Care lettrici e cari lettori,
una Rivista “a due velocità” come la nostra – calibrata, da un lato, sull’incalzante ritmo quotidiano dell’on line e, dall’altro, sulle cadenze della Trimestrale – è impegnata a seguire il fluire, spesso capriccioso, degli avvenimenti nel momento stesso in cui si sforza di cogliere i movimenti più lenti e lunghi della società e dei mondi del diritto e della magistratura.
Essere impari a questi due compiti è del tutto naturale. Soprattutto quando ci si rivolge ad un pubblico sofisticato ed esigente, fatto di intelligenze libere che – come si sa – si dividono.
Perciò lavoriamo sapendo che la Rivista non può piacere a tutti e che non può piacere sempre. Neppure ai suoi lettori più costanti.
Coltiviamo però la speranza, non irragionevole, che proprio grazie al gioco dei consensi e dei dissensi, all’intrecciarsi delle condivisioni e delle critiche, all’avvicendarsi dei pensieri più consueti e di quelli più nuovi e sorprendenti, si conservi e si accresca il patrimonio di attenzione e di rispetto che la Rivista ha guadagnato negli anni grazie al contributo dei tanti che vi hanno scritto e di tutti quelli che l’hanno in qualche modo “riscritta”, leggendola e studiandola.
Comincia un nuovo anno, accompagnato dal rito festoso degli auguri ai lettori e agli scrittori di Questione Giustizia. Contiamo di esserci.