Magistratura democratica
Pillole di COE

Numero 2

Focus su

 

 

I - La Commissione europea per l’efficacia della giustizia (CEPEJ):
una breve introduzione

di Clementina Barbaro

 

PAROLE CHIAVE IT/ENG

Commissione europea, CEPEJ, cybergiustizia, mediazione.

European Commission CEPEJ, cybersecurity, arbitration.

 

L'articolo illustra il mandato e le attività della Commissione europea per l’efficacia della giustizia (CEPEJ), organo incaricato di promuovere l’efficace funzionamento dei sistemi giudiziari dei 47 stati membri del Consiglio d’Europa. Fa inoltre riferimento ai documenti adottati dalla CEPEJ nel corso della sua ultima sessione plenaria, in giugno 2019, riguardanti la cybergiustizia e la mediazione.

 

1. La Commissione europea per l’efficacia della giustizia (CEPEJ) è stata creata il 18 settembre 2002 con l’intento di promuovere il rispetto di diritti enunciati dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo, in particolare l'articolo 5 (diritto alla libertà e sicurezza), 6 (diritto a un processo equo), 13 (diritto a un ricorso effettivo). L'obiettivo della CEPEJ è migliorare l'efficienza e il funzionamento della giustizia negli Stati membri e di ridurre così il numero di casi pendenti dinanzi alla Corte europea dei diritti dell'uomo in merito all’eccessiva durata delle procedure giudiziarie.

Per approfondire:

 

2. La CEPEJ è composta dai rappresentanti dei 47 stati membri del Consiglio d’Europa. I destinatari della sua azione sono le autorità pubbliche incaricate dell’amministrazione della giustizia (Ministeri della Giustizia, Consigli Superiori della Magistratura), i tribunali e gli operatori del diritto. Diversi osservatori, espressione di associazioni professionali o paesi non membri del Consiglio d’Europa, partecipano egualmente alle sue attività.

 

3. La CEPEJ si dedica in particolare:

  1. Alla valutazione del funzionamento dei sistemi giudiziari europei: a questo fine, la CEPEJ pubblica ogni due anni un rapporto basato sull’analisi delle risposte fornite dai corrispondenti nazionali a 208 domande, che spaziano  dall’analisi delle risorse umane e finanziarie dei sistemi giudiziari al livello di informatizzazione dei tribunali, alla durata dei procedimenti civili, penali e amministrativi; questo rapporto vuole essere uno strumento di comparazione dei sistemi giudiziari e di orientamento delle politiche giudiziarie;

    Per approfondire:
  2. All’elaborazione di strumenti concreti per gli operatori del diritto, e alla condivisione di buone prassi a livello europeo riguardanti:
    1. La durata dei procedimenti giudiziari, allo scopo di garantire l’attuazione del principio della durata ragionevole del processo: incaricato di questo settore di attività è il Gruppo SATURN (Study and Analysis of Judicial Time Use Research Network – acronimo che rinvia egualmente al dio romano del tempo);
    2. La qualità della giustizia: il Gruppo CEPEJ-GT-QUAL ha, a questo fine, elaborato     strumento di portata molto ampia, che coprono aspetto quali l’uso delle nuove tecnologie nel settore della giustizia, compresa l’intelligenza artificiale (si veda l’articolo pubblicato in questa Rivista on line: http://www.questionegiustizia.it/articolo/cepej-adottata-la-prima-carta-etica-europea-sull-uso-dell-intelligenza-artificiale-ai-nei-sistemi-giudiziari_07-12-2018.php) o la definizione di indicatori per misurare la qualità della giustizia, per non citare che qualche esempio;
    3. La mediazione; il CEPEJ-GT-MED lavora all’ attuazione delle raccomandazioni pertinenti   della CEPEJ per sostenere i principali attori della mediazione e gli Stati con strumenti concreti e diversificati, ad esempio, sulla formazione e la qualificazione in materia di mediazione, l'accesso alla mediazione, la sensibilizzazione della magistratura, degli utenti della giustizia e del pubblico in generale,  etc.

 

4. Dei programmi di cooperazione sono inoltre effettuati con gli stati membri e non membri del Consiglio d’Europa, con l’obiettivo di promuovere l’attuazione degli strumenti e della metodologia della CEPEJ.

5. Nella sua 32ª riunione plenaria (Strasburgo, 13-14 giugno 2019), la CEPEJ ha adottato un kit di strumenti per l'attuazione delle linee guida sulla cybergiustizia: con questo testo la CEPEJ ho voluto condividere una serie di buone prassi riguardanti l’elaborazione e l’attuazione di progetto informatici (in particolare, i sistemi telematici di gestione delle procedure giudiziarie) e di documenti di programmazione strategica delle nuove tecnologie nel settore della giustizia. La CEPEJ ha inoltre adottato un manuale europeo per lo sviluppo della legislazione nazionale sulla mediazione e linee guida per la progettazione e il monitoraggio dei programmi di formazione dei mediatori.

6. Particolarmente interessante è stato lo scambio di vedute con una delegazione di giudici della Corte europea dei diritti dell’Uomo, premessa di una cooperazione ancor più fruttuosa tra le due istituzioni, con riguardo in particolare al possibile sviluppo di indicatori in materia di qualità e di efficacia della giustizia.

 

FONTI

CEPEJ: https://www.coe.int/en/web/cepej/home/

Rapporto Evaluation of the Judicial System: https://www.coe.int/en/web/cepej/cepej-work/evaluation-of-judicial-systems

Gruppo SATURN: https://www.coe.int/en/web/cepej/cepej-work/saturn-centre-for-judicial-time-management

Gruppo CEPEJ-GT-QUAL: https://www.coe.int/en/web/cepej/cepej-work/quality-of-justice

Gruppo CEPEJ-GT-MED: https://www.coe.int/en/web/cepej/cepej-work/mediation

Kit di stumenti per la Cybergiustizia: https://rm.coe.int/cepej-toolkit-cyberjustice-en-cepej-2019-7/168094ef3e

Manuale europeo per lo sviluppo della legislazione nazionale sulla mediazione: https://rm.coe.int/cepej-2019-9-en-handbook/1680951928

Linee guida Mediation Development Toolkit Ensuring implementation of the CEPEJ Guidelines on mediation: https://rm.coe.int/cepej-2019-8-en-guidelines-mediation-training-schemes/168094ef3a

 

 

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II - La Commissaria per i diritti umani

di Marika Ikonomu

 

1. Ethnic profiling: una pratica che persiste in Europa. Il commento della Commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa / Ethnic profiling: a persisting practice in Europe. Human rights comment, 9.05.2019.

PAROLE CHIAVE IT/ENG:

Definizione di profili in base all’etnia, principio di non discriminazione, razzismo istituzionalizzato, minoranze, intelligenza artificiale, pratiche discriminatorie.

Ethnic profiling, prohibition of discrimination, institutionalized racism, minorities, artificial intelligence, discriminatory practices.

 

Cosa si intende per «definizione di profili in base all’etnia»? L’utilizzo da parte delle forze di polizia, senza alcun obiettivo specifico, né alcun giustificato motivo, di elementi come la razza, il colore della pelle, la lingua, la religione, la nazionalità o l’appartenenza a una determinata etnia, nell’ambito di attività di controllo, sorveglianza o indagine. La Commissaria per i diritti umani denuncia il ricorso frequente a queste categorie in ambito penale da parte di molti Stati membri, nonché l’ampia discrezionalità offerta alle forze di pubblica utilità, che porta molto spesso all’identificazione, di gruppi o individui, fondata sul colore della pelle o sulla lingua parlata. Tale pratica si pone in netto contrasto con l’art. 14 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, il quale sancisce il principio di non discriminazione: «il godimento dei diritti e delle libertà […] deve essere assicurato senza nessuna discriminazione, in particolare quelle fondate sul sesso, la razza, il colore, la lingua, la religione, le opinioni politiche o quelle di altro genere, l’origine nazionale o sociale, l’appartenenza a una minoranza nazionale, la ricchezza, la nascita od ogni altra condizione».

Il perimetro in cui oggi si assiste maggiormente a tale pratica rimane quello dell’attraversamento della frontiera, come ad esempio avviene nei confronti di soggetti a cui viene impedito di lasciare lo Stato, di cui sono cittadini, perché appartenenti a minoranze. Notevolmente pericolosa, inoltre, la definizione di profili in base all’etnia in campo penale, dove è stata riscontrata una maggiore severità della pena, spesso causata da pregiudizi, nei confronti di soggetti appartenenti a minoranze.

In Francia, ad esempio, un’indagine nazionale ha dimostrato come, su 5.000 casi analizzati, giovani di origini arabe o africane sono soggetti a controlli da parte della polizia con un rischio venti volte superiore rispetto a qualsiasi altro gruppo di giovani. Ancora, la pratica in esame è fortemente utilizzata in tutta Europa nei confronti di soggetti appartenenti alla minoranza Rom.

Un’attività che è stata più volte condannata dalla Corte Edu, la quale in numerose decisioni ha denunciato il cd. razzismo istituzionalizzato (institutionalized racism). Nella sentenza Timishev c. Russia, la Corte ha infatti affermato che una società democratica moderna, basata sui principi di pluralismo e rispetto per le diverse culture, non può accettare una differenza nel trattamento fondata esclusivamente, o in ampia misura, sulle origini etniche di un soggetto. È dunque onere del Governo, qualora vi sia stata una differenza nel trattamento, dimostrare che tale differenziazione sia stata giustificata da altri elementi.

La Corte ha poi utilizzato per la prima volta il termine ethnic profiling nella sentenza Lingurar c. Romania, decisione di condanna dello Stato per aver violato l’art. 14 (divieto di discriminazione) della Convenzione, in combinato disposto con l’art. 3 (proibizione della tortura). Il caso riguarda un fatto accaduto nel 2011: un blitz della polizia nell’abitazione di una famiglia Rom, giustificato esclusivamente su basi razziali. La Corte ha considerato l’azione della polizia un’azione discriminatoria, a causa del collegamento automatico, operato dalle forze dell’ordine, tra l’appartenenza a una determinata etnia e il comportamento criminale.

La Commissaria ricorda, inoltre, una sentenza della Svea Court Appeal, con sede a Stoccolma, che, all’esame di un’azione introdotta da numerosi soggetti di origine Rom, inseriti dalla polizia in un registro per il solo fatto di appartenere a tale minoranza, ha richiesto al Governo di provare un’ulteriore valida ragione, che giustifichi l’iscrizione di tali soggetti; tuttavia, nell’impossibilità del Governo di fornire motivazioni ragionevoli, la Corte ha condannato l’azione della polizia sulla base dell’articolo 14 e dell’articolo 8 (diritto al rispetto della vita privata e familiare) della Cedu.

Il pericolo fino ad ora descritto, secondo la Commissaria Mijatović, è a rischio di incremento con l’introduzione di meccanismi di intelligenza artificiale, ancora sperimentali, nei sistemi di giustizia penale. La minaccia che può conseguirne è quella di riprodurre pregiudizi sistemici presenti nei dati che verrebbero forniti al dispositivo, il quale valuterebbe come maggiore rischio l’appartenenza a una minoranza etnica o religiosa.

È necessario dunque, secondo la Commissaria, non solo sensibilizzare la popolazione attorno a questo tema, ma soprattutto adottare legislazioni che siano in grado di porre un freno e proibire tali pratiche discriminatorie, circoscrivendo i poteri discrezionali delle forze di polizia. E sono proprio tali soggetti a dover evitare la diffusione di pregiudizi legati all’etnia, all’origine nazionale o allo status migratorio; una responsabilità che, tuttavia, coinvolge anche i media e la società nel suo complesso, poiché tutti gli attori in campo devono partecipare alla costruzione di comunità più inclusive e tolleranti, che siano portatrici di un’educazione ai diritti umani.

 

Per approfondire:

 

 

2.Intelligenza artificiale e diritti umani. La raccomandazione della Commissaria per i diritti umani / Artificial intelligence and human rights. The Commissioner’s Recommendation, 14.05.2019

PAROLE CHIAVE IT/ENG

Intelligenza artificiale, giusto bilanciamento tra sviluppo tecnologico e diritti umani, esigenza di regolamentazione, divieto di discriminazione, controllo umano dei sistemi di intelligenza artificiale.

Artificial intelligence, right balance between technological development and human rights, need to establish a legal framework, prohibition of discrimination, human control of artificial intelligence systems.

 

La Raccomandazione della Commissaria per i diritti umani, pubblicata nel mese di maggio, si pone come obiettivo quello di sensibilizzare gli Stati membri del Consiglio d’Europa, così come qualsiasi soggetto privato interessato, sul tema dell’intelligenza artificiale. Considerata la presenza significativa di qualsiasi tipo di tecnologia nella vita quotidiana di ognuno, occorre riflettere sull’impatto che tali tecnologie possono avere sulla sfera dei diritti umani: l’individuazione di un giusto bilanciamento tra lo sviluppo tecnologico e la protezione dei diritti fondamentali rimane una questione urgente, secondo la Commissaria Mijatović. La Raccomandazione delinea, dunque, dieci misure fondamentali per facilitare la realizzazione di tale bilanciamento.

Nonostante non vi sia una definizione ufficiale di «intelligenza artificiale», con tale concetto si intende l’insieme di scienze, teorie e tecniche dedicate allo sviluppo di macchinari orientati, alla realizzazione di compiti per cui sono necessarie facoltà cognitive.

L’intelligenza artificiale comporta dunque opportunità e rischi. Di conseguenza, afferma la Commissaria, tale innovazione deve necessariamente rafforzare i diritti umani, e non danneggiarli: una regolamentazione sistematica della materia, che trova le fondamenta nel sistema internazionale di garanzie dei diritti umani, può perciò prevenire o attenuare le conseguenze negative prodotte dall’intelligenza artificiale.

Tutti gli Stati membri, vista l’urgenza della materia, dovrebbero delineare un quadro normativo che preveda procedure, a disposizione della pubblica autorità, che valutino l’impatto che l’intelligenza artificiale può avere sulla sfera dei diritti fondamentali. I sistemi di intelligenza artificiale dovrebbero inoltre essere soggetti a controlli esterni, da parte di organismi indipendenti, al fine di classificare eventuali rischi per la garanzia dei diritti. Qualora tali controlli esterni individuino un rischio concreto di violazione dei diritti umani, la pubblica autorità dovrebbe immediatamente sospendere l’utilizzo degli strumenti adottati.

Le tecnologie di intelligenza artificiale corrono spesso il rischio di violare l’art. 14 della Convenzione Edu, ossia il divieto di discriminazione. Al punto 6 della Raccomandazione, la Commissaria ha voluto perciò sottolineare la necessità di prestare particolare attenzione nei confronti di determinati gruppi, i cui diritti rischiano di essere violati con maggiore probabilità. In particolare, i gruppi considerati a rischio vulnerabilità sono, tra gli altri, le donne, gli anziani, i membri della comunità LGBTI, minoranze etniche o religiose. Le autorità sono tenute a verificare che le informazioni fornite ai sistemi utilizzati non comportino l'automatica identificazione e classificazione sulla sola base dell’appartenenza a determinate minoranze.

Gli Stati hanno dunque il dovere di proteggere i singoli dall’utilizzo discriminatorio di tali strumenti, assicurando trasparenza e controllo delle informazioni fornite ai sistemi in questione, garantendo al contempo il diritto al rispetto della vita privata ex art. 8 della Convenzione Edu, nonché il diritto all’autodeterminazione informativa.

La Commissaria, attraverso la regolamentazione del fenomeno, pone come obiettivo il “controllo umano” (human control) dei sistemi di intelligenza artificiale, anche nel caso in cui tali sistemi prendano decisioni senza la necessità di un intervento umano. Occorre inoltre che vengano definiti precisi margini di responsabilità per la violazione dei diritti umani e, di conseguenza, rimedi effettivi ed efficaci di fronte ad autorità nazionali.

 

Per approfondire:

 

 

3. Lettera al Presidente del Senato polacco / Letter to the Marshal of the Senate of the Republic of Poland, 22.05.2019

PAROLE CHIAVE IT/ENG

Condanna all’ergastolo, riforma del codice penale, liberazione condizionale, pubblica sicurezza e diritti fondamentali del detenuto, rieducazione del condannato.

Life-sentenced prisoners, reform of the Criminal Code, conditional release, public safety and fundamental rights of prisoners, re-educating the convicted.

 

La Commissaria per i diritti umani, il 22 maggio 2019, ha inviato una lettera al Presidente del Senato polacco, esprimendo una forte preoccupazione per i diritti fondamentali dei condannati all'ergastolo, minacciati da una nuova proposta di riforma governativa. La lettera, indirizzata a Stanislaw Karczewski, evidenzia la seria minaccia che la riforma del codice penale, introdotta dal Governo e adottata dalla Camera bassa del Parlamento il 16 maggio, costituisce per i diritti di tali soggetti: in particolare, la proposta di emendare l’art. 77 del c.p. mira a eliminare la possibilità, per un soggetto condannato all’ergastolo, di beneficiare della liberazione condizionale, nonché a introdurre l’opportunità per i tribunali di negare tale istituto qualora la natura e le circostanze del reato, oltre alle qualità personali, possano rivelarsi un pericolo per la vita, la salute o la libertà di altri soggetti.

La Commissaria mette in luce le critiche provenienti anche da organi interni allo Stato, i quali denunciano la violazione, non solo di norme internazionali, ma soprattutto della Costituzione polacca.

È certamente una prerogativa dello Stato quella di proteggere i cittadini da delitti gravi, designando un sistema di giustizia penale e imponendo condanne all’ergastolo qualora necessario; tuttavia, tali azioni non possono contravvenire agli standard del Consiglio d’Europa, ai diritti fondamentali garantiti dalla Convenzione, né ai principi individuati dalla giurisprudenza della Corte. La Commissaria richiama alcune sentenze in tema di ergastolo: affinché una sentenza di condanna all’ergastolo sia compatibile con l’art. 3 (proibizione della tortura), afferma Dunja Mijatović, deve esistere per il detenuto una prospettiva di liberazione, de iure e de facto, così come ribadito dalla Grande Camera in una decisione del 2013, Vinter e altri c. Regno Unito. Un tema ripreso dalla Raccomandazione (2003) 22 del Comitato dei Ministri, dove viene chiaramente ribadita la necessità che la legge preveda l’opportunità di revisione della decisione e la possibilità di liberazione condizionale a tutti i soggetti che hanno subito una condanna: una prospettiva che deve esistere nell’immaginario dell’ergastolano, e che non deve essere sostituita dalle decisioni discrezionali del Presidente (presidential clemency).

Riconoscendo l’impopolarità della difesa dei diritti di chi ha subito condanne per reati gravi, la Commissaria ricorda che la Convenzione Edu protegge i diritti di tutti gli esseri umani, senza eccezioni, comprendendo anche chiunque sia colpevole di delitti gravi. Qualora un detenuto, dunque, non abbia alcuna prospettiva di libertà e la sua condanna sia immutabile, si incorre nell’inosservanza, da un lato, dell’approccio umanitario che dovrebbe guidare la rieducazione dei detenuti e, dall’altro, di quel principio che riconosce ad ogni essere umano la dignità, principio su cui trovano fondamento la legislazione internazionale e la Costituzione polacca.

Invitando il Presidente del Senato ad adottare una procedura che permetta a tutte le parti interessate di esprimersi in merito a tale riforma, la Commissaria Mijatović evidenzia con preoccupazione la rapidità di approvazione degli emendamenti e invita le istituzioni polacche ad assicurare il rispetto della Convenzione e della giurisprudenza della Corte Edu.

 

FONTI

https://www.coe.int/en/web/commissioner/-/the-commissioner-regrets-the-adoption-by-the-polish-sejm-and-senate-of-legislation-on-life-imprisonment-which-is-contrary-to-the-case-law-of-the-europ

 

 

4. L’indipendenza dei giudici e la giustizia a rischio / The independence of judges and the judiciary under threat. Human rights comment, 3.09.2019

PAROLE CHIAVE IT/ENG

Principio dell’indipendenza della magistratura, Stato di diritto, separazione dei poteri, procedimenti disciplinari, stato di emergenza in Turchia.

The independence of judges, Rule of Law, division of authority, disciplinary proceedings, state of emergency in Turkey.

 

La Commissione di Venezia, un organo consultivo del Consiglio d’Europa specializzato in questioni costituzionali, ha più volte evidenziato che «lo Stato di diritto, se non si favorisce l’accesso ai diritti umani, è semplicemente un involucro, vuoto». La Commissaria Dunja Mijatović, partendo da tale presupposto, denuncia la tendenza da parte di diversi Stati membri, in tempi recenti, a limitare l’indipendenza del potere giudiziario. Il principio dell’indipendenza della magistratura nel suo complesso costituisce uno dei fondamenti dello Stato di diritto, nonché una componente essenziale per il funzionamento della democrazia e l’osservanza dei diritti umani. La Commissaria condanna, dunque, quei tentativi, da parte del potere esecutivo o legislativo, di esercitare una certa influenza sull’organo giudiziario, minando così la sua indipendenza.

Il principio dell’indipendenza dell’organo giudiziario è, anzitutto, garantito dalla Convenzione Edu ex art. 6 (diritto a un equo processo). Il Comitato dei Ministri, in attuazione di tale principio, ha approvato la Raccomandazione (2010) 12, documento rilevante in materia, che delinea tutte le componenti perché il potere giudiziario sia indipendente: ad esempio, si richiede che venga garantita l’indipendenza del singolo giudice affinché si renda indipendente la magistratura nel suo complesso; l’indipendenza dei giudici dovrebbe essere custodita e garantita da norme di rango costituzionale, che dovrebbero prevedere una chiara separazione tra i tre poteri dello Stato, esecutivo legislativo e giudiziario; ancora, gli standard del Consiglio d’Europa tracciano i criteri di nomina dei giudici, che dovrebbero fondarsi su meriti e qualifiche professionali, in un’ottica di pluralismo; infine, i giudici non dovrebbero temere alcun provvedimento disciplinare per decisioni non condivise dagli altri poteri statali. Ogni giudice, infatti, è responsabile della promozione e protezione dell’indipendenza dell’organo giudiziario nel suo complesso e dovrebbe essere posto nella posizione di partecipare al processo di legiferazione riguardante il funzionamento dell’organo.

La Commissaria Mijatović, durante le frequenti visite nei Paesi membri, ha riscontrato diverse violazioni di tale principio, ovvero tendenze alla politicizzazione dell’organo. Gli Stati segnalati sono, tra gli altri, l’Ungheria, la Polonia, dove si è rilevato un frequente uso di procedimenti disciplinari nei confronti dei giudici e dei pubblici ministeri maggiormente esposti, nonché la Romania, l’Italia, la Serbia e la Turchia. Per quanto concerne l’Italia, la Commissaria ha espresso preoccupazione per gli attacchi sui social media, da parte del Ministro dell’Interno allora in carica, nei confronti di magistrati le cui decisioni si ponevano in contrasto con la politica migratoria vigente, via via più restrittiva. Tali atteggiamenti hanno legittimato ulteriori attacchi, tra cui minacce di morte, nei confronti dei giudici, anche da parte della popolazione.

Il Consiglio d’Europa, ricorda la Commissaria, ha agito su diversi fronti, al fine di contrastare le ingerenze nel potere giudiziario. Nel caso Baka c. Ungheria, riguardante la deposizione anticipata di un giudice dalla carica di Presidente della Corte Suprema, per il solo motivo di aver contestato la riforma del sistema giudiziario, la Corte Edu ha riconosciuto una violazione della sua libertà di espressione, oltre a sottolineare l’importanza della partecipazione dei giudici al processo di riforma, riguardante non solo il loro status, ma anche il funzionamento del sistema nel complesso.

Infine, merita una speciale attenzione la costante violazione, più volte denunciata, e rilevata dalla Commissaria nella sua ultima visita, del principio dell’indipendenza della magistratura in Turchia. L’indipendenza di tale organo è stata gravemente indebolita, in particolar modo durante lo stato di emergenza: da un lato, le modifiche costituzionali riguardanti il Consiglio Superiore dei giudici e dei pubblici ministeri, dall’altro, la sospensione delle garanzie ordinarie dei magistrati, nonché le procedure di nomina, assegnazione e rimozione dalla carica. A seguito della visita nel Paese, infatti, la Commissaria ha dichiarato che «la Turchia deve adottare misure urgenti e necessarie al fine di ristabilire la fiducia nel potere giudiziario e riparare i danni inflitti allo Stato di diritto durante lo stato di emergenza e nel periodo successivo». Dunja Mijatović ha inoltre denunciato la tendenza da parte dell’organo giurisdizionale a proteggere gli interessi dello Stato a scapito della tutela dei diritti umani, rendendo così i processi penali una mera formalità. Non vi è sicurezza senza il rispetto dei diritti umani; al contempo, non vi è piena titolarità e fruizione dei diritti umani se non vi è sicurezza.

Gli Stati membri del Consiglio d’Europa hanno dunque il dovere di assicurare gli standard minimi europei in materia, e in particolar modo l’indipendenza del potere giudiziario.

 

Per approfondire:

 

 

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III - Pillole dal Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa
Estate 2019

di Eleonora Montanaro

 

PAROLE CHIAVE IT/ENG

Comitato dei Ministri, riunione ministeriale, presidenza francese, implementazione sentenze Corte EDU, Conferenze inquinamento dell’informazione, pena di morte, Bielorussia, ruolo Consiglio d’Europa.

Committee of Ministers, ministerial meeting, French presidency, implementing European Court of Human Rights judgements, fake news Conference, death penalty, Belarus, role of the Council of Europe.

 

1. I Ministri degli affari esteri discutono il ruolo del Consiglio d'Europa in occasione del 70° anniversario dell'Organizzazione / Ministers for Foreign Affairs to discuss the role of Council of Europe as the Organisation turns 70

I ministri degli affari esteri dei 47 Stati membri del CdE si sono incontrati per la riunione ministeriale annuale ad Helsinki, dal 16 al 17 maggio 2019. Questa importante occasione ha dato ai ministri la possibilità di discutere e decidere su alcune questioni che risultano fondamentali per il futuro dell'Organizzazione, che si trova ad affrontare un periodo di crisi. I lavori sono stati aperti dal rapporto presentato dall'allora Segretario Generale Thorbjørn Jagland, riguardante appunto le sfide future ed il conseguente rafforzamento che l'Organizzazione deve affrontare. Durante la giornata sono poi stati discussi altri punti, tra cui il ruolo svolto dal Consiglio d'Europa nella risoluzione dei conflitti e delle crisi in Europa, l'importanza di garantire un costante funzionamento del sistema della Convenzione europea dei diritti dell'uomo e le rilevanti azioni portate avanti dalla cooperazione tra CdE e Unione Europea.

Durante la giornata del 16 maggio si è tenuta anche una cerimonia organizzata per celebrare il 70° anniversario del Consiglio d'Europa, all'interno della quale i governi di diversi Paesi hanno avuto la possibilità di firmare e ratificare un certo numero di Convenzioni del CdE.

Infine, al termine della sessione ministeriale, presieduta dal ministro finlandese degli affari esteri Timo Soini, la presidenza del Comitato dei Ministri è stata ceduta alla Francia. In questa occasione, il Segretario di Stato francese per gli Affari europei, Amélie de Montchalin, ha infatti presentato le priorità della presidenza del suo Paese: preservare e rafforzare il sistema europeo di protezione dei diritti umani, promuovere l'uguaglianza e il vivere insieme, nonché adattare il Consiglio d'Europa ai tempi più moderni, in cui si affronta la necessità di fornire risposte alle nuove sfide in materia di diritti umani e stato di diritto (in particolare ricordiamo le questioni legate alla tecnologia digitale e all'intelligenza artificiale).

 

Per approfondire

 

2. Attuazione delle sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo: le ultime decisioni / Implementing European Court of Human Rights judgments: the latest decisions

In data 4 giugno 2019, il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa ha tenuto il suo incontro trimestrale dedicato alla supervisione dell’esecuzione delle sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo da parte degli Stati membri, che sono tenuti ad attuare le sentenze emesse dalla Corte in virtù dell’articolo 46 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Il CM svolge l’importante funzione di analizzare le informazioni fornite dalle autorità nazionali, dalle ONG e dalle parti interessate di ogni Stato membro coinvolto in una data sentenza, supervisionandone la giusta esecuzione tramite decisioni prese alla fine di ogni sessione, che vengono immediatamente pubblicate. In occasione della più recente riunione trimestrale, il Comitato ha adottato 32 decisioni riguardanti 16 Stati membri, ed inoltre, anche delle risoluzioni finali per 477 sentenze e decisioni della Corte concernenti Armenia, Azerbaigian, Bulgaria, Germania, Grecia, Ungheria, Islanda, Italia, Lituania, Malta, Repubblica di Moldova, Portogallo, Romania, Russia, Serbia, Turchia e Ucraina.

Alla fine della riunione, il CM ha adottato un elenco indicativo di casi che verranno esaminati in sede di riunione in formato “Diritti umani” (CM-DH) che si terrà nel mese di settembre 2019.

 

Per approfondire

 

“Inquinamento” dell’informazione – Conferenza tenutasi a San Marino /Tackling information pollution – high-level conference in San Marino

Il cosiddetto “inquinamento dell’informazione” appare come un fenomeno che acquisisce sempre più importanza durante l’era dei social media e che presenta diverse problematiche da analizzare ed affrontare. Durante gli ultimi anni, specialmente in seguito al voto per il referendum sulla Brexit, l’elezione di Trump a presidente degli Stati Uniti e la più recente decisione del Kenya di annullare il risultato delle proprie elezioni elettorali, la discussione si è focalizzata su come questo disordine all’interno delle informazioni che circolano specialmente sulle piattaforme online possa influenzare le democrazie. In particolar modo, la questione diventa preoccupante nel momento in cui le campagne di disinformazione causano effetti sul lungo periodo all’interno degli affari politici dei diversi Paesi, risultando in un aumento della sfiducia da parte della popolazione nei confronti dei leader politici, contribuendo infine ad aumentare le divisioni culturali, raziali e religiose all’interno di una data società.

Per analizzare il pericolo della disinformazione e delle fake news, sempre più presenti nel dialogo politico, una Conferenza di alto livello è stata organizzata a San Marino il 10 maggio 2019. La Conferenza è stata introdotta da Thorbjørn Jagland, allora Segretario Generale del Consiglio d’Europa, e da Antonio Guterres, Segretario Generale delle Nazioni Unite, entrambi intervenuti tramite dei videomessaggi. A seguire, dopo il discorso di Nicola Renzi, ministro degli esteri, degli affari politici e della giustizia di San Marino, i partecipanti alla Conferenza hanno discusso come affrontare il fenomeno fake news e salvaguardare i cittadini all’interno dell’era della post-verità in cui ci troviamo.

A seguire, Patrick Penninckx, Capo del dipartimento della Società dell’Informazione del Consiglio d’Europa, ha presentato le attività rilevanti che il CdE porta avanti sul tema, come per esempio lo studio sul disordine dell’informazione (https://rm.coe.int/information-disorder-report-version-august-2018/16808c9c77), che fornisce una solida cornice concettuale da cui partire per affrontare il fenomeno; le raccomandazioni del Comitato dei Ministri sul pluralismo dei media e la loro trasparenza (https://search.coe.int/cm/Pages/result_details.aspx?ObjectId=0900001680790e13) nonché quelle sulla responsabilità degli intermediari su internet (https://search.coe.int/cm/Pages/result_details.aspx?ObjectID=0900001680790e14), le ultime dichiarazioni del CM sulla sostenibilità finanziaria e la qualità del giornalismo nell’era digitale (https://search.coe.int/cm/pages/result_details.aspx?objectid=090000168092dd4d), e sulla capacità di manipolare l’informazione tramite diversi algoritmi (https://search.coe.int/cm/pages/result_details.aspx?ObjectId=090000168092dd4b).

All’interno del Forum di San Marino si è discusso dei molteplici aspetti del fenomeno della disinformazione, nonché del suo impatto sui sistemi democratici e sullo stato di salute dell’informazione nell’era dei social media, affermando l’importanza di una corretta informazione, soprattutto per quanto riguarda i campi più delicati del discorso politico (come ad esempio, il campo medico).

 

Per approfondire

 

4. Pena di morte in Bielorussia: il CM condanna esecuzione / Death penalty in Belarus: execution condemned

Uno degli obiettivi strategici del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa rimane quello di integrare la Bielorussia all’interno del CdE, sulla base dei suoi principi e valori. Tuttavia, durante la riunione del Comitato dei Ministri del 19 giugno 2019, i Rappresentanti Permanenti hanno fortemente condannato l’esecuzione di Alyaksandr Zhylnikau, annunciata il 13 giugno. Il CM richiama le autorità della Bielorussia al fine di evitare l’esecuzione del signor Vyachaslau, condannato per lo stesso crimine di Zhylnikau, riaffermando la sua inequivocabile contrarietà alla pena di morta, reiterando il forte appello alla Bielorussia al fine di stabilire una moratoria sulle esecuzioni come primo passo verso la totale abolizione della pena di morte.

Il Comitato dei Ministri si riconferma pronto ad assistere le autorità bielorusse per quanto riguarda la promozione di un dibattitto pubblico sul tema della completa abolizione della pena di morte, come previsto nella Costituzione bielorussa.

In seguito, nella riunione del 10 luglio 2019, il CM ha adottato il Piano d’Azione per la Bielorussia 2019-2021: questo piano comprende diversi progetti e strumenti di collaborazione strategica, permettendo un approccio più strutturato per quanto riguarda le attività di cooperazione, basate sui tre pilastri del CdE.

 

Per approfondire:

 

5. Riunione del Comitato dei Ministri del giorno 4 settembre 2019 / Meeting of the Ministers' Deputies on 4 September 2019

Durante l’ultima riunione del Comitato dei Ministri, in giornata 4 settembre 2019, i Rappresentanti Permanenti hanno avuto la possibilità di confrontarsi con Elżbieta Franków-Jaśkiewicz, Presidente del Comitato di esperti sulla valutazione di misure contro il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo (MONEYVAL), dopo che quest’ultima ha presentato il rapporto annuale del Comitato di esperti dell’anno 2018.

Durante questa riunione del CM è stato anche assegnato il Diploma Europeo per le aree protette, un prestigioso premio conferito a quelle aree che si impegnano in maniera efficace ed esemplare per quanto riguarda la protezione di paesaggi naturali e semi-naturali in Europa, ritenuti particolarmente importanti per la conservazione della biodiversità. La risoluzione adottata dal CM attribuisce questo premio alla Riserva Naturale Wollmatinger Ried Untersee-Gnadensee (Germania), al Parco Nazionale del Triglav (Slovenia), alla costa di Purbeck (Regno Unito), alla Riserva Naturale di Minsmere (Regno Unito), al paesaggio protetto di Wachau (Austria), ed al Parco Nazionale di Teide (Spagna).

Per approfondire:

 

FONTI

Ministeriale del 16/17 maggio 2019 ad Helsinki: 
https://search.coe.int/directorate_of_communications/Pages/result_details.aspx?ObjectId=09000016809455c1

Attuazione delle sentenze della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo:
https://www.coe.int/en/web/portal/full-news/-/asset_publisher/Dgh51iCGvfbg/content/implementing-european-court-of-human-rights-judgmen-7?_101_INSTANCE_Dgh51iCGvfbg_languageId=it_IT

https://www.coe.int/en/web/portal/full-news/-/asset_publisher/Dgh51iCGvfbg/content/implementing-echr-judgments-latest-decisions-from-the-council-of-europe-s-committee-of-ministe-5?_101_INSTANCE_Dgh51iCGvfbg_languageId=it_IT

Conferenza sulla disinformazione tenutasi a San Marino:
https://www.coe.int/en/web/cm/news/-/asset_publisher/hwwluK1RCEJo/content/tackling-information-pollution-high-level-conference-in-san-marino/16695?inheritRedirect=false&redirect=https%3A%2F%2Fwww.coe.int%2Fen%2Fweb%2Fcm%2Fnews%3Fp_p_id%3D101_INSTANCE_hwwluK1RCEJo%26p_p_lifecycle%3D0%26p_p_state%3Dnormal%26p_p_mode%3Dview%26p_p_col_id%3Dcolumn-4%26p_p_col_pos%3D1%26p_p_col_count%3D2

Il CM condanna esecuzione in Bielorussia:
https://www.coe.int/en/web/cm/news/-/asset_publisher/hwwluK1RCEJo/content/declaration-by-the-committee-of-ministers-on-the-execution-of-alyaksandr-zhylnikau-in-belarus/16695?inheritRedirect=false&redirect=https%3A%2F%2Fwww.coe.int%2Fen%2Fweb%2Fcm%2Fnews%3Fp_p_id%3D101_INSTANCE_hwwluK1RCEJo%26p_p_lifecycle%3D0%26p_p_state%3Dnormal%26p_p_mode%3Dview%26p_p_col_id%3Dcolumn-4%26p_p_col_pos%3D1%26p_p_col_count%3D2

Riunione del Comitato dei Ministri del 4 settembre 2019:
https://www.coe.int/en/web/cm/news/-/asset_publisher/hwwluK1RCEJo/content/meeting-of-the-ministers-deputies-on-4-september-2019?inheritRedirect=false&redirect=https%3A%2F%2Fwww.coe.int%2Fen%2Fweb%2Fcm%2Fnews%3Fp_p_id%3D101_INSTANCE_hwwluK1RCEJo%26p_p_lifecycle%3D0%26p_p_state%3Dnormal%26p_p_mode%3Dview%26p_p_col_id%3Dcolumn-4%26p_p_col_pos%3D1%26p_p_col_count%3D2

 

 

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IV - Pillole dall'Assemblea Parlamentare del Consiglio d'Europa
Estate 2019

di Silvia Moretti

1. Commissione Permanente dell’Assemblea Parlamentare del 24 maggio: Inquinamento dell’aria e nuove partnership

PAROLE CHIAVE IT/ENG

APCE, Commissione permanente, Parlamento Marocco, inquinamento aria, salute pubblica, sviluppo urbano sostenibile, inclusione sociale, educazione, cultura, elezioni Ucraina, Nord-Macedonia, Partnership Parlamento Marocco

PACE, Standing Committee, Parliament of Morocco, air pollution, public health, sustainable urban development, social inclusion, education, culture, Ukraine elections, North-Macedonia, Partnership with the Parliament Morocco

 

La Commissione permanente dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa (APCE) si è riunita il giorno 24 maggio a Parigi sotto la presidenza francese del Consiglio dei Ministri. In tale occasione sono stati discussi numerosi temi tra i quali: Inquinamento dell’aria, una possibile partnership con il Parlamento del Marocco, , salute pubblica, sviluppo urbano sostenibile, educazione e cultura oltre che la situazione post elettorale in Ucraina e Macedonia del Nord.

1.1. Risoluzione 2286: Consiglio d’Europa e diritto all’aria pulita

Con la Risoluzione 2286, “Inquinamento dell’aria: Una sfida per la salute pubblica in Europa” (Air Pollution: A Challenge for Public Health in Europe) è stato ribadito il diritto all’aria pulita come diritto umano che necessita urgenti politiche nazionali ed internazionali. Il Rapporto di Serhii Kiral (Ucraina, gruppo EC), descrive infatti una realtà in lenta evoluzione. Nonostante si possa constatare come le norme dell’Unione Europea (UE) siano un punto di riferimento per gli Stati membri, queste devono allinearsi con le più stringenti linee guida del World Helth Organization (WHO) sulla qualità dell’aria. Si rendono urgenti nuove misure per limitare la circolazione dei veicoli diesel e per un controllo puntuale dei filtri delle auto. In più, i paesi non-UE dovrebbero seguire le linee del WHO ed integrarle a livello nazionale, così da proteggere la salute pubblica.

In particolare, l’Assemblea ha ribadito il supporto al Piano d’azione del WHO adottato nel 2018 (the Geneva Action Agenda to Combat Air Pollution) ed ha manifestato la volontà di una cooperazione con l’Agenzia europea dell’ambiente (the European Environment Agency, EEA) e con il Network europeo dell’informazione e dell’osservazione dell’ambiente (European Environment Information and Observation Network, Eionet), per monitorare i livelli di inquinamento reale dell’aria.

Nella Risoluzione è stata anche menzionata l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite sugli Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals, SDGs), in particolare: Obiettivo 3 (Buona salute e benessere delle persone), Obiettivo 7 (Energia pulita e accessibile), Obiettivo 11.2 (Accesso a trasporti sostenibili), Obiettivo 11.6 (Qualità dell’aria e managment dello spreco nelle città) e l’Obiettivo 13 (Cambiamento climatico). Nel rapporto si fa poi riferimento al Protocollo di Goteborg della Commissione economica per l’Europa (United Nations Economic Commission for Europe, UNECE) nonché la Convenzione di Stoccolma sugli inquinanti organici persistenti (Stockholm Convention on Persistent Organic Pollutants), strumenti importanti per la salvaguardia dell’ambiente.

Secondo rapporti del WHO e dell’UE, l’inquinamento dell’aria ha causato, nell’area dei Paesi membri del CoE, almeno 753.000 morti. L’APCE ribadisce quindi l’importanza di fissare aree di aria pulita vicino alle scuole, di favorire gli investimenti per tecnologie verdi nelle industrie e di considerare misure speciali di limitazione per le macchine diesel, definite come “un disastro da una prospettiva di salute pubblica” (“a disaster from a public health perspective”).

1.2. Nuove partnership per la democrazia con il parlamento del Marocco

Durante la Conferenza a Parigi è stata adottata la Risoluzione 2282 “ Valutazione della partnership per la democrazia in rapporto al Parlamento del Marocco (Evaluation of the partnership for democracy in respect of the Parliament of Morocco). Con questa Risoluzione, il Marocco, primo stato ad aver presentato la domanda con la Risoluzione del 2011 (Resolution 1818), è diventato partner democratico del CdE.

Nel corso di questi anni, l’Assemblea ha costantemente seguito i progressi democratici fatti dal Marocco e, con la Risoluzione del 24 maggio, ha valutato positivamente le riforme volte a migliorare lo stato della democrazia in questo paese. Entrando nel vivo, l’Assemblea nota con favore gli sforzi, ancora in atto, per l’abolizione della pena di morte ed incoraggia il parlamento marocchino a ratificare il Secondo protocollo opzionale della convenzione internazionale sui diritti civili e politici (Second Optional Protocol to the International Covenant on Civil and Political Rights).

Nella Risoluzione vengono anche sottolineati gli sforzi, non senza difficoltà, per favorire elezioni libere e democratiche ed incoraggia a ratificare tutte quelle convenzioni essenziali per la creazione di un’area legale comune tra l’Europa ed il Marocco (sulla mutua assistenza amministrativa, sulla contraffazione di prodotti medici, sul trattamento inumano, sul traffico di esseri umani e sulla violenza di genere e domestica).

Il Parlamento del Marocco ha fatto dei notevoli progressi con la riforma del sistema giudiziario, garantendo che il pubblico ministero sia slegato dal ministero della giustizia, nonché progressi importanti nelle politiche sulla migrazione, basate su approcci inclusivi ed omnicomprensivi. Si chiede poi al Marocco di prendere immediate misure per abolire dal codice penale la criminalizzazione delle relazioni tra persone dello stesso sesso nonché di trovare una soluzione politica per il Sahara occidentale e le violazioni dei diritti umani in atto in quella regione. Naturalmente, L’APCE continuerà il lavoro di controllo per l’implementazione di queste riforme e per l’assistenza al Parlamento marocchino.

 

FONTI

Draft Agenda, AS/Per (2019) OJ 02 rev3 21/05/2019 (visto: 20/06/2019)
http://website-pace.net/documents/10643/5873199/AS-PER-2019-OJ-02-EN.pdf/8389b43a-1bff-4752-8c87-5789c559b6ab

Commissione permamente a Parigi Articolo sito APCE, 15/05/2019 (visto: 20/06/2019)
http://assembly.coe.int/nw/xml/News/News-View-EN.asp?newsid=7482&lang=2&cat=17

Inquinamento aria, Articolo sito APCE, 24 /05/2019 (visto: 20/06/2019)
http://assembly.coe.int/nw/xml/News/News-View-EN.asp?newsid=7495&lang=2&cat=17

Risoluzione 2282 (2019) Provisional version (visto: 20/06/2019)
http://assembly.coe.int/nw/xml/XRef/Xref-XML2HTML-en.asp?fileid=27712&lang=en

 

2. Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa: Sessione estiva 2019

PAROLE CHIAVE IT/ENG

Convenzione di Istanbul, eguaglianza di genere, diritti di genere, Federazione russa, budget, elezioni,  giudici Corte europea dei diritti dell’uomo, Segretario generale.

Istanbul Convention, Gender Equality, Gender Rights, Russian Federation, Budget, Elections, Judges European Court of Human Rights, Secretary General.

 

Durante l’estate si è tenuta la terza Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa, in data 24-28 giugno. Gli argomenti più dibattuti, e che hanno avuto maggior risonanza, sono stati quelli sull’uguaglianza di genere e la Convenzione di Istanbul, le questioni riguardanti il budget e la situazione della Russia.

 

2.1. Convenzione di Istanbul e Gender Equality all’APCE di giugno

Durante la sessione del 25 giugno sono state adottate due importanti risoluzioni riguardanti i diritti delle donne: una sulla violenza contro le donne e l’altra sulla parità di genere.

Per quanto riguarda la prima, il Rapporto La Convenzione di Istanbul sulla violenza contro le donne: Risultati e sfide (The Istanbul Convention on violence against women: achievements and challenges) elaborato da Zita Gurmai (Ungheria, gruppo SOC) è passato con 89 voti a favore, 3 contraro e 4 astenuti (la delegazione italiana ha votato tutta a favore). Tale rapporto ha come obiettivo quello di spingere il maggior numero di Stati membri a ratificare la Convenzione di Istanbul, definita da Gurmai come ‘lo strumento legale internazionale più avanzato e completo per prevenire e combattere la violenza contro le donne e la violenza domestica’ (“the most advanced and comprehensive international legal instrument on preventing and combating violence against women and domestic violence”). La Convenzione è stata ratificata da 34 stati membri e firmata da 11, Unione Europea Compresa. Nonostante i grandi passi avanti, il rapporto sottolinea il gap tra legge e la sua implementazione. A tal fine, l’Assemblea ha deciso di incrementare la collaborazione con il GREVIO, il gruppo di esperti del Consiglio d’Europa sulle azioni contro le violenze di genere e domestiche, e con la Commissione per la parità di genere, sempre del Consiglio d’Europa.

Il secondo Rapporto, Verso un’ambiziosa agenda del CoE per l’uguaglianza di genere ( Towards an ambitious Council of Europe agenda for gender equality) è passato con 89 voti a favore, 5 contrari e 4 astenuti (tra gli astenuti Simone Billi, deputato Lega). La Rapporteur Elvira Kovács (Serbia, gruppo EPP/CD), ha sottolineato gli importanti passi in avanti fatti degli stati membri del Consiglio, i trattati firmati come anche i testi non vincolanti (non-binding texts) approvati dal Comitato dei Ministri e dall’AP. Nonostante ciò, come era stato già ribadito dalla Commissione Parità in data 5 giugno, si sono riscontrati dei backlash in molti paesi membri che impongono un’attenzione maggiore ed un impegno politico per evitare ulteriori contraccolpi. La Commissione ha quindi proposto una serie di misure, ha ribadito la necessità di attuare la Strategia per l’uguaglianza di genere 2018-2023 (Gender Equality Strategy 2018-2023) del Consiglio d’Europa ed ha confermato il sostegno per l’implementazione, da parte degli Stati membri, dell’obiettivo numero 5 sull’uguaglianza di genere promosso dalle Nazioni Unite ( United Nations’ Sustainable Development Goals, SDG n 5).

 

Per approfondire:

 

2.2. Federazione russa e Assemblea Parlamentare: Progressi e sfide

La Federazione russa è stata protagonista dell’Assemblea Parlamentare di giugno su due punti: L’adozione del Budget 2020-2021 e l’adozione delle nuove Regole di procedura riguardanti credenziali e diritto al voto.

Per quanto riguarda il primo punto, le pressioni sul budget, dovute principalmente alle insicurezze riguardo al contributo obbligatorio russo, creano non poche incertezze sul ruolo del Consiglio. Nonostante ciò, come si evince dal Rapporto di Mart van de Ven (Paesi Bassi, gruppo ALDE), il Consiglio d’Europa, che si trova a celebrare il suo 70esimo anniversario, ha il know-how e le expertise necessarie per adattarsi a questa situazione precaria. E’ stata ribadita la volontà dell’Assemblea di concentrarsi sui tre pilastri del programma di lavoro del CdE e sull’implementazione di varie strategie trasversali pluriennali, in modo da arrivare ad un una crescita del budget o quantomeno ad uno ‘zero real growth’.

Riguardo l’adozione delle regole di procedura per la votazione dei candidati russi, la presidente dell’Assemblea Parlamentare Liliane Maury Pasquier, prima telefonicamente e poi con un incontro con i rappresentanti, ha iniziato un dialogo con la Federazione russa già prima dell’inizio dell’APCE.

Il candidato proposto dalla delegazione russa, Leonid Slutskiy, non ha ricevuto la maggioranza dei voti. Secondo le regole di procedimento, il candidato, proposto dallo stato membro, viene dichiarato eletto senza voto a meno che non venga richiesto da almeno venti rappresentanti, in tal caso si procede tramite voto segreto a maggioranza relativa. Rientrando nel secondo caso, si è proceduto con voto segreto e, dopo due votazioni, il seggio è rimasto vacante. Sono invece state ratificate le ‘credentials’ con 116 voti a favore (la delegazione italiana ha votato tutta a favore) dopo un ricorso sul piano sostanziale (substantial grounds). Si è superato il ricorso con la richiesta che la “chiara offerta di dialogo” ( “Clear offer to dialogue”) dell’Assemblea Parlamentare sia reciproca e che porti a risultati concreti. L’Assemblea ha chiesto poi alla Russia di adempiere ad una serie di raccomandazioni riguardo a veri temi spinosi (tra gli altri: soldati ucraini, volo MH17, diritti LGBT e Cecenia). Riguardo al ricorso separato sul piano procedurale, non essendo la commissione riuscita ad adottare la Relazione per il regolamento dell'Assemblea, la Presidente APCE lo ritiene ancora in vigore. L’effetto è che i delegati russi avranno provvisoriamente gli stessi diritti degli altri membri dell’Assemblea.

 

2.3 Elezioni dei giudici della Corte Europea dei diritti dell’uomo e nuovo Segretario generale dell’APCE

Durante la sessione dell’APCE sono stati anche eletti due giudici della Corte europea dei diritti dell’uomo (European Court of Human Rights, ECTHR). I giudici della Corte vengono votati dall’Assemblea da una rosa di tre candidati  fornita dallo Stato membro. In data 26 giugno è stato eletto Peeter Roosma come giudice estone della Corte mentre, in data 27 giugno, alla seconda votazione, è stata eletta la giudice Anja Seibert-Fohr per la Germania. Entrambi inizieranno il mandato da gennaio 2020 e resteranno in carica per nove anni.

Infine, durante l’Assemblea Parlamentare è stata eletta anche la nuova Segretaria generale del Consiglio d’Europa, Marija Pejcinovic Buric della Croazia che succede il segretario uscente Thorbjørn Jagland della Norvegia. Pejcinovic Buric vince con una maggioranza assoluta (159 voti) contro il belga Didier Reynders (105 voti).

 

FONTI

The Istanbul Convention on violence against women: achievements and challenges
http://assembly.coe.int/nw/xml/XRef/Xref-XML2HTML-en.asp?fileid=27718&lang=en

Convenzione di Istanbul, Articolo da sito CoE 25/06/2019 (visto: 12/09/2019)
http://assembly.coe.int/nw/xml/News/News-View-EN.asp?newsid=7542&lang=2&cat=8

Eguaglianza di genere, Articolo da sito CoE 5/06/2019 (visto: 12/09/2019)
http://assembly.coe.int/nw/xml/News/News-View-EN.asp?newsid=7513&lang=2&cat=135

Eguaglianza di genere, Articolo da sito CoE 25/06/2019 (visto: 12/09/2019)
http://assembly.coe.int/nw/xml/News/News-View-EN.asp?newsid=7541&lang=2&cat=8

 Budget CoE, Articolo da sito CoE 11/06/2019 (visto: 12/09/2019)
http://assembly.coe.int/nw/xml/News/News-View-EN.asp?newsid=7517&lang=2&cat=28

Spese AP 2020-2021, Articolo da sito CoE 11/06/2019 (visto: 12/09/2019)
http://assembly.coe.int/nw/xml/News/News-View-EN.asp?newsid=7516&lang=2&cat=28

Spese AP 2020-2021, Articolo da sito CoE 25/06/2019 (visto: 12/09/2019)
http://assembly.coe.int/nw/xml/News/News-View-EN.asp?newsid=7537&lang=2&cat=8

Russia-APCE, Articolo da sito CoE 6/06/2019 (visto: 12/09/2019)
http://assembly.coe.int/nw/xml/News/News-View-EN.asp?newsid=7514&lang=2&cat=15

Russia-APCE, Articolo da sito CoE 10/06/2019 (visto: 12/09/2019)
http://assembly.coe.int/nw/xml/News/News-View-EN.asp?newsid=7515&lang=2&cat=15

Russia, Elezione vice-presidente, APCE, Articolo da sito CoE 25/06/2019 (visto: 12/09/2019
http://assembly.coe.int/nw/xml/News/News-View-EN.asp?newsid=7535&lang=2&cat=8

Report sulle credenziali di voto. 25/06/2019 ( visto: 12/09/2019)
http://assembly.coe.int/nw/xml/XRef/Xref-XML2HTML-en.asp?fileid=27979&lang=en

Russia, Elezione vice-presidente, APCE, Articolo da sito CoE 26/06/2019 (visto: 12/09/2019)
http://assembly.coe.int/nw/xml/News/News-View-EN.asp?newsid=7544&lang=2&cat=8

Russia, Elezione vice-presidente, APCE, Articolo da sito CoE 28/06/2019 (visto: 12/09/2019)
http://assembly.coe.int/nw/xml/News/News-View-EN.asp?newsid=7559&lang=2&cat=8

Russia, credenziali delegazione , APCE, Articolo da sito CoE 26/06/2019 (visto: 12/09/2019)
http://assembly.coe.int/nw/xml/News/News-View-EN.asp?newsid=7547&lang=2&cat=8

Giudici corte: Estonia Articolo da sito CoE 26/96/2019 ( visto: 12/09/2019)
http://assembly.coe.int/nw/xml/News/News-View-EN.asp?newsid=7549&lang=2&cat=8

Giudici corte: Germania Articolo da sito CoE 27/96/2019 ( visto: 12/09/2019)
http://assembly.coe.int/nw/xml/News/News-View-EN.asp?newsid=7555&lang=2&cat=8

Nuovo Segretario generale, Articolo da sito CoE 26/96/2019 ( visto: 12/09/2019)
http://assembly.coe.int/nw/xml/News/News-View-EN.asp?newsid=7548&lang=2&cat=8+

Elezioni Segretario generale, Risultati votazione 26/96/2019 ( visto: 12/09/2019)
http://website-pace.net/documents/10643/5636795/20190626-ElectionSG-BIL.pdf/7a48e1c8-a6db-4d2a-b5b8-3ea3e7e4a0b3

25/10/2019
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