Magistratura democratica

Speciale

La Corte di Strasburgo

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Sommario

Parte prima
La Corte Edu: un giudice a Strasburgo

Tra procedura e legittimazione politica.
Il (fragile) momento costituzionale della Corte europea dei diritti dell’uomo

Giorgio Repetto
Dopo Brighton, il riconfigurarsi dei rapporti tra Corte Edu e giurisdizioni nazionali ha visto uscire rafforzati il principio di sussidiarietà e il margine di apprezzamento degli Stati, che talvolta hanno avversato le sentenze dei giudici di Strasburgo riducendone l’efficacia. Eppure, proprio nell’assenza di una sovranità europea, la dimensione aperta e plurale che legittima l’azione della Corte prende corpo – e si attualizza – lungo il confine sfumato esistente tra politica, società e diritto internazionale.

Alcune chiavi di lettura del sistema Cedu

Vincent A. De Gaetano
Il saggio propone alcune imprescindibili chiavi di lettura della Convenzione: il principio della sussidiarietà, che fa della Corte Edu un organismo di supervisione piuttosto che di revisione; l’interpretazione della Convenzione; le cosiddette obbligazioni positive dello Stato; il significato autonomo delle parole ed espressioni della Convenzione; il principio della proporzionalità; il cosiddetto margine di apprezzamento.

I vent’anni della nuova Corte

Guido Raimondi
Il presidente della Corte europea dei diritti dell’uomo traccia le linee fondamentali dell’attività della Corte negli ultimi venti anni, soffermandosi sulle riforme intraprese e sui risultati ottenuti.

Nove anni come giudice italiano a Strasburgo

Vladimiro Zagrebelsky
L’autore ripercorre alcuni aspetti del lavoro della Corte europea mettendo in evidenza differenze metodologiche rispetto a quello di un giudice nazionale di civil law, e menziona caratteristiche strutturali della Corte e specificità della sua giurisprudenza, segnalando tendenze negative rispetto sia al ruolo unificante sul piano europeo che dovrebbe esser proprio della Corte, sia rispetto alla crisi di efficacia rispetto al sistema del ricorso individuale per la protezione dei diritti e delle libertà fondamentali.

La Cedu e la Carta dei diritti fondamentali: overlap e distinzioni

Giuseppe Bronzini
Si esaminano le disposizioni del Trattato di Lisbona e le clausole orizzontali della Carta dei diritti di raccordo con la giurisprudenza della Corte Edu: sebbene la diversità per mete ultime e obiettivi tra i due ordinamenti renda possibile diversità di orientamenti tra le due Corti europee, soprattutto nelle aree originariamente non contemplate nella Cedu, l’art. 52 della Carta – stabilendo un obbligo di tenere in considerazione le sentenze di Strasburgo – favorisce la convergenza, il dialogo e la fusione tra queste.

Parte seconda
La Corte Edu: struttura, soggetti, funzionamento

La procedura di elezione dei giudici della Corte Edu

Daniela Cardamone
«Una magistratura indipendente è indispensabile per la protezione dei diritti umani e le libertà fondamentali.  Al fine di assicurare che la Corte Edu continui a ispirare fiducia, è essenziale che anche il procedimento mediante il quale i giudici sono selezionati e nominati ispiri fiducia. L’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa insiste affinché la procedura di nomina rifletta i principi di democraticità della procedura, dello Stato di diritto, della non discriminazione, dell’affidabilità e della trasparenza» (Raccomandazione APCE n. 1649 (2004) «on Candidates for the ECHR»).

Lo statuto del Greffe e il suo ruolo nel processo decisionale della Corte

Federico Di Salvo
Il presente contributo analizza lo statuto e il ruolo della Cancelleria in un’ottica statica e dinamica, nel rispetto delle differenze con i giudici convenzionali: la peculiarità delle funzioni del personale e il ruolo che assume nel processo decisionale della Corte Edu; la natura dell’opera dei giuristi e il suo sempre maggior peso nell’esercizio della giurisdizione.

Il giudice, la Cancelleria della Corte e il non-judicial rapporteur

Vincent A. De Gaetano
L’Autore esamina il funzionamento in concreto della Corte, sottolineando il ruolo svolto dalla Cancelleria nella registrazione e nella gestione dei ricorsi, e soffermandosi sui procedimenti innanzi al giudice unico dove opera, in modo particolarmente incisivo, un relatore non giudiziario.

Assegnazione a formazioni giudiziarie nei procedimenti dinanzi alla Corte Edu

Daniela Cardamone
Il testo analizza le principali differenze tra i procedimenti dinanzi alle diverse formazioni giudiziarie della Corte Edu e mette in luce l’utilizzo di procedure sempre più semplificate che, nell’ambito del processo di riforma della Corte, potrebbe comportare una progressiva riduzione delle garanzie in nome di una maggiore efficienza e a discapito dell’approfondimento del caso concreto.

I giuristi A della Corte (selezione e formazione)

Emanuele Nicosia
I giudici della Corte Edu sono coadiuvati, nell’esercizio delle loro funzioni, da giuristi, i quali sono selezionati, assunti come funzionari e retribuiti dal Consiglio d’Europa nonché inseriti nell’organico della Cancelleria della Corte. L’articolo ne analizza il sistema di reclutamento, in particolare dei giuristi di grado superiore (“giuristi A”), evidenziandone gli aspetti positivi e i profili problematici.

I giuristi B della Corte (selezione e formazione)

Muriel Vicquery
La Corte europea dei diritti dell’uomo e il Consiglio d’Europa offrono regolarmente opportunità di lavoro per i laureati in giurisprudenza. Tutti i posti vacanti sono pubblicati sul sito web della Direzione delle risorse umane del Consiglio d’Europa. La procedura di selezione si sviluppa in più fasi e può variare a seconda del profilo ricercato.

La selezione dei magistrati distaccati dai Paesi membri

Daniela Cardamone
Negli ultimi anni, i Governi degli Stati membri del Consiglio d’Europa hanno offerto il loro supporto alla Corte di Strasburgo distaccando magistrati nazionali quale strumento di collaborazione nella gestione dell’ingente arretrato, non assistita da adeguate risorse economiche. Ciò consente di dotare la Corte di personale qualificato senza sopportarne i costi.

Il ruolo dei giuristi distaccati

Emma Rizzato
Il supporto fornito alla Corte Edu da parte dei governi attraverso il distacco di magistrati nazionali costituisce, da alcuni anni, una pratica di grande importanza per favorire la collaborazione tra gli Stati e la Corte. Strumento di reciproco scambio formativo e tecnico-professionale, esso consente la diffusione, attraverso l’esperienza dei distaccati, della centralità della tutela dei diritti fondamentali e la disponibilità, per la Corte, di esperti di alto livello nel diritto nazionale sia teorico che applicato.

L’agente del governo nel sistema convenzionale

Maria Giuliana Civinini
L’Autrice tratteggia la figura convenzionale dell’agente del governo, il suo ruolo e le sue funzioni, per poi concentrarsi sul sistema italiano, qual è oggi e come potrebbe evolvere in futuro.

Otto anni da agente con la Corte Edu

Paola Accardo
Il non facile equilibrio tra difesa del sistema interno e rispetto della Cedu per gli Stati che ne sono parte si riflette nella personale esperienza di chi, pur nel diverso e specifico ruolo di agente del governo, riconosce nell’obiettività del giudice una preziosa risorsa di mediazione. I correttivi adottati per superare forti criticità quali l’inefficacia del rimedio interno o il sovraffollamento delle carceri, fonti di contenzioso ripetitivo dinanzi alla Corte Edu, sono esempi significativi di una collaborazione riuscita tra quest’ultima e il Governo nazionale.

La Corte e la stagione dei protocolli con le corti supreme

Guido Raimondi
Negli ultimi anni, la pratica dei protocolli d’intesa conclusi tra la Corte di Strasburgo e corti superiori nazionali – nell’ottica di una sempre migliore applicazione della Cedu – è legata al grande tema della sussidiarietà, o responsabilità condivisa. Lo scritto tratta della rete delle corti superiori europee e, in particolare, della cooperazione della Corte Edu con le corti superiori italiane, citando le intese concluse con queste ultime.

La Corte di cassazione e la Corte Edu

Renato Rordorf
Nel rapporto tra giudici nazionali – Corte di cassazione compresa – e Corte Edu, permangono ancora delle ambiguità, tra cooperazione e soggezione, nella diversità del rispettivo modus operandi e delle tradizioni giuridiche che lo ispirano. La sola via per affrontare tali difficoltà è lo sviluppo del dialogo tra corti nazionali ed europee: un dialogo al quale è indispensabile l’apporto di protocolli d’intesa che valgano a favorire l’affermarsi di una nomofilachia comune.

Organizzazione del lavoro nella Corte Edu, riforme e buone prassi per l’Italia

Pierpaolo Gori
La discesa delle pendenze dei ricorsi contro l’Italia davanti alla Corte Edu è parallela a quella delle pendenze generali (da oltre 150.000 a metà del 2012, a 54.350 al 30 giugno 2018). Come è stato possibile arrivare a questo risultato? È dipeso solo da interventi normativi deflattivi o anche da riusciti metodi auto-organizzativi? Esiste lo spazio per importare in Italia alcune buone prassi?

Il valore del precedente nella giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo

Maria Giuliana Civinini
L’Autrice affronta la questione del precedente della Corte europea dei diritti dell’uomo sotto il duplice punto di vista della formazione della giurisprudenza della Corte e del vincolo sul giudice nazionale, mettendo in evidenza le particolarità del sistema convenzionale.

Le risorse informatiche per la conoscenza della giurisprudenza della Corte e la banca dati HUDOC

Francesco Buffa
Chiamato ad applicare la Cedu e a dare interpretazione convenzionalmente orientata delle norme interne, il giudice ordinario dispone di strumenti informatici funzionali alla necessaria conoscenza della giurisprudenza della Corte Edu. Residuano, peraltro, diverse criticità, correlate soprattutto alla non pubblicazione delle decisioni dei single judges (oltre il 98% delle decisioni della Corte) e alla mancanza di un sistema di massimazione delle sentenze della Corte.

Autosufficienza del ricorso alla Corte Edu e formalismo giuridico

Maria Luisa D’Addabbo
Il contributo analizza la portata del ricorso individuale innanzi alla Corte Edu alla luce del maggior rigore – in termini di tempo e di forma – che ne connota la ricevibilità per effetto della riforma del 2014. La nuova procedura semplificata ha suscitato non poche critiche, in primis da parte dei difensori. Tuttavia, è dalla stessa diminuzione dei fascicoli non ricevibili che può derivare, oltre alla sopravvivenza funzionale del sistema Cedu, una maggiore attenzione alla tutela reale ed effettiva dei diritti umani.

Tecniche redazionali dei provvedimenti della Corte

Francesco Buffa
Vengono qui esaminati i provvedimenti della Corte europea dei diritti dell’uomo e le relative tecniche redazionali. Ci si sofferma, in particolare, sul tipo di motivazione resa pubblicamente dalla Corte, distinguendosi tra provvedimenti con motivazione – a seconda dei casi – occulta, sintetica, standardizzata o uniforme.

Efficacia della dissenting opinion

Paulo Pinto de Albuquerque e Daniela Cardamone
La Convenzione è uno strumento vivente che si adatta ai cambiamenti della società. Il suo diritto, in continua evoluzione, si costruisce poco a poco, nel dialogo tra giudici e tra questi ultimi e le parti. La visibilità di questo procedimento deliberativo, mediante la pubblicazione delle opinioni separate dei giudici, contribuisce non solo alla migliore comprensione della decisione, ma anche allo sviluppo della giurisprudenza e alla trasparenza della Corte.

La Divisione della ricerca della Corte Edu: teoria, metodo, pratica

Stefano Piedimonte Bodini
Il presente contributo esplora l’uso che la Corte europea dei diritti dell’uomo fa del metodo comparativo quando interpreta la Cedu in maniera “evolutiva” o “autonoma”. Dopo averne brevemente spiegato la teoria e le critiche della dottrina, si sofferma sul ruolo della «Divisione ricerca» della Corte e sulla metodologia da essa applicata nell’elaborazione delle ricerche di diritto comparato sulle quali si basa la Corte.

La Divisione ricerca della Corte Edu: impatto sulle decisioni della Corte e profili di criticità

Francesco Perrone
Il contributo prende in esame alcuni aspetti pratici del metodo di lavoro osservato dalla «Divisione ricerca», analizzando il loro impatto sulla struttura argomentativa delle decisioni – ad esempio, rispetto alla ricognizione di un eventuale consensus europeo su una determinata questione sub iudice – e mettendo in luce profili di criticità connessi all’esigenza di ricondurre a una comune ratio realtà culturali, linguistiche e tecnico-giuridiche affatto eterogenee.

Il richiamo di altre fonti internazionali nelle sentenze Cedu

Péter Paczolay
La Convenzione di Vienna è lo strumento principale dell’interpretazione della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. La Corte Edu usa ampiamente altre fonti di diritto internazionale e prende in considerazione tutte le regole e tutti i principi rilevanti di diritto internazionale applicabili nei rapporti tra le Alte Parti Contraenti.

Richiesta di opinioni amicus curiae da parte della Corte e anomalie procedurali (la Venice Commission)

Simona Granata-Menghini
Dall’intensa interazione tra la Corte Edu e la Commissione di Venezia, quest’ultima trae autorità, prestigio e visibilità. Prestando consulenza giuridica agli Stati, la Commissione anticipa gli effetti delle pronunce della Corte, che si serve con crescente frequenza delle sue ricerche e analisi. In esse si trovano anche gli argomenti delle forze politiche e istituzionali ‘minoritarie’ e della società civile, che non avrebbero altrimenti voce presso la Corte.

Le ong davanti alla Corte

Francesco Buffa
Il testo esamina il ruolo che le ong possono avere nell’ambito del procedimento dinanzi alla Corte Edu, potendosi trattare di un ruolo formale quale ricorrente o terzo interveniente, ovvero di un ruolo – paradossalmente, più incisivo – di fonte informativa affidabile, al di fuori della partecipazione formale al procedimento.

Parte terza
Le sentenze Cedu e l’azione conformativa sull’ordinamento interno

La giurisprudenza Cedu tra progresso sociale e conservazione dello status quo

Francesco Buffa
Il carattere generico delle disposizioni della Convenzione accresce il ruolo interpretativo e politico della Corte Edu, la cui attività rende la Convenzione un living instrument da adattare a una società in continua evoluzione. I risultati sono ambivalenti, operando la giurisprudenza della Corte – il cui processo decisionale appare, nei suoi diversi fattori, ancora da approfondire – come strumento di progresso sociale o, viceversa, di conservazione dello status quo.

Scelte politiche della Corte tra interventismo e inerzia: il caso della Turchia

Franco Ippolito
Di fronte alla reazione spropositata, repressiva e illegittima del regime di Erdogan al tentato colpo di Stato del 2016, enorme fu la delusione per tanti giuristi e giudici di fronte all’iniziale atteggiamento liquidatorio di migliaia di ricorsi dichiarati irricevibili dalla Corte di Strasburgo. Peraltro, le due decisioni del marzo 2017 hanno segnato un graduale ripensamento della Corte, finalmente espresso con la decisione sul caso Demirtas, pubblicata il 20 novembre 2018.

La Corte Edu tra Corte costituzionale e giudici comuni

Vincenzo Sciarabba
Il contribuito ha ad oggetto le indicazioni rinvenibili nella giurisprudenza costituzionale rispetto al ruolo da riconoscersi alla giurisprudenza europea e alle conseguenti incombenze dei giudizi nazionali.  A partire dal quadro delineato dalle “sentenze gemelle” del 2007, si richiamano i passaggi salienti delle decisioni successive, fino alla sentenza n. 49/2015, soffermandosi più ampiamente su alcune questioni da essa sollevate e su alcuni sviluppi successivi.

Controllo di convenzionalità e interpretazione conforme: il ruolo del giudice nazionale

Corrado Caruso
Il contributo mira a indagare struttura e funzioni dell’interpretazione conforme alla Cedu, a partire dal modello teorico-generale, per poi declinarne le coordinate in relazione alle sue peculiarità. Delimitati lo scopo e i limiti di questo criterio interpretativo, si esaminano le ragioni teoriche che fanno dell’interpretazione convenzionalmente orientata un canone residuale e recessivo rispetto agli altri strumenti ermeneutici a disposizione del giudice nazionale.

Il parere consultivo nel Protocollo n. 16

Francesco Buffa
Il 12 aprile 2018, con la ratifica della Francia, si è perfezionato l’iter del Protocollo n. 16 addizionale alla Cedu. Entrato in vigore il 1° agosto 2018, esso introduce l’istituto del parere consultivo, che i giudici nazionali superiori possono chiedere alla Corte Edu su questioni di principio riguardanti l’interpretazione o l’applicazione dei diritti e delle libertà stabiliti nella Cedu. La prassi chiarirà l’effettiva utilità e opportunità del ricorso al nuovo strumento.

Le principali decisioni della Corte in materia civile verso l’Italia

Franco De Stefano
Negli ultimi quindici anni, la Corte di Strasburgo, preso atto – non senza severe critiche di ordine funzionale – dell’avvio a soluzione del problema dei tempi irragionevoli dei processi, ha valutato la tenuta del sistema italiano alla luce dei principi del giusto processo, declinato in molteplici applicazioni: soprattutto, però, in tema di tutela di diritti fondamentali patrimoniali, a cominciare dall’espropriazione per pubblica utilità.

Le principali decisioni della Corte in materia penale verso l’Italia

Daniela Cardamone
Attraverso una sintetica rassegna di alcune delle principali sentenze e decisioni più recenti della Corte europea dei diritti dell’uomo in materia penale nei confronti dell’Italia, ci si propone di individuare gli eventuali profili di criticità, i risvolti applicativi e le possibili linee evolutive della giurisprudenza della Corte Edu.

Le principali decisioni della Corte in materie diverse

Emanuele Nicosia
Oltre alle decisioni che hanno inciso sulla materia civile e sulla materia penale (analizzate nei contributi che precedono), la Corte Edu, specie nell’ultima ventina d’anni, ha reso molte altre decisioni che hanno influenzato in vario modo taluni aspetti dell’ordinamento giuridico italiano. Ecco una breve rassegna delle più significative pronunce in alcuni settori chiave.

Indipendenza e imparzialità dei magistrati

Maria Giuliana Civinini
L’Autrice affronta la giurisprudenza della Corte Edu sull’indipendenza e imparzialità del giudice come singolo e come potere dello Stato, analizzandola sotto tre angoli prospettici: protezione del diritto del giustiziabile, protezione delle prerogative del giudice, protezione contro l’abuso e lo sviamento di potere.

Accesso alla giustizia e sentenze pilota: il “caso clinico” Burmych

Francesco De Santis di Nicola e Valentin Retornaz
Le tensioni esistenti tra una lettura di sostanziale negazione del diritto di ricorso individuale e la constatazione dei limiti obiettivi dei poteri della Corte potrebbero comporsi riconoscendo, nella decisione Burmych e altri c. Ucraina (che, nell’autunno 2017, ha cancellato dal ruolo 12.143 ricorsi), una svolta verso una concezione nomofilattica del sindacato europeo – con gli accorgimenti necessari a garantire credibilità al sistema Cedu (tra cui un uso più spregiudicato della procedura di sentenza-pilota).

Gli effetti delle pronunce della Corte Edu sul giudicato penale di condanna

Luca Masera
Da tempo la nostra giurisprudenza riconosce il principio della cessazione degli effetti di una sentenza penale definitiva di condanna ritenuta dalla Corte Edu lesiva dei diritti fondamentali del condannato. Partendo dall’analisi delle più note vicende pretorie in argomento, il lavoro fornisce un’indicazione dei molteplici strumenti che, in base al tipo di violazione riscontrata dai giudici di Strasburgo, possono essere attivati per dare esecuzione in sede interna alle decisioni europee.

La giurisprudenza civile sull’esecuzione delle decisioni della Corte Edu

Roberto Giovanni Conti
Il contributo, muovendo dalla tematica degli effetti delle sentenze della Corte Edu sui giudicati interni formatisi in ambito civile, affronta i principali nodi problematici determinati dalla lacuna dell’ordinamento che nulla ha espressamente previsto, cercando di prefigurare il ruolo che il legislatore e i giudici potrebbero svolgere per colmarla.

Retroattività, diritto e processo penale
(da ScoppolaContrada)

Vittorio Manes
L’Autore ripercorre alcune importanti decisioni della Corte di Strasburgo per rileggere e reinterpretare le problematiche delle garanzie intertemporali in materia penale (irretroattività del reato e della pena e applicabilità della legge penale più favorevole), compresi gli aspetti inerenti all’interpretazione giurisprudenziale e all’equiparazione tra legge e giurisprudenza acquisita da tempo nelle pronunce della Corte Cedu.

Determinatezza dell’incolpazione e contestazioni in fatto

Claudia Cinnirella
Il contributo offre uno studio sul dialogo sviluppatosi intorno all’art. 6, §3, lett. (a), Cedu, tra la Corte europea dei diritti dell’uomo e la Corte suprema di cassazione. L’indagine focalizza gli sviluppi interpretativi che hanno interessato la disciplina in materia di qualificazione giuridica delle accuse e quella concernente i limiti alla contestazione in fatto delle circostanze aggravanti.

Le perquisizioni disposte dall’autorità giudiziaria

Daniela Cardamone
La sentenza Brazzi affronta la questione della mancanza, nel sistema processuale italiano, di un controllo giurisdizionale ex ante e di un rimedio ex post riferiti all’inviolabilità del domicilio, in caso di provvedimento di perquisizione domiciliare non seguito da sequestro. Il presente commento, dopo alcuni spunti critici sulle carenze valutative della Corte rispetto a specifici profili fondanti il nostro sistema, analizza gli effettivi rimedi prevedibili per colmare la ritenuta lacuna.

La pubblicità dell’udienza

Giulia Valentini Grigioni
La pubblicità dell’udienza, garanzia del «fair trial» secondo l’art. 6 Cedu, è stata oggetto di numerose pronunce della Corte di Strasburgo, le quali hanno determinato rilevanti implicazioni nell’ordinamento interno, suscitando interrogativi sui confini di tale regola, soprattutto all’interno dei procedimenti camerali previsti dal nostro sistema processuale penale.

La giurisprudenza in tema di testimoni assenti e le criticità del sistema italiano

Andrea Tamietti
La giurisprudenza della Corte Edu ha conosciuto, a partire dal 2011, una progressiva evoluzione sul delicato tema dell’utilizzazione, ai fini della determinazione della fondatezza di un’accusa penale, delle dichiarazioni di testimoni che, per diverse ragioni, non potevano essere sottoposti all’esame dibattimentale. La ricerca di un punto di equilibrio tra valutazione dell’equità globale della procedura e garanzia dei diritti fondamentali della difesa non si rivela sempre facile.

La tutela della parte offesa non costituita parte civile

Giuseppe De Marzo
L’Autore esamina la nozione di partedel processo, ai fini della garanzia della ragionevole durata del processo, all’interno del sistema della Convenzione e alla luce della giurisprudenza della Corte di Strasburgo.

Dialogo tra le corti e giurisprudenze a confronto sulla controversa natura delle sanzioni amministrative

Renato Bernabai
Il testo esamina le diverse posizioni della giurisprudenza nazionale e della Corte Edu in materia di sanzioni amministrative, soffermandosi sul problema della loro qualificazione giuridica, dell’applicabilità del principio del ne bis in idem e di quello della retroattività in mitius delle relative norme.

Appunti su ne bis in idem e sanzione autonoma

Piero Gaeta
In esito all’innovativa sentenza della Corte Edu A e B c. Norvegia, l’applicazione da parte della Corte di cassazione dei principi in essa espressi in materia di divieto di bis in idem appare, tuttavia, significativamente condizionata dalla contemporanea elaborazione, nella medesima materia, di principi in parte non coincidenti a opera della Cgue, con un ‘trittico’ di sentenze rese il 20 marzo 2018. Ciò ripropone il tema della diversità di prospettive sul problema del ne bis in idem tra le due Corti europee.

L’esecuzione delle sentenze nel sistema convenzionale: profili teorici e pratici

Matteo Fiori
L’intento di questo contributo è illustrare i tratti salienti del processo esecutivo delle pronunce della Corte europea dei diritti dell’uomo, dando conto in particolare dei soggetti implicati, degli obiettivi perseguiti e della procedura seguita.

Tutela d’urgenza e ambito di intervento della Corte

Maria Aversano
Le «interim measures» della Corte Edu, prive di previsione convenzionale e dai contorni indefiniti, obbligano lo Stato ad adottare misure provvisorie destinate a incidere sul sistema interno, talvolta con difficili equilibrismi tra diritto nazionale e diritto internazionale.

Parte quarta
Le questioni aperte

Inquinamento ambientale e diritti umani

Pasquale Fimiani
Anche se non è menzionato tra i diritti fondamentali riconosciuti dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (Cedu), l’ambiente costituisce un valore fondamentale che la giurisprudenza della Corte Edu riconosce come caratterizzante i singoli diritti, quali, in particolare, quello al domicilio e alla vita privata e familiare (art. 8) e quello alla vita (art. 2).

Asilo e protezione internazionale nella Cedu

Giulia Ciliberto e Andreea Maria Roşu
Il recente flusso migratorio verso l’Europa ha posto in tensione due dei pilastri su cui si fonda il Consiglio d’Europa: il rispetto della sovranità statale e la tutela dei diritti umani. Il contributo analizza la prassi più rilevante della Corte Edu relativa alle garanzie da assicurare ai richiedenti asilo sottoposti alla giurisdizione di un Paese parte della Cedu, al fine di evidenziare quali siano i vincoli convenzionali alla discrezionalità delle autorità nazionali in materia di politiche migratorie.

Protezione dei migranti: Corte Edu e Corte di giustizia a confronto

Salvatore Centonze e Sara Anastasio
Il contributo analizza l’elaborazione differenziata della giurisprudenza europea – rispettivamente, nell’ambito del Consiglio d’Europa e dell’Unione europea – in materia di protezione del soggetto “migrante”. Il critico bilanciamento tra diritti intangibili della persona e istanze sovrane nazionali, e il mancato raggiungimento di un livello comune di tutela riflettono l’urgenza di un ripensamento del concetto giuridico di “frontiera” e del principio di solidarietà fra Stati membri.

Questioni Pinto ancora aperte

Alessio Scaffidi
Il contenzioso “Pinto” pendente davanti alla Corte Edu ne ha, per lungo tempo, minacciato il regolare funzionamento. Per evitare il rischio di collasso, i giudici di Strasburgo hanno adottato soluzioni discutibili, una fra tutte la liquidazione di scarni indennizzi forfettari. L’arretrato è oggi scomparso, ma ciò, probabilmente, è avvenuto a scapito dei ricorrenti.

Nomofilachia della Corte Edu, con particolare riguardo alla prescrizione estintiva

Federico Roselli
Il rinnovamento dell’istituto della prescrizione attuato nei codici tedesco e francese rimane affidato, in Italia, a una giurisprudenza che attua norme formulate oggi più per princìpi che per fattispecie. Ciò caratterizza anche l’opera nomofilattica europea della Corte Edu. Nella prescrizione si ha un modello a dimensione continentale, che sembra anteporre l’interesse alla realizzazione del diritto soggettivo, anche molto procrastinata, all’interesse del soggetto passivo alla liberazione dal vincolo.

Il principio dei best interests e la tutela dei minori

Joëlle Long
L’analisi della giurisprudenza di Strasburgo sul principio dei best interests of the child mostra come lo stesso possa contribuire a rinforzare la tutela della persona minorenne, ma non sia esente da rischi: facendo ricorso a definizioni stereotipate, l’approccio casistico della Corte Edu può legittimare la sistematica violazione di norme poste dal diritto domestico a garanzia dei minori come gruppo, nonché favorire strumentalizzazioni da parte dei genitori.

Violenza contro le donne e accesso alla giustizia

Kristina Velcikova
Questo contributo analizza principalmente l’inquadramento convenzionale della lotta alla violenza contro le donne, soffermandosi sugli obblighi positivi degli Stati membri in materia di accesso alla giustizia per le vittime, come affermati dalla giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo nell’ambito degli articoli 2, 3, 8 e 14 della Convenzione.

La tutela dei disabili

Francesco Buffa
In un ampio panorama di pronunce della Corte a protezione dei disabili, ci si sofferma su alcune aree di intervento principali, relative alle condizioni di vita nelle case di cura o nei reparti psichiatrici, al diritto dei disabili all’accesso a luoghi ed edifici pubblici, alla deprivazione di rapporti affettivi. Sullo sfondo, fa da guida la generale esigenza di protezione speciale del disabile, anche in deroga al diritto comune, come evidenzia una recente importante sentenza della Grande Camera.

Il diritto alla verità nei casi di gross violation nella giurisprudenza Cedu e della Corte interamericana dei diritti umani

Roberto Giovanni Conti
La verità è concetto che, in questi anni, si è continuato ad agitare in vari ambiti e discipline. Il contributo intende tracciare un ideale filo conduttore fra esperienze culturali, politiche e normative “distanti” che vengono, tuttavia, a collegarsi e intrecciarsi grazie alla straordinaria forza dei diritti fondamentali in gioco, alcuni dei quali ancora da decodificare e comprendere, la cui dimensione sovraindividuale non li distacca dalla loro riconducibilità prima alle persone e alle storie che hanno coinvolto i loro cari.

Libertà di manifestazione del pensiero, negazionismo, hate speech

Pierpaolo Gori
L’ampia protezione accordata dalla Cedu alla libertà di espressione, servente molti altri diritti umani, ha consentito alla giurisprudenza di Strasburgo – attraverso l’art. 10 e l’abuso del diritto (art.17) – un progressivo adeguamento della tutela. Oggi, tuttavia, in piena era digitale, si pongono nuove sfide, soprattutto in tema di valutazione del margine di apprezzamento di cui gode lo Stato responsabile, di hate speech e di negazionismo.

Libertà religiosa

Francesco Alicino
Nella giurisprudenza della Corte Edu, la disciplina convenzionale della libertà religiosa si distingue per il suo carattere proteiforme e multidimensionale. A fronte della varietà delle esperienze di fede a livello nazionale, la Corte sottolinea il suo ruolo di giudice (sovrastatale) dei casi con il frequente ricorso al principio di proporzionalità e alle dottrine del consenso fra gli Stati e, soprattutto, del margine di apprezzamento.

Il dialogo multilevel tra corti in materia di lavoro e previdenza

Laura Torsello
La dimensione sovranazionale della disciplina in materia di lavoro e previdenza è nuova e complessa, e risente direttamente di opzioni “sovraniste” contrarie a un governo condiviso tra Stati che ne garantisca l’unificazione. Fondamentale è, quindi, un dialogo tra corti europee e nazionali (compresi i giudici di merito e di legittimità) al fine di implemantare e garantire l’uniformità dei livelli di tutela in materia di diritti sociali.

Contrasti di giurisprudenza, leggi interpretative, legittima aspettativa

Franco De Stefano
La certezza del diritto, intesa come affidabilità e legittima aspettativa sulla stabilità applicativa delle norme interpretate dai giudici, è un prerequisito della tutela dei diritti – inprimis – fondamentali. Fatte salve discrezionalità legislativa e indipendenza del giudice, spetta agli Stati membri tutelare l’aspettativa del singolo a quella certezza con mezzi atti a prevenire o superare i contrasti giurisprudenziali, senza intervenire sui processi in corso.

Le leggi interpretative retroattive nella diversa impostazione di Corte Edu e Corte costituzionale

Michele Massa
Alcuni noti contenziosi lavoristici e previdenziali hanno alimentato la dialettica tra Corte Edu e Corte costituzionale su un problema classico del diritto pubblico: la compatibilità tra leggi retroattive (e di interpretazione autentica) e legittimo affidamento. Per effetto di ciò, la Corte costituzionale sembra incline a passare dalla tradizionale deferenza per il legislatore a uno scrutinio più penetrante. È un’evoluzione da incoraggiare.

Il lavoro a termine va alla Corte Edu

Aurora Notarianni
L’articolo esamina i ricorsi proposti dai lavoratori a termine della pubblica amministrazione, in particolare della scuola e di Poste italiane Spa, per la violazione dei diritti fondamentali alla parità di trattamento, alla ricchezza e al giusto processo derivante dalla norma retroattiva applicata quale limite della sanzione. Sono qui richiamati la funzione della Corte Edu e l’obbligo di conformarsi del giudice interno, secondo il canone della migliore tutela.

Il potere di controllo elettronico del datore di lavoro e la privacy del lavoratore

Francesco Buffa
Due sentenze del 2018 della Corte Edu riscrivono le linee fondamentali di protezione del lavoratore dal controllo elettronico datoriale, riconoscendo una sfera inderogabile di protezione della vita privata anche sul luogo di lavoro.

I diritti dei detenuti (diversi dalle condizioni di detenzione) ancora non riconosciuti

Patrizio Gonnella
Il presente contributo ripercorre la giurisprudenza della Corte Edu nei casi in cui ricorrente sia una persona privata della libertà, pur in assenza di norme specifiche presenti nella Cedu. Contro una visione “monadica” della condizione di detenuto, le pronunce della Corte in esame interessano temi e ambiti paradigmatici, selezionati al fine di sostenere la tesi dell’universalità di taluni diritti civili e politici nonché la fondatività costituente della dignità umana.

Le misure di prevenzione sono convenzionalmente ancora compatibili?

Antonello Ciervo
Il saggio analizza l’istituto delle misure di prevenzione nell’ordinamento italiano in prospettiva diacronica, comparando la giurisprudenza costituzionale italiana sino alla fine degli anni Settanta con quella di Strasburgo a partire dai primi anni Ottanta. Soffermandosi, poi, sulla sentenza De Tommaso [GC], evidenzia i limiti strutturali di compatibilità di tale istituto con la Cedu, anche alla luce delle più recenti questioni di legittimità costituzionale sollevate dai giudici interni.

Le principali questioni in materia

Francesco Buffa
Sebbene la Convenzione non contenga norme specificamente rivolte ai diritti dei contribuenti, la giurisprudenza della Corte ha enucleato un gruppo ampio di diritti tutelabili nei confronti dell’amministrazione finanziaria, basati principalmente sull’applicazione dell’art. 6 della Convenzione e dell’art. 1 del Protocollo addizionale n. 1.

Parte prima
La Corte Edu: un giudice a Strasburgo