tutto il risultato: disincagliando più rapidamente i beni della vita dal processo, s’incide significativamente sugli indicatori economici di crescita e sulla competitività dei sistemi produttivi, accrescendo l’affidabilità internazionale dell’intero Paese.

A patto però che la risposta di legalità offerta all’utente di giustizia, allorquando lo si accompagni nel perimetro delle cd ADR, rimanga di qualità.

Non c’è riforma cioè che possa produrre i benefici (pensati e) sperati, se non vi sono operatori adeguatamente preparati e comunque pronti a mettere in campo scelte operative che ne agevolino l’efficacia. 

All’interrogativo su come debba atteggiarsi, in questo nuovo quadro normativo, quello che appare, più che mai, il complesso e nevralgico ruolo conciliativo del giudice, hanno dato risposta varie esperienze virtuose, spesso parallele nonostante il loro avvio in uffici giudiziari distanti[5], coeve all’entrata in vigore del d.lgs, n. 28/2010.

In questo solco si è mossa, nell’ultimo quadriennio, la sperimentazione nel Tribunale di Bari, Articolazione di Modugno[6].

 

3. La prassi conciliativa integrata dell'Articolazione di Modugno. La Banca Dati dei verbali di conciliazione..

Nella prospettiva di implementare il cd favor conciliationis, ho ritenuto di intervenire, nella qualità di Referente dell'Articolazione di Modugno, ai lavori del XXXII Congresso ANM, illustrando il protocollo della Best Practices Conciliativa, come da me elaborato in continuità con la prassi sulla conciliazione integrata[7], modulo deflattivo, quest’ultimo,introdotto negli Uffici Giudiziari di Modugno e portato avanti parallelamente anche dall'Articolazione di Altamura[8].

L’esperienza in oggetto propone un proficuo strumento organizzativo di quell’Ufficio giudiziario che pone in circolarità la cd metodologia Strasburgo per la ragionevole durata del processo, una buona prassi conciliativa e l’Ufficio del Processo, in uno al recente valore aggiunto dai giovani laureati stagisti del cd decreto del fare.

Subito dopo l’entrata in vigore del dlgs n. 28/2010, ho spesso indirizzato le parti in udienza, secondo lo schema dell’ordinanza pilota, ad un percorso conciliativo condotto, in qualunque fase del processo e prima della decisione, con una breve discussione sui nodi salienti della controversia nel contraddittorio delle parti, per poi, previa loro adesione e valutatane l’opportunità, continuare fuori dalle aule d’udienza, approfittando di un’utile e snella scansione temporale in cui si snoderà l’invito rivolto alle parti a scambiarsi fax, contenenti proposte/offerte (prima sessione) e controproposte (seconda sessione), per la definizione bonaria della controversia. Nel rispetto di determinati termini stabiliti con le parti e lasciandone comunque una traccia scritta.

Il modulo conciliativo ha attinto negli anni alla collaborazione del foro locale e di numerosi colleghi, rivelando una portata deflattiva rappresentata in siti ufficiali [9], quasi a preannunciare i successivi sviluppi indotti dal decreto del fare sulla “forza conciliativa” del magistrato (in tal senso l'art. 185 bis cpc) [10].

Siglati così numerosi verbali di conciliazione, mi sono avvalsa della collaborazione dei tirocinanti ex art. 73 Dl 2l.6.13, n. 69, conv. con modificazioni dalla L. n. 98/2013, nel frattempo assegnati all’Ufficio, per dare vita ad una attività di raccolta di informazioni poi confluiti all’interno di una Banca-Dati dei verbali conciliativi [11].

La gestione della Banca-Dati dei verbali di conciliazione, tradotta in un prodotto informatico di agevole consultazione [12], ha comportato l'esame ed estrazione dalle apposite raccolte dei verbali conciliativi, organizzati in registri cartacei dalla cancelleria. Successivamente, previa depurazione dei dati sensibili, le raccolte dei verbali sono stati convertiti in formato consultabile ma non editabile (pdf), successivamente suddivisi secondo il criterio di riferibilità alle materie trattate (condominio, scioglimento comunioni, divisioni, diritti reali, locazioni, contratti, etc etc).

Si è poi proceduto a rendere il tutto immediatamente fruibile alla consultazione attraverso una organizzazione tabellare delle informazioni, confluite in un archivio disposto in file Excel [13]e poi convertito in pdf, utilizzando la logica dei collegamenti ipertestuali, grazie alla quale è possibile richiamare il documento integrale (verbale conciliativo) in maniera rapida ed efficace.

Ad accompagnare i primi passi all’interno dell’archivio, sono stati predisposti dei sommari “ad albero” che suggeriranno le aree sotto cui è possibile individuare i verbali di conciliazione di specifico interesse per l'utente, una sorta di “filo di Arianna” che resterà ben visibile durante tutta la navigazione e che permetterà di tornare rapidamente alle prime fasi dell’esplorazione.

In questo senso la migrazione dal formato cartaceo al web risulta oggi un passo fondamentale e quantomai necessario, parendo anacronistico non sfruttare le opportunità che l’on line ci mette a disposizione.

Ho in ogni caso scelto di effettuare una traslazione che rispetti l’esigenza di un “prodotto” di qualità, di facile consultazione, di completezza, in assoluta aderenza al recente avvio del Processo Civile Telematico e della necessità di interattività e dematerializzazione del carteggio processuale.

Ho maturato l’idea di procedere ad una classificazione/archiviazione dei verbali conciliativi, in un’ottica non solo di divulgazione dei risultati, ma prima ancora di condivisione delle tecniche di loro redazione fra chiunque possa essere interessato ad acquisire un “linguaggio” comune, indispensabile ritengo per accedere ai tavoli conciliativi.

 La struttura del sistema di elaborazione dei dati, per come è stata concepita, consente, tra l’altro, l’agevole implementazione dei dati.

Infatti, proprio l’uso del supporto elettronico ci permette di aggiornare quanto messo a disposizione e fornire una “ banca dati” che risponda alla richiesta di aggiornamento continuo per gli operatori di settore e velocizza le operazioni necessarie per rintracciare quanto serve, con una ricerca semplificata e aggiornata a semplice portata di "click".

 

4. Spunti conclusivi.

La sperimentazione descritta, mossa all'interno dell'Ufficio del Processo, centra diversi obiettivi:

1) linee guida sull'impiego degli stagisti nel rispetto del cd Mansionario delle attività del tirocinante per gli uffici giudicanti civili e penali ex art. 73 della legge 98/2013, in dotazione presso l'Ufficio;

2) momenti di interscambio formativo per la creazione di modelli conciliativi condivisi e loro agevole consultazione grazie alla banca-dati;

3) diffusione della cultura conciliativa e potenziamento delle abilità conciliative in una prospettiva ben più ampia, di cui sapranno giovarsi i giovani colleghi, la formazione degli stagisti, i difensori ed i CTU;

4) rilevazioni statistiche per analisi flussi (quantità e tempi) di definizioni dell'arretrato in forza degli sforzi conciliativo/transattivi.

L'obiettivo ultimo è evidente: favorire il diffondersi di una cultura mite nella gestione del conflitto, che possa trovare proficui momenti d'innesto nel processo civile, al contempo aprendo, è bene evidenziarlo, alla collaborazione di tutti i professionisti (Avvocati e Consulenti Tecnici) ed alla partecipazione attiva delle parti nella gestione del bene conteso. Condizioni queste imprescindibili per la ricerca di soluzioni, oltre che più rapide, condivise e per di più economiche.

A completare il vivo interesse per la materia, infine, si collocano le ultime iniziative assunte con la collaborazione della collega Laura Fazio, referente dell'Articolazione di Altamura, e l'ausilio degli stagisti avviati al suo Ufficio, con la quale sono stati condotti dei sondaggi sull'esperienza conciliativa maturata da un campione di professionisti del territorio pugliese (Bari, Modugno, Altamura, Gravina, Trani, Brindisi etc) fra avvocati, ingegneri e commercialisti.

I dati raccolti in forza di report informativi ed organizzati graficamente in diagrammi[14] risultano particolarmente interessanti, perchè offrono un panorama variegato (anche sotto l’aspetto territoriale) del gradimento espresso dai vari “professionisti del processo” (interpellati dalla collega soprattutto in occasione di una serie di attività formative dedicate al tema della conciliazione)  in ordine all’operatività ed efficacia degli strumenti concliativi elaborati dal legislatore.

I risultati della ricerca, infine, sono stati presentati e commentati dalla dott.ssa Fazio, in occasione del recente congresso dell’ ANM e costituiscono espressione, unitamente alla creazione della Banca Dati Conciliativa, di una più ampia “operazione culturale”, volta a favorire il “riavvicinamento” delle  parti agli operatori del processo per una sempre più incisiva azione giudiziaria. 

      

 


[1] P. Calamandrei, Troppi avvocati! - Firenze: La Voce, 1921

[2] Si pensi agli istituti della mediazione, anche delegata, della negoziazione assistita, dell’arbitrato.

[3] Il Ministro della Giustizia, nel definire per l'anno 2013 gli obiettivi, le priorità, i programmi e le linee generali anche per la giustizia civile, ha incoraggiato la diffusione delle migliori esperienze organizzative al fine di migliorare la funzionalità degli uffici giudiziari, perseguendo obiettivi di diminuzione del flusso di entrata della domanda di giustizia, aggredendo gli arretrati.

[4] All’iniziativa legislativa si è conformata da tempo la stessa Magistratura, come ricorda G. Buffone, nell’articolo Il Processo ed il Tempo- Tecniche “acceleratorie” e «accomodamenti procedurali» per una riduzione dei tempi di definizione del giudizio di primo grado , in www.ilcaso.it, II, 274/2011. Ved. pure P. D’ASCOLA, Sui processi del giudice nel processo civile in www.csm.it/quaderni.

[5] Fra esse si annoverano: 1) Il Progetto Nausicaa 2 coordinato,presso il Trib. Firenze, dalla d.ssa Luciana Breggia; 2) “La mediazione demandata dal giudice”, varata dal Trib. Milano, con il coordinamento della d.ssa Elena Riva Crugnola  e del dr. Giuseppe Buffone; 3) Trib. Roma, ex Sez. Dist. di Ostia, dr Massimo Moriconi.

[6] Ex Sez. Distaccata di Modugno, a seguito della soppressione delle sezioni distaccate a decorrere dal 12 settembre 2013.

[7] Lo schema di ordinanza adottato dal Tribunale di Bari fin dal 2011, come  riprodotto sul Foro Italiano, vol. 2, anno 2012, parte quinta “Monografie e Varietà”, pag. 59 e ss

[8] A cura ed impegno del suo referente, la collega Laura Fazio.

[9] I grafici sono consultabili online, in allegato alla relazione di M. DELIA, quale componente della Commissione Conciliazione, atti del VII° Congresso Nazionale del CNF, tenutosi in Roma il 15.3.2012; http://www.consiglionazionaleforense.it/site/home/eventi/congressi/articolo7246.html

[10] http://www.lanuovaproceduracivile.com/delia-il-giudice-e-le-nuove-combinazioni-endoprocessuali-nei-moduli-della-mediazione-gli-artt-185-e-185-bis-c-p-c/

[11] Il progetto è stato autorizzato il 7.4.2015 dal Presidente del Tribunale di Bari, dr. V. Savino ed avallato dalla Giunta Distrettuale ANM, riunitasi in Bari il 17.3.2015.

[12] La banca dati è liberamente consultabile su cosmag.it/Banca dati delle buone prassi, al N. 2526, nonchè sul sito internet sia del Tribunale che della Corte d’Appello di Bari (con il link buone prassi), ove è scaricabile lo stesso protocollo.

[13] Grazie alla sinergia con la Commissione Ingegneria Forense presso l’Ordine degli Ingegneri di Bari, nella persona del suo Presidente, che ha completato le dotazioni informatiche dell’Ufficio a mezzo dello specifico programma di conversione Adobe Reader Professional.

[14] Già consultabili qui ed aprendo in basso il modulo " proposta conciliativa e negoziazione assistita ex officio judicis e su http://jusgenova.it/documenti/ e di seguito aprendo in basso il Modulo Mediazione e scorrendo i vari files.

08/11/2015
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