1. Gli italiani considerano l’immigrazione un fenomeno illegale più di quanto facciano, mediamente, i cittadini europei
Mentre la maggioranza degli europei ritiene che ci siano più immigrati extracomunitari che risiedono legalmente nel loro Paese (rispetto agli immigrati illegali), la maggioranza (47%) degli intervistati italiani ritiene che ci siano più immigrati che soggiornano illegalmente in Italia (rispetto agli immigrati legali). Solo il 16% degli italiani ritiene che ci siano più immigrati che soggiornano legalmente e il 25% crede che ci sia lo stesso numero di immigrati che soggiornano legalmente e di immigrati che soggiornano illegalmente. Probabilmente questo è dovuto al fatto che l’Italia è uno dei principali Paesi di ingresso per gli immigrati provenienti dall’esterno dell’UE.
Figura 1. Percezione generale, nei vari Stati europei, delle proporzioni relative di immigrati che soggiornano legalmente o illegalmente nel Paese
Fonte: Eurobarometro Speciale 469 Report 2018
2. Gli italiani tendono a sovrastimare la quota della popolazione immigrata sulla popolazione totale, più di quanto accada in media in Europa
In generale, la maggior parte degli europei tende a sovrastimare la quota di immigrati residente nei loro Paesi. In media, la popolazione europea percepisce la quota della popolazione immigrata come doppia rispetto alle sue dimensioni effettive. Tuttavia, gli italiani stimano che la quota della popolazione immigrata sia pari a circa tre volte e mezza la cifra reale. Questo risultato colloca l’Italia tra i Paesi che più sovrastimano la popolazione immigrata rispetto alle cifre reali. I Paesi in cui si registra un rapporto tra stima e cifra reale superiore a quello che si riscontra in Italia sono tutti, a eccezione dell’Irlanda, nuovi Stati membri dell’UE.
Figura 2. Rapporto tra percentuale di immigrati nati al di fuori dell’UE-28 stimata (mediamente) dalla popolazione di ciascun Paese e percentuale effettiva di immigrati nella popolazione di ciascun Paese
Fonte: Eurobarometro Speciale 469 Report 2018
3. Gli italiani riferiscono una maggiore interazione con gli immigrati rispetto alla media europea
La metà degli intervistati italiani interagisce quotidianamente con gli immigrati, si tratti di scambiare poche parole o di fare un’attività insieme. In particolare, il 35% dichiara di interagire quotidianamente in uno o due contesti, mentre il 17% dichiara interazioni quotidiane con gli immigrati in almeno tre diversi contesti. Questo pone l’Italia tra i Paesi con proporzioni elevate di intervistati che interagiscono quotidianamente con gli immigrati. In particolare, tra tutti i cittadini degli Stati dell’UE, gli italiani segnalano la massima interazione con gli immigrati mentre utilizzano i servizi pubblici.
Figura 3. Interazione media con gli immigrati negli Stati membri dell’UE-28 nei servizi pubblici
Fonte: Eurobarometro Speciale 469 Report 2018
4. Nonostante questi alti tassi di interazione, l’Italia appartiene ai Paesi dell’UE con le percentuali più basse di intervistati che si sentono a proprio agio con gli immigrati
Agli intervistati è stato chiesto se si sentissero a loro agio avendo un immigrato come loro direttore/superiore, collega di lavoro, vicino di casa, medico, membro della famiglia (compresi i partner) e/o amico. Quattro italiani su dieci (40%) affermano di sentirsi a proprio agio in qualsiasi tipo di relazione sociale con gli immigrati. Circa la metà (48%) degli intervistati italiani si sentirebbe a disagio in almeno uno di questi tipi di relazioni sociali. Solo una percentuale particolarmente bassa di italiani (18%) si sentirebbe del tutto a proprio agio se il suo medico fosse un immigrato extracomunitario.
Figura 4. Percezioni generali sull’eventualità di avere un immigrato come medico
Fonte: Eurobarometro Speciale 469 Report 2018
5. Gli italiani percepiscono l’integrazione degli immigrati meno riuscita rispetto a quanto pensino altri cittadini europei
Complessivamente, metà dei cittadini europei (54%) ritiene che l’integrazione degli immigrati abbia successo. Al contrario, il 55% degli italiani percepisce l’integrazione degli immigrati come non riuscita. Metà (51%) degli intervistati italiani considera l’immigrazione come un problema, rispetto al 6% che la vede più come un’opportunità. C’è un netto divario su questo tema tra, da una parte, l’Italia e alcuni altri Paesi (Ungheria, Malta, Grecia, Slovacchia e Bulgaria) e, dall’altra, Paesi come la Svezia, l’Irlanda e il Regno Unito, dove significative minoranze di intervistati considerano gli immigrati principalmente un’opportunità. Rispetto ai cittadini di altri Stati dell’UE, gli italiani percepiscono particolarmente forte il legame tra immigrazione e criminalità. Tre quarti degli intervistati italiani concordano con la dichiarazione secondo cui gli immigrati peggiorano i problemi di criminalità nel loro Paese; è la seconda proporzione nell’UE, dopo Malta. Allo stesso tempo, gli italiani, rispetto agli intervistati in altri Paesi europei, tendono anche a credere meno che l’integrazione degli immigrati sarebbe favorita dall’introduzione di programmi ad hoc.
Figura 5. Percezioni generali, nei vari Stati dell’UE, su quanto sia riuscita l’integrazione della maggior parte degli immigrati
Fonte: Eurobarometro Speciale 469 Report 2018
Figura 6. Opinioni sull’impatto dell’immigrazione sulla criminalità
Fonte: Eurobarometro Speciale 469 Report 2018
Figura 7. Opinioni sui programmi a sostegno dell’integrazione degli immigrati
Fonte: Eurobarometro Speciale 469 Report 2018
6. In relazione ai modi di integrare gli immigrati, gli italiani considerano la lingua un aspetto molto importante dell’integrazione in misura minore rispetto ai cittadini di altri Paesi europei
Solo la metà degli intervistati italiani considera importante per l’integrazione che gli immigrati parlino la lingua del Paese ospitante. Ciò è in netto contrasto con quanto si registra in Paesi come i Paesi Bassi e la Germania, dove quasi otto intervistati su dieci ritengono che sia molto importante parlare la lingua nazionale per una integrazione riuscita. Solo un terzo degli intervistati in Italia concorda sul fatto che i corsi di lingua per gli immigrati aiutino l’integrazione. In linea con le loro opinioni sulla lingua come fattore importante per un’integrazione di successo, solo tre italiani su dieci (il numero più basso tra tutti gli Stati dell’UE) concordano pienamente sul fatto che l’iscrizione dei figli di immigrati alla scuola materna favorisca l’integrazione.
Figura 8. Opinioni sui corsi di lingua come sostegno all’integrazione degli immigrati
Fonte: Eurobarometro Speciale 469 Report 2018
Figura 9. Opinioni sull’iscrizione di bambini immigrati alla scuola materna come sostegno all’integrazione degli immigrati
Fonte: Eurobarometro Speciale 469 Report 2018
7. Quattro italiani su dieci tendono a mantenere una percezione neutrale sul contributo degli immigrati alla società
In generale, in Europa la percezione di un impatto positivo o negativo degli immigrati sulla società sembra essere correlata con la quota effettiva di immigrati nella popolazione totale di un Paese. Per esempio, nei Paesi con percezioni più positive (Svezia, Lussemburgo) la percentuale di immigrati è superiore all’8%, mentre in Ungheria o Bulgaria, Paesi con percezioni negative, le percentuali sono inferiori al 2%. È interessante notare che l’Italia – insieme a Grecia e Malta – non segue questo schema. Questi Paesi hanno una proporzione piuttosto alta di immigrati extracomunitari (secondo i dati ufficiali di Eurostat, in Italia gli immigrati sono il 7% della popolazione, in Grecia l’8,4 %, a Malta il 7,8 %), ma hanno anche una percezione abbastanza negativa del loro impatto sulla società.
Figura 10. Percezioni relative all’impatto degli immigrati sulla società