Il processo penale, nato per sostituire la risposta giudiziaria statuale alla vendetta privata, spesso ha trascurato il ruolo della vittima; e - verrebbe da dire - ciò è anche comprensibile, posto che uno dei primi compiti di un sistema processuale deve avere come primario oggetto di interesse la regolamentazione delle garanzie dell’accusato.
Non necessariamente, però, il riconoscimento di spazi di intervento a favore della persona offesa deve essere letto come strutturazione di un processo penale “vittimocentrico”, con contestuale decremento delle garanzie dell’imputato.
Le riforme legislative degli ultimi anni - anche su impulso di importanti normative sovra-nazionali - stanno via via riconoscendo nuovi spazi di tutela e di partecipazione processuale alle persone offese da reato. Di esse si dà conto nel contributo che qui pubblichiamo.