Magistratura democratica
Giurisprudenza e documenti

L’ordinanza di Riace. I fatti contro le polemiche

di Riccardo De Vito
presidente di Magistratura democratica

Uno degli obiettivi di questa Rivista – e di Magistratura democratica – è quello di accorciare le distanze tra giurisdizione e società, tra amministratori della giustizia e amministrati. Favorire il controllo e la critica pubblica dei provvedimenti giudiziari è un tratto saliente del nostro modo di concepire la questione giustizia: non un problema tecnico e formalistico da specialisti, ma un problema culturale e sociale da affrontare con metodi trasparenti e tali da consentire una discussione diffusa e informata.

Il primo passo in questa direzione lo si muove soltanto a condizione di sostituire la polemica mediatica con i nudi fatti, la strumentalizzazione politica sugli interventi giudiziari con i provvedimenti stessi.

Per queste ragioni decidiamo di pubblicare l’ordinanza con la quale il giudice per le indagini preliminari di Locri ha applicato a Mimmo Lucano la misura degli arresti domiciliari.

Crediamo che la lettura dell’ordinanza sia il miglior antidoto alla grancassa della speculazione che si è messa subito in moto, con il Ministro dell’interno a chiedere «cosa diranno adesso Saviano e tutti i buonisti che vorrebbero riempire l’Italia di immigrati» e con il blog ufficiale di una delle due forze di Governo a decretare «finita l’era del business dell’immigrazione».

Dall’esame del provvedimento emerge che il giudice per le indagini preliminari ha escluso la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza per le imputazioni di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale, concussione, malversazione a danno dello Stato, associazione a delinquere.

Dei numerosi capi di imputazione, allo stato, rimane il riconoscimento di responsabilità in ordine all’affidamento diretto del servizio di raccolta differenziata della spazzatura nel borgo di Riace (art. 353-bis cod. pen.) e in ordine ad atti diretti a procurare, attraverso due matrimoni di riacesi e cittadini italiani con migranti, l’ingresso o la permanenza illegale nel territorio di stranieri senza titolo (art. 12 d.lgs 286/1998).

Nell’ambito delle divisioni del dibattito pubblico – ieri uno dei più importanti quotidiani pubblici titolava: «business dei migranti o disobbedienza civile» – crediamo sia nostro compito, prima di tutto, offrire la possibilità di una conoscenza diretta dei fatti.

03/10/2018
Altri articoli di Riccardo De Vito
Se ti piace questo articolo e trovi interessante la nostra rivista, iscriviti alla newsletter per ricevere gli aggiornamenti sulle nuove pubblicazioni.
L’annullamento della convalida del trattenimento può comportare la permanenza della stessa misura?

La novella di cui al D.L. 145/2024, convertito nella L. n. 187/2024, ha attribuito la competenza a conoscere della legittimità dei decreti di convalida e proroga dei trattenimenti amministrativi alle sezioni penali della Cassazione, in luogo di quelle civili.
La sentenza n. 15757/2025 della prima sezione penale della Corte di legittimità, pubblicata lo scorso 22 aprile, in accoglimento dell’unico motivo di ricorso, annulla con rinvio un decreto di ri-convalida emesso dalla Corte d’appello di Torino nei confronti di un richiedente protezione internazionale in ragione della violazione degli obblighi informativi, pur essendo ampiamente decorsi i termini della convalida, e nonostante il vizio sia stato correttamente individuato, sicché non si comprendono le ragioni del rinvio, posto che l’annullamento dovrebbe determinare la cessazione della detenzione amministrativa con efficacia ex tunc.  
Tale scelta si rivela però conseguente ad una inedita riscrittura in chiave processualpenalistica dei provvedimenti di convalida, sulla falsariga della disciplina delle misure cautelari personali. Pertanto, atteso che l’impugnazione dei provvedimenti in materia di libertà personale non ha effetto sospensivo, analogamente l’impugnazione dei provvedimenti di convalida del trattenimento non determinerebbe la cessazione della misura fino alla sua eventuale rimozione (sempre nel rispetto dei limiti massimi normativamente previsti). Tale ricostruzione non convince, sia in termini di interpretazione della volontà del legislatore di ricondurre effettivamente tutta la materia della detenzione amministrativa negli assi cartesiani delle misure cautelari personali, sia in ragione delle notevoli differenze del procedimento applicativo e dei poteri del giudice nei procedimenti di convalida e proroga dei trattenimenti, rispetto a quelli che disciplinano le misure cautelari.

05/05/2025
Il Laboratorio autoritario delle politiche migratorie italiane
a cura di Redazione

Una prima analisi giuridica del D.L. 37/2025 a cura di ASGI (aprile 2025)

10/04/2025
Le elezioni tedesche del 2025 e la centralità della non-rappresentanza

Se è vero che lo scenario politico tedesco ha le proprie specificità, una più ampia ottica internazionale rivela un andamento ricorrente, segnato dallo sforzo continuo di porre forzatamente al centro del discorso politico i migranti, soggetti privi di rappresentanza perché privi del diritto di voto, ma al tempo stesso stigmatizzati e strumentalizzati per promuovere programmi nazionalisti. 

02/04/2025
Il Consiglio di Stato condanna i ritardi e la sistematica inefficienza del Ministero dell'Interno e della Prefettura di Milano in materia di emersione degli stranieri

Accolto il ricorso presentato da oltre un centinaio di persone straniere e associazioni. Commento alla sentenza Consiglio di Stato del 20 settembre 2024, n. 7704

12/12/2024
Salvataggio di naufraghi in alto mare e fermo amministrativo dei “taxi del mare”: il provvedimento di sospensione del fermo amministrativo della Geo Barents
a cura di Redazione

Pubblichiamo – in attesa di eventualmente tornare sul tema con commenti più approfonditi – il provvedimento cautelare con cui il Tribunale di Genova ha disposto la sospensione dell’efficacia esecutiva del fermo amministrativo della nave Geo Barents.

18/10/2024