Magistratura democratica

Articoli di Questione Giustizia su discriminazione - pagina 2

Sulla legittimazione ad agire per le discriminazioni collettive afferenti al fattore della nazionalità*
La questione processuale in esame – indispensabile ai fini della tutela effettiva del diritto – non è suscettibile di essere risolta sulla base di una semplice interpretazione letterale di un’unica disposizione sostanziale (l’art. 3 del d.lgs n. 215/2003) di provenienza comunitaria, dettata dall’intento di riservare ai singoli Stati la regolazione della materia dell’immigrazione; e che pertanto non interferisce con le regole processuali vigenti negli Stati membri. Si tratta invece di una questione articolata di cui il giudice deve farsi carico raccordando varie norme e principi (comunitari e costituzionali), senza parcellizzazioni, valorizzando l’interpretazione complessiva e l’intenzione dello stesso legislatore, il quale mostra in più sedi di considerare unitariamente i fattori di discriminazione, anche sotto il profilo della loro tutela processuale
02/11/2017
Bruciare il povero a Torino
Una riflessione a margine della legge Minniti-Orlando sulla sicurezza urbana
31/10/2017
Discriminazioni per età: Cenerentola ha perso per sempre la sua scarpetta
Con l’attesa sentenza sul caso Abercrombie la Corte di giustizia Ue ha dichiarato che il contratto di lavoro intermittente – che, in base all’art. 34 d.lgs 276/2003, poteva essere concluso “in ogni caso” con soggetti di età inferiore a 25 anni – e persino la sua cessazione automatica al compimento dei 25 anni, non contrastano con la Direttiva 2000/78 e con il principio di non discriminazione per ragioni di età: la sentenza, che trascura la precedente giurisprudenza della stessa Cgue, non convince sotto vari profili
02/10/2017
Discriminazione diretta per orientamento sessuale e organizzazioni di tendenza (nota a Corte d’appello di Trento, 23 febbraio 2017)
La sentenza che si commenta, e che ha ritenuto discriminatorio per ragioni di orientamento sessuale il mancato rinnovo di un contratto a termine a un’insegnante di una scuola paritaria cattolica, prosegue la complessa opera di rivisitazione, o forse di ricostruzione, dei propri orientamenti avviata dalla giurisprudenza nazionale in ordine all’estensione e ai limiti dei divieti di discriminazione.
20/07/2017
Violenze in danno di soggetti vulnerabili, tra obblighi (secondari) di protezione e divieto di discriminazione di genere. Corte Edu, 2 marzo 2017, Talpis c. Italia, ric. n. 41237/14 (non definitiva)
La condanna dell’Italia interpella i temi del rapporto degli individui, vulnerabili e non, con lo Stato e dell’affidamento riposto nelle forze dell’ordine e nella magistratura affinché alcuni beni primari e, fra tutti, la vita e l’integrità fisica, siano protetti in modo efficace, adeguato e proporzionato da rischi che possono stimarsi come immediati e ragionevolmente prevedibili. Il fascio di questioni che la pronunzia – resa anche sotto il profilo della discriminazione per ragioni di sesso – solleva, apre nuovi orizzonti su cui l’Autore compie una prima disamina
23/03/2017
Leggi anti-discriminazione ed effetti indesiderati
Un dibattito nato attorno alle misure adottate in molti Stati e comunità per impedire che gli aspiranti a un lavoro debbano preventivamente dichiarare i propri precedenti penali
06/09/2016