Articoli di Enrico Contieri
L’autogoverno e l’associazionismo giudiziario scontano al giorno d’oggi una forte sfiducia e una crisi di legittimazione nel corpo della magistratura, soprattutto di quella più giovane. Molteplici sono le cause del fenomeno, alcune esogene ed altre da ricercare nelle dinamiche interne alla magistratura stessa. Nelle righe a seguire proveremo a illustrare la nostra percezione del fenomeno e a individuare una possibile strada da percorrere per incidere sullo stato delle cose.
La nuova fattispecie delittuosa di invasione di terreni o edifici per raduni “pericolosi”, subito ribattezzata “norma anti-rave”, è in realtà idonea a sanzionare una serie assai più ampia di condotte e di fenomeni ed ha suscitato critiche unanimi che hanno messo in luce la scarsa cifra di determinatezza e di offensività della norma incriminatrice e il rischio di collisione con l’esercizio del diritto di riunione, costituzionalmente garantito dall’art. 17 Cost.
Chiamata nuovamente a pronunciarsi sull'irragionevole esclusione della ricettazione di particolare tenuità dall'ambito applicativo della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, con la sentenza n. 156 del 2020 la Corte costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 131-bis c.p. nella parte in cui non consente l’applicazione di tale istituto a tutti i reati per i quali non è previsto un minimo edittale di pena detentiva. La pronuncia rappresenta l’inevitabile conseguenza dell’ingiustificata inerzia del legislatore rispetto al monito rivoltogli nella pronuncia n. 207 del 2017, e al contempo una limpida testimonianza della sempre maggiore disponibilità, da parte del giudice delle leggi, a far ricorso al parametro della ragionevolezza nel sindacato sulle scelte di incriminazione, che viene questa volta impiegata pure in assenza di rime obbligate.