Magistratura democratica
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Per l’efficienza del processo penale

I testi base delle audizioni parlamentari sul d.d.l. A.C. n. 2435 di Edmondo Bruti Liberati, Federico Cafiero De Raho,  Giandomenico Caiazza, Giovanni Canzio, Luca Poniz, Mauro Ronco, Nicola Russo, Giovanni Salvi. 

Con nota della Direzione di Questione Giustizia

Come è noto, il 13 marzo 2020 il Ministro della Giustizia ha presentato alla Camera dei deputati  il disegno di legge A. C. 2435 recante Deleghe al Governo per l’efficienza del processo penale e disposizioni per la celere definizione dei procedimenti giudiziari pendenti presso le Corti di appello . 

Sul testo del d.d.l. sono state promosse dinanzi alla Commissione Giustizia della Camera dei deputati numerose audizioni. 

Data l’elevata qualità degli interventi svolti in sede parlamentare, Questione Giustizia ritiene utile mettere a disposizione dei suoi lettori una prima serie di testi - base utilizzati per le audizioni da magistrati, professori ed avvocati, dopo averne acquisito la disponibilità e aver ricevuto dagli autori l’autorizzazione alla loro pubblicazione. 

Come i lettori avranno modo di constatare, i contributi presentati sono differenti nella loro veste formale – che la Rivista ha lasciato intatta – dal momento che a documenti elaborati a seguito di una riflessione collettiva svolta in seno ad organismi associativi o ad uffici giudiziari si affiancano testi di riflessione individuale destinati a costituire la traccia scritta di una più ampia esposizione orale. 

Gli interventi che ospitiamo in questa prima tornata sono, in ordine alfabetico, quelli di: 

Edmondo Bruti Liberati, già Procuratore della Repubblica di Milano, 

Federico Cafiero De Raho, Procuratore nazionale antimafia, 

Giandomenico Caiazza, Avvocato, Presidente dell’Unione camere penali italiane, 

Giovanni Canzio, Presidente emerito della Corte di cassazione, 

Luca Poniz, Sost. Proc. a  Milano, Presidente dell’Associazione nazionale magistrati, 

Mauro Ronco, Professore , Avvocato, già componente laico del CSM, 

Nicola Russo, Consigliere di Corte di appello Napoli, 

Giovanni Salvi, Procuratore generale Corte di cassazione. 

L’ampiezza del contenuto del disegno di legge unita alla pluralità dei temi trattati nelle audizioni e dei punti di vista espressi non consentono, in questa sede, di offrire alcuna rappresentazione sintetica dei contributi che presentiamo. 

Saranno i lettori ad individuare i punti di convergenza e le diversità di impostazioni e di accenti dei differenti interventi, accomunati dal loro elevato livello tecnico, mentre la Rivista si ripromette di ospitare nel prossimo futuro scritti sui diversi aspetti del disegno di legge. 

Si segnala, infine, all’attenzione dei lettori anche il Dossier del 17 giugno 2020 intitolato Riforma del processo penale a cura del SERVIZIO STUDI Ufficio ricerche sulle questioni istituzionali, giustizia e cultura del Senato della Repubblica e del SERVIZIO STUDI Dipartimento giustizia della Camera dei deputati.

La Direzione di Questione Giustizia 

19/11/2020
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Rafforzare l’effettività del diritto all’informazione dell’imputato e della persona offesa: le promettenti potenzialità del legal design nel procedimento penale

L’Autore, dopo aver sinteticamente illustrato le finalità generali del legal design – quale disciplina in grado di migliorare la capacità del cittadino di comprendere il contenuto delle norme e quindi sia di adeguarsi alle prescrizioni che esse gli impongono sia di avvalersi delle facoltà che esse gli attribuiscono – ne analizza alcune opportunità operative nel contesto del procedimento penale. In particolare, il contributo si concentra sulla tutela del diritto all’informazione dell’imputato e della persona offesa rispetto ai diritti loro riconosciuti nel procedimento, individuando le sedi, i casi e le forme in cui gli inediti e promettenti strumenti del legal design possono trovare più proficua applicazione. Il terreno elettivo de iure condendo viene individuato nei segmenti, invero numerosi, del procedimento penale che vedono l’imputato e la persona offesa a diretto contatto con l’ingranaggio giudiziario, senza la mediazione rappresentata dall’assistenza del difensore. 

09/12/2023
La cd. “riforma Cartabia” e le trasformazioni impresse al giudizio di cognizione

La riforma non stravolge le linee portanti del giudizio dibattimentale. Tuttavia, il momento dibattimentale si inserisce in un contesto procedimentale significativamente modificato. Le modifiche intervenute – “a monte” e “a valle” della fase del giudizio – finiscono necessariamente con l’influenzare la fisionomia del giudizio di cognizione, chiamando tutti gli attori processuali ad un nuovo approccio su temi di assoluto rilievo, come la partecipazione al processo, l’organizzazione del giudizio, il metodo di ricerca della verità processuale, la decisione sull’imputazione e l’imposizione al colpevole della “giusta pena”.

19/06/2023
Il ragionamento giuridico stereotipato nell’assunzione e nella valutazione della prova dibattimentale

Le sentenze della Corte Edu con cui lo Stato italiano è condannato a causa degli erronei processi decisionali e motivazionali di tribunali e corti d’appello, nei casi di reati di violenza sessuale e violenza di genere contro le donne, non rappresentano più, ormai, casi isolati, ma un vero e proprio filone giurisprudenziale di Strasburgo. Seguendo quest’ultimo, ci troviamo a constatare una diffusa malpractice giudiziaria, che tende a fallire la ricostruzione e il verdetto processuale e, in molti casi, anche la protezione delle vittime in sede cautelare, a causa di pregiudizi e stereotipi sulle donne e sul ruolo al quale esse dovrebbero attenersi nella società – bias di genere che finiscono per inficiare, adulterandolo, il ragionamento giuridico alla base dell’assunzione e della valutazione della prova. Il contributo entra nel vivo di questa problematica, troppo a lungo ignorata dai giuristi italiani.

03/03/2023
La riforma c.d. “Cartabia" in tema di procedimento penale. Una pericolosa eterogenesi dei fini

Il legislatore, con il decreto legislativo n. 150 del 2022, attuativo della l. n. 134 del 2021, c.d. "Cartabia", è intervenuto sul tema del procedimento penale, stravolgendo il campo dei rapporti tra giudice e pubblico ministero. In relazione ad alcuni degli istituti introdotti, su tutti l’iscrizione coatta prevista dal nuovo art. 335 ter c.p. e il nuovo ambito applicativo dell’art. 408 c.p.p., pare che il legislatore abbia fatto confusione facendo del giudice un pubblico ministero e del pubblico ministero un giudice. Il tutto è avvenuto in nome di principi di efficienza aziendalistica e in sacrificio del principio costituzionale dell’obbligatorietà dell’azione penale. La riforma c.d. "Cartabia" in tema di procedimento penale, dunque, rischia di rappresentare una pericolosa eterogenesi dei fini dove gli scopi diventano mezzi e i mezzi diventano scopi. 

19/12/2022
Delitti (e processi) in prima pagina

Il libro di Edmondo Bruti Liberati sulla giustizia nella società dell’informazione

16/04/2022
Verso una nuova istruzione formale? Il ruolo del pubblico ministero nella fase delle indagini preliminari

La “riforma Cartabia” investe profondamente la fase delle indagini preliminari, incidendo su snodi fondamentali, quali il momento “genetico” dell’iscrizione della notizia di reato e del nominativo della persona cui esso è da attribuire, e il momento “conclusivo” delle determinazioni sull’esercizio dell’azione penale. Sono attribuiti incisivi poteri al giudice per le indagini preliminari, che obbligano a ripensare non solo la fisionomia e la finalità delle indagini, ma anche l’equilibrio di poteri e di rapporti tra pubblico ministero e giudice per le indagini preliminari.

20/01/2022
Il processo penale in ‘ambiente’ digitale: ragioni e (ragionevoli) speranze

Nella legge delega n. 134 del 2021 non c’è tutto ciò che potrebbe assicurare una transizione fluida e sicura del rito penale su binari tecnologici assiologicamente orientati, ma di sicuro c’è molto. Pertanto, procedendo con acume e sorvegliato coraggio all’interno delle linee perimetrali tracciate nel progetto di riforma, il delegato potrà portare a compimento un’opera di rinnovamento tanto impegnativa quanto ormai irrinunciabile.

17/01/2022
I “finti inconsapevoli” alla prova del caso Regeni: una questione centrale per il contemperamento delle garanzie dell’imputato e dei diritti delle vittime

L’ordinanza della Corte di Assise di Roma che ha dichiarato la nullità della dichiarazione di assenza e del conseguente decreto che dispone il giudizio emesso dal Giudice dell’udienza preliminare, con il quale erano stati rinviati a giudizio i quattro agenti della National Security egiziana accusati dell’omicidio di Giulio Regeni, apre una ulteriore breccia, dopo la sentenza delle Sezioni unite n. 23948 del 28/11/2019, Ismail, nella disciplina del processo in assenza, attraversandone la parte più incerta e problematica che è quella del trattamento dei cosiddetti “finti inconsapevoli”.

15/12/2021