Magistratura democratica
Osservatorio internazionale

L’affare DSK: una vittoria dei diritti individuali o una duplice impostura?

di Mario Vaudano, Anne Crenier , Fabrice Rizzoli
*magistrato italiano in quiescienza</br> **magistrato francese e già presidente del Syndicat de la Magistrature</br> *** expert dans le domaine du crime organisé,

I fatti

Una segnalazione confidenziale permette nel 2011 di iniziare un indagine su un giro di prostituzione di «alto bordo» a Lille, grande citta del Nord vicino al confine con il Belgio. L’indagine accerta che una parte delle donne prostitute vengono da una «casa chiusa» gestita da un denominato «Dodo la Saumure», vecchia conoscenza della polizia francese e belga, in una cittadina belga non lontana da Lille. Il luoghi del meretricio vengono invidividuati tra l’altro presso uno dei piu prestrigiosi alberghi di Lille, l’Hotel CARLTON.

Si scopre che é lo stesso direttore delle relazioni pubbliche dell’hotel ad organizzare il «servizio» per i clienti piu facoltosi inviatigli da imprenditori e società che desiderano fare un «cadeau» ai loro clienti piu importanti,offrendogli le prestazioni di una prostituta (in francese «oreiller garni»).

Nel corso delle indagini emerge il coinvolgimento di notabili locali di Lille tra cui un avvocato ed un alto funzionario di polizia.Una parte rilevante di questi membri di logge massoniche molto presenti ed influenti nell’ambiente di Lille.

Tutto prosegue con determinazione sia parte della polizia sia dei giudici istruttori incaricati dell’inchiesta, fino a che alcuni mesi dopo emerge il nome un cliente un po' «speciale»: Dominique Strauss-Kahn, all’epoca direttore generale del Fondo monetario Internazionale (FMI) e sulla «pista di lancio» di candidato del partito socialista per l’elezione presidenziale del 2012 con una prospettiva di larghe possibilità di vittoria.

Da quel momento l’atteggiamento dell’accusa condotta dal Procuratore di Lille diventa molto piu «cauta» e malgrado le richieste dei Giudici Istruttori il PM da parere contrario a coinvolgere anche Dominique Strauss -Khan (noto al pubblico francese come «DSK», con uno pseudonimo diffuso). La «Chambre d’instruction» e la Procura Generale[i] in seguito confermano piu volte la posizione del Giudice Istruttore di procedere anche nei suoi confronti (sia pure per i soli fatti di prossenetismo) in quanto «complice» dei fatti di sfruttamento della prostituzione ed il seguito il rinvio a giudizio malgrado l’opposizione della Procura.

Lo stesso Procuratore altresi, in un processo parallelo, archivia un’indagine preliminare[ii] per una denuncia da parte di alcune prostritute di fatti di violenza sessuale, benché questi fatti che siano poi ugualmente ribaditi nelle dichiarazioni delle donne prostitute davanti ai Giudici Istruttori.

Il dibattimento si apre davanti al Tribunale di Lille nel 2015, contro 13 imputati.

Ma alla fine, anche in contrasto sulle richieste del PM per i restanti imputati, il Tribunale assolve tutti dai fatti di prostituzione, salvo il direttore addetto alle relazioni pubbliche dell Hotel Carlton, applicando una giurisprudenza del favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione decisamente singolare sulla quale sarebbe necessario ritornare in altra sede.

Condanna (a pene molto leggere) invece gli imputati per alcune infrazioni fiscali e societarie (utilizzo di fondi societari per pagare le «spese» del traffico di prostituzione a favore di DSK e di altri notabili).

 

Quali riflessioni ?

Alla fine del processo, i «veri» colpevoli sembrano designati: sono i tre giudici istruttori e una parte dei media che avevano preso sul serio le accuse delle donne prostitute rivolte nei confronti del potente ex présidente del FMI.

Vi é anche chi suggerisce un colpevole piu insidioso:il "voyeur" nascosto nell’animo di ciascuno di noi…che prende piacere a scavare nella vita intima delle persone..

E cosi la strategia difensiva bien rodata ha raggiunto il suo obbiettivo: capovolgere l’accusa e rendere responsabili le vittime e chi le ha prese sul serio.

Un sistema che é ben noto in molti processi sensibili ed in particolare in quelli di violenza sessuale portando il colpevole a sentirsi innocente e le vittime colpevoli.

E vero che il processo DSK non riguardava fatti direttamente di violenza sessuale (malgrado la presenza negli elementi portati in aula in questo senso) ma unicamente condotte di prossenetismo e favoreggiamento della prostituzione.

Nel sistema processuale francese vige ancora, infatti, il principio strettissimo della "saisine in rem". Questo vuol dire che il giudice istruttore ed il Tribunale non possono estendere l'indagine istruttoria ad altri fatti che escano dalla precisa delimitazione della richiesta dell’accusa: solo il Pubblico Ministero puo investirli di indagini su nuovi reati anche se commessi dalle stesse persone e strettamente connessi, o decidere di procedere lui stesso in indagini preliminari o ancora rivolgersi ad un altro giudice istruttore oppure, come capita, di ….non fare nulla !

Quindi l'istruttoria, malgrado le segnalazioni effettuate dai Giudici Istruttori al Procuratore della Repubblica, e rimasta limitata unicamente ai fatti di prossenetismo ed alcunji reati finanziarie: e per stabilire la responsabilità di DSK era indispensabile provare che egli conoscesse senza ombra di dubbio la sua conoscenza della qualità di prostitute delle donne che egli "incontrava" negli hotels di Lille e N.Y. ed anche che egli traesse un qualsivoglia beneficio dalla prostituzione.

 

La strategia difensiva

La difesa, sfruttando lo spirito "libertario" che pervade una parte del pubblico francese ha abilmente orientato il dibattito sulle pratiche sessuali di DSK,per dimostrare che i giudici istruttori che si erano focalizzati a torto su queste "pratiche" al fine di dedurne la necessità della conoscenza della qualità di prostitute dellle donne incontrate da costui.

Il Pubblico Ministero a pudicamente evocato "pratiche contro natura" senza che gli avvocati della difesa se ne dolessero, malgrado il carattere decisamente "ecclesiastico" di una definizione di questo tipo, e non certo da codice penale. La sodomia,nei costumi oggi largamente dediabolizzata non é infatti appannaggio esclusivo della prostituzione dato che molte donne -libertine o no- possono pratricarla mentre certe prostitute la rifiutano.

I giudici istruttori si erano quindi fuorviati in un apprezzamento moralizzante circa le preferenze sessuali dell'imputato DSK, come la difesa lasciava intendere?

Ma non si potrebbe invece ritenere che i magistrati istruttori siano rimasti sensibili piuttosto alla natura violenta dei comportamenti sessuali di DSK e quindi dedurre che per lui queste donne non potevano delle semplici donne dedite al libertinaggio e percio logicamente delle prostitute?

La difesa e riuscita abilmente a superare con un escamotage la questione sottostante della violenza usata da DSK nei rapporti sessuali, insistendo sul totale consenso a tali pratiche da parte delle donne e sulla conseguente ignoranza da parte di DSK della loro vera qualità di prostitute.

Possiamo invece constatare che le discussioni si orientano molto raramente in favore delle donne dedite alla prostituzione: tutto scorre come se esistesse un consenso totale delle prostitute per qualsiasi pratica... «perche é il loro mestiere»!

Venire a spiegare in udienza che esse si sono opposte a certe pratiche ma che le hanno subite alla fine perché erano in stato di necssita economica, diventa in Francia (e con ogni probabilità,anche altrove!) un discorso inudibile per una parte dei magistrati e per una buona parte dell'opinione pubblica e dei media. Mentre invece a nostro avviso-ed al di là delle pratiche sessuali volute dal cliente- la questione della costrizione morale e della violenza nei rapporti di fatto imposta alla donna prostituta dovrebbe al centro delle nostre preoccupazioni.

In fondo non possiamo dire che la prostituzione esiste e si perpetua perche si finisce di pensare che il consenso in questo ambito viene considerato come una semplice questione accessoria?

E facile sottolineare che il comportalento delle donne prostitute presunte vittime sia stato in qualche momento incoerente o confuso:ma é onesto stupirsene quando é evidente la loro vulnerabilità, specie di fronte a imputati di alto livello sociale e politico?

Invece il quadro é stato il seguente: per il Tribunale e per i media le vittime presunte dovevano essere perfette, indenni da qualsiasi contraddizione, serene e responsabili, equilibrate e non emotive...senza tenere in nessun conto tutto quello che vi dietro la loro situazione e di tutto quello che le aveva condotte nella rete della prostituzione c.d. di alto bordo..

Cosi orientate le cose, é evidente che la difesa di DSK e lui stesso, si sono trovate nellla situazione la piu favorevole e hanno sfruttato pienamente la situazione,come era del tutto normale da parte loro. Non é normale invece il fatto che il Presidente del Tribunale li abbia  quasi "accompagnati" in questo cammino o comunque non abbia mai insistito in domande che potevano essere imbarazzanti anche per la difesa.

Ma anche se, per assurdo, queste donne fosse state unicamente delle "libertine" che avevano intrapreso il viaggio (pagato) dalla Francia e N.Y. unicamente per il piacere di incontrarsi sessualmente con un uomo potente e noto come DSK,é pensabile che sarebbe stato piu facile davanti al Tribunale per loro rifiutare qualcosa agli appetiti "rudi" di DSK?

 

La sfrontatezza « libertina » di DSK

Se leggiamo le cronache di udienza é legittimo dubitarne. E’ quasi incredibile sentirlo dichiarare che «non comprende» come il piacere che egli ha provato in questi "partouzes" non sia stato condiviso dalle sue partner. Le donne piangevano per il dolore e l'umiliazione, ma lui «non si e reso conto di niente» pur ammettendo che lui, forse, aveva una pratica sessuale un po piu "rude" della media degli uomini...

Quanto al fatto che queste donne fossero delle prostitute, DSK ha continuato a negare di saperlo e nemmeno sospettarlo.

Che delle donne traversassero l’Atlantico, a loro spese, per «fare la festa» insieme a lui ed ai suoi invitati era per lui cosa del tutto normale perche in fondo queste giovani donne venivano perche era  «un cadeau» per loro partecipare a queste allegre serate con un personaggio cosi importante come DSK (preghiamo i lettori di non ridere)!

Rispondendo ad una domanda quantomeno compiacente del Presidente, DSK arriva a dichiarare che egli aveva « che doveva pur svagarsi…come Don giovanni» ed anche che in quel momento quale direttore del FMI «era impegnato a salvare il mondo da un crisi finanziaria ed economica piu grave di quella del 1929»…

 

Il processo penale si chiude

DSK viene quindi assolto. Questo processo lascia  per il modo in cui sono state trattate le donne vittime di sfruttamento e per l’atmosfera complessiva in cui si é svolto del giudizio.

Ma questa conclusione processuale deve forse impedirci di pensare e riflettere anche al di là delle categorie del diritto?

Pare legittimo invece osservare come le categorie del diritto penale, di per sé fragili, stentino a fornire il quadro di una realtà che dovrebbe essere analizzata anzitutto in termini di potere e di dominazione del «maschio» sulle donne «messe a disposizione» da altri uomini che si premurano di ossequiare e servire il potente di turno.

Non ci si puo sottrare a questo punto dall’osservare come queste vicende richiamino alle note vicende italiane coinvolgenti un presidente del consiglio e la sua «corte dei miracoli».

Con la differenza che i Tribunali italiani, anche quando hanno assolto per ragioni di diritto, nella motivazione hanno rigorosamente esposto i fatti e il quadro di decadenza ed prostituzione senza minimamente giustificarlo. Ed hanno in ogni caso pesantemente condannato tutti i protagonisti di fatti di prostituzione accertati, anche ad alto livello.

La sentenza del Tribunale di Lille del 12 giugno 2015 si e limitata invece ad effettuare una severa critica dei giudici istruttori moralisti, risolvendosi alla fine in una quasi “beatificazione” del povero “ultimo libertino”(secondo il Corriere della Sera,in un articolo a firma di E. Trevi) sottoposto alla tortura di anni di processo (pur ricordando che egli non aveva mai subito alcuna restrizione di libertà né personale ne patrimoniale).

 

Ed i grandi media si accodano…..insieme a buona parte della sinistra e della destra.

La grande stampa francese è andata nello stesso senso, senza cercare di conoscere gli atti dell istruttoria che pur si era conclusa con un ordinanza di rinvio di quasi 200 pagine dei giudici istruttori (mai pubblicata totalmente sui media).

La figura del «grande libertino» evoca i giochi d'amore del 18 ° secolo, gli scienziati e frivolo, le pitture di Fragonard care al noto scrittore Philippe Sollers. Scene ben distanti dal quadro di «mattatoio» descritte da prostitute di Lille. Questa non è la prima volta, è vero, che la violenza sessuale sono coperte dalla parola libertinaggio: ricordiamo gli eroi di Mozart, come Don Giovanni. Lui un libertino amabile? Come dimenticare che l'opera inizia con il tentato stupro di Donna Anna e l'assassinio di suo padre! Dunque l’omicidio, la fase finale di dissolutezza in Sade. Un noto esperto su Mozart, Sylvain Fort, ci ricorda che questi principi edonistici appaiono come uno smalto che copre le crepe a poteri più underground e altrimenti radicali"

La liberazione sessuale non sarebbe a volte oggi divenuta una specie  «gioco sciocco» a vantaggio dei potenti? La paura di essere considerati come dei puritani è la chiave che spiega il silenzio di molte femministe, ad eccezione di grandi figure come Gisèle Halimi o Yvette Roudy o associazioni come « Osez le féminisme?»

Per quanto riguarda la sinistra, come ha potuto dimenticare la realtà dei rapporti di dominio sempre presenti tra uomini e donne, e tutte le disuguaglianze ancor più palesi quando si tratta di potenti?

Ben al di là di questo caso emblematico, chi (a parte alcune rare associazioni), ha denunciato oggi il comportamento di certi ambienti economici di offrire a clienti prostitute o politici, senza mai evidenziare che si tratta pratiche correnti nell’ambito degli «entourages» della corruzione?

Se Dominique Strauss-Kahn è caduto la sua posizione eminente capo del Fondo monetario internazionale, sembra aver mantenuto questo potere acquisito attraverso il contatto con i leader mondiali ed i media che appaiono ancora affascinati dalla sua immagine.

Un’ immagine pubblica e privata ben costruita e mantenuta prima e dopo il caso del Sofitel con "la forza suggestiva" della sua potente agenzia di comunicazione «Euro RSCG», cosi come ricorda Edwy Plenel nel noto quotidiano web Mediapart.

DSK, celebrato come ostaggio rilasciato dopo la caduta delle accuse del Procuratore USA, egli esercita ancora un'attrazione nei circoli del potere. Ricordiamo che l’'attuale primo ministro francese M.Valls ha recentemente pensato bene di partecipare ad una festa di compleanno in sua compagnia. Come intossicata dal linguaggio distillato dagli organi di comunicazione, parte della sinistra continua a portare il lutto per la caduta del "grande uomo", che la stessa sinistra aveva già ha immaginato a capo della Repubblica Francese.

 

Uscire dalla cecità

Allora è necessario smetterla di chiudere gli occhi: è chiaro che il comportamento di questo personaggio illustre a New York o in Francia non suscita la disapprovazione della nostra classe politica e dei media.

Ai suoi occhi, avrebbe incarnare solo un po «la versione hard del libertinismo francese».

Tanto disprezzate in Francia, le femministe americane allora non hanno in parte ragione?

Possiamo pensare che le ripetute frasi del “troussage”(espressione francese per giustificare il diritto rapporti sessuali con le sottoposte ed le domestiche e minimizzare i fatti) care al noto giornalista e saggista Jean François Kahn cosi come l’asserzione "nessun uomo è morto, "dell'ex ministro socialista della cultura Jack Lang o ancora l’affermazione che "per fare uno stupro, si agisce con con un coltello o una pistola” del noto giornalista (ed ex marito della moglie di DSK Anne Sinclair) Ivan Levai," siano oggi solo un semplice «rigurgito» per giustificare la dominazione maschile.

Ma l’attitudine dei media intorno a tutto il processo Carlton dimostrano invece che il fascino per la "performance processuale" dell’ex direttore FMI vanno ben oltre una ristretta cerchia di “macho” incallito: la cronaca giudiziaria giunge (Le Monde) a esprimere il disprezzo per i pochi imputati che si sono dimostrati in udienza sopraffatti dalla vergogna e dal rimorso ... e invece l'ammirazione malcelata per chi come DSK prende in giro i nostri codici morali e dimostra tranquillamente la sua “noia educata” per tutta la vicenda e la scena giudiziaria.

 

E reagire….

Si misura il successo della opera di comunicazione che ci ha convinto che questo uomo sarebbe diventato il presidente della repubblica in considerazione dei suoi “immensi meriti” in materia economica. Ma chi e andato a vedere a fondo nel groviglio dei suoi recenti guai commerciali conclusisi con il suicidio del suo principale socio in Israele nel 2014?

All’opinione pubblica e 'stato anche suggerito che, nonostante il suo stile di vita non convenzionale, l'uomo aveva pur sempre i valori di sinistra «incorporati nel suo DNA», per arrivare a convincere, infine, che i suoi guai legali erano non altro che «una vendetta del puritanesimo»!

Il clima di impunità in cui il processo si é svolto è infine stato ampiamente mantenuto con un operazione comunicazione a lungo termine. Questo atteggiamento é ben presente ancora oggi, anche se le testimonianze delle prostitute hanno rivelato tutto quello che nel suo comportamento dovrebbe essere valutato come ben oltre l’umanamente tollerabile.

Dalla vicenda Sofitel di New York a quella del Carlton di Lille, la condotta dei media di questi casi mostra una regressione inquietante nel progresso verso l'emancipazione delle donne. Questa attitudine ed é affiancata da una inganno mediatico- politico che sussiste e si perpetua, tanto che vi é chi (come Jack Lang) non esita ad auspicare il ritorno di Dominique Strauss-Kahn in campo pubblico ed istituzionale. Non possiamo astenerci da tremare al pensiero che una persona con questa patologia e storia personale potrebbe essere oggetto facile di ricatti da parte di ambienti anche criminali e non solo politici.

Ben al di là del campo femminista che mostra le sue divisioni, appartiene a tutti noi, come cittadini, affermare un altra concezione della politica. Noi sosteniamo una nozione di vita politica in cui si esiga che la vita privata non sia apertamente in contrasto con i valori civili e quelli sanciti dalla costituzione repubblicana .

L'esigenza di dignità e l'uguaglianza delle donne è parte di quella base di valori, che sono nati dall'Illuminismo e sono stati trasposti nelle Carte Costituzionali europee del dopoguerra.

Vorremmo che coloro che aspirano alle più alte cariche pubbliche se ne ricordino in Francia, Italia ed in Europa!

 



[i] Nel sistema francese, la «Chambre d’instruction» è una sezione specializzata della Corte di Appello del distretto che controlla l’istruzione formale del Giudice Istruttore e decide sui ricorsi del P.M. e delle parti sulle varie fasi dell’istruzione (nullità, misure cautelari, imputazioni, etc.). Si tratta di un sistema assai vicino a quello del codice di procedura penale italiano prima della riforma del 1989.

[ii] In Francia (cosi come il Belgio) l’azione penale e discrezionale ed é gestita unicamente dal Pubblico Ministero (cd.”Parquet”) che dipende gerarchicamente dal Ministro della Giustizia via il Procuratore Generale (I Procuratori Generali sono ancor oggi nominati in sede di Consiglio dei Ministri!). La sua decisione di archiviare, non è soggetta ad alcun controllo giurisdizionale anche se viene di solito comunicata alla parte lesa (se vi è evidentemente una parte lesa) la quazle puo decidere (con una procedura complessa e piuttosto costosa,di costituirsi parte civile davanti al Giudice Istruttore che puo cosi avviare autonomamente un istruttoria penale. Ovviamente nei casi in cui la parte lesa fisicamente non esiste (es.corruzione, riciclaggio… ) nessuno interviene. Negli ultimi anni tuttavia con la legge sulla possibilità di intervento nel processo delle associazioni, (esempio, l’associazione ANTICOR contro la corruzeione) sono iniziati alcuni casi di processi per corruzioni e delitti contro la P.A. o riciclaggio su costituzione di parte civile davanti al giudice Istruttore. Si tratta di casi che tuttavia sono ancora molto limitati e si contano sulle dita di una mano.

18/07/2015
Se ti piace questo articolo e trovi interessante la nostra rivista, iscriviti alla newsletter per ricevere gli aggiornamenti sulle nuove pubblicazioni.
Una nuova idea di imparzialità si aggira per l’Europa: i tanti volti dell’attacco alla libertà di parola e di associazione dei magistrati

Dalla legge museruola in Polonia alla proposta (per ora respinta) dell’emendamento bavaglio in Francia: nel panorama europeo si limita e si tenta di limitare la libertà di parola dei magistrati. 
Con le accuse di interferenze all’ANM che interviene sulla riforma della giustizia e di militanza politica ai giudici e ai pubblici ministeri per i provvedimenti adottati nell’esercizio delle loro funzioni, anche nel nostro paese si ripropone l’attacco all’associazionismo giudiziario e ai valori della giurisdizione. 

27/07/2023
La convenzione francese sul fine vita. La democrazia deliberativa per superare un’impasse?

La Convenzione francese sul fine vita - composta da cittadini scelti per sorteggio in base a criteri che fanno della Convenzione un campione rappresentativo della popolazione - rappresenta un interessante esperimento di “democrazia deliberativa”, destinato ad integrare i processi decisionali propri della democrazia rappresentativa. Dando la parola ad una assemblea di cittadini ed ascoltando la loro opinione informata, si è voluto attingere al senso della realtà della gente comune per ricercare soluzioni ragionevoli ad un problema spinoso, superando le pregiudiziali religiose, culturali, ideologiche che possono ostacolare il cammino di norme innovative sull’eutanasia attiva e sull’aiuto al suicidio. All’esperimento francese dovrebbe guardare con interesse il nostro Paese, nel quale - dopo la inevitabile declaratoria di inammissibilità del referendum abrogativo parziale dell’art. 579 c.p. e la mancata approvazione, nella scorsa legislatura, del pur timido testo di legge unificato sulle disposizioni in materia di morte medicalmente assistita – l’iniziativa sul fine vita potrebbe essere rilanciata dall’istituzione di una Convenzione cittadina sul modello francese, chiamata ad informarsi, dialogare e pronunciarsi sull’assistenza attiva a morire. 

04/05/2023
V13, il processo al terrorismo

La recensione al volume di Emmanuel Carrère, Editions P.O.L., 2022

14/01/2023
La laicità: una passione francese che deve restare un umanesimo (terza parte)

Pubblichiamo, unitamente all'originale francese, la terza parte dell'ampio saggio di Simone Gaboriau sulla questione della laicità in Francia. 

01/10/2022
La laicità: una passione francese che deve restare un umanesimo (seconda parte)

Pubblichiamo, unitamente all'originale francese, la seconda parte dell'ampio saggio di Simone Gaboriau sulla questione della laicità in Francia. 

30/09/2022
La laicità: una passione francese che deve restare un umanesimo (prima parte)

Pubblichiamo, diviso in tre parti e unitamente alla versione originale francese, un ampio saggio di Simone Gaboriau sulla questione della laicità in Francia. 

29/09/2022