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Le asimmetrie della prescrizione, ovvero
la prescrizione asimmetrica

di Luigi Marini
consigliere Corte di Cassazione
Ci troviamo in presenza di un sistema di prescrizione fondato su un catalogo di pene antistorico, su una sproporzionata rilevanza della recidiva e su un sistema di sospensioni irragionevole
Le asimmetrie della prescrizione, ovvero<br>la prescrizione asimmetrica

In un articolo nient'affatto banale apparso su Il Sole 24 Ore di domenica 2 giugno, Andrea R. Castaldo critica come "apparente e fuorviante" il rimedio alla prescrizione consistente nel solo innalzamento dei termini e sollecita un intervento di "ampio respiro". Quale esso debba essere risulta, tuttavia,difficile da afferrare. E questo richiede qualche considerazione in più.

L'Autore apprezza la semplificazione dei criteri di calcolo dei termini di prescrizione introdotta con la legge del 2005, ma stigmatizza come tale effetto positivo sia poi vanificato dalle molte eccezioni, oggettive e soggettive.

E, ancora, evidenzia come solo lo 0,3% delle prescrizioni sia dichiarato in Cassazione e quasi il 63% lo sia davanti al Gip, segno che la prescrizione svolge un ruolo di deflazione di cui i pubblici ministeri fanno largo uso. Ciò renderebbe inutile un intervento sui soli termini, che potrebbe forse avere il vantaggio di disincentivare i tentativi della difesa di allungare i tempi del processo per arrivare alla prescrizione, ma finirebbe soltanto per spostare in avanti l'affanno dei giudici. Per questo, l'Autore sollecita un intervento che incida sul rispetto dei termini di indagine, sulla efficace gestione delle udienze e sulla tempestività del deposito dei provvedimenti.

Trovo alcune osservazioni fondate, ma credo sia necessario contestare uno dei passaggi fondamentali del ragionamento dell'Autore: l'unico parametro obiettivo utilizzabile sarebbe quello dell'entità della pena, segno della gravità del fatto, e non la difficoltà di scoprire o di accertare il reato. Due sono le critiche di fondo che muoverei a questa impostazione.

La prima: se guardiamo ad alcuni reati di difficile o tardivo accertamento, come le violazioni fiscali, la corruzione internazionale o, più semplicemente, alcune forme di inquinamento o di lottizzazione, ci accorgiamo che il raggiungimento della prescrizione spesso non è frutto della lentezza delle procure, ma del ritardo nella scoperta del fatto e nella difficoltà di gestire in tempi rapidi la complessità delle indagini e dei dibattimenti.

La seconda: non sempre le pene previste corrispondono alla gravità obiettiva del reato, come è evidente se pensiamo alle pene modeste previste per la lottizzazione o la gestione illegale di una discarica o per forme anche micidiali di inquinamento dell'aria o delle acque. Reati, questi, spesso gravissimi per le conseguenze sulla collettività, ma puniti con pene che fissano il termine massimo di prescrizione in quattro anni più uno.

E così ci troviamo in presenza di un sistema di prescrizione fondato su un catalogo di pene antistorico, su una sproporzionata rilevanza della recidiva e su un sistema di sospensioni irragionevole. Un sistema asimmetrico, dunque, che lega all'entità della pena la possibilità di arrivare a sentenza prima della prescrizione e si disinteressa di fatto dei bisogni del processo e dei suoi tempi fisiologici.

Non credo proprio che a questa asimmetria si possa rispondere soltanto gestendo meglio le indagini e il dibattimento, soprattutto con risorse decrescenti. Ma non possiamo nasconderci che, senza quella gestione migliore, resterebbe il rischio che all'allungamento dei termini di estinzione dei reati corrisponda alla fine il risultato di avere il medesimo numero di prescrizioni di adesso solo un po' più avanti nel tempo.

Pe questo, nel confermare il mio favore per la non decorrenza dei termini di prescrizione dopo la prima sentenza, non posso fare a meno di rilevare che, per quanto vedo in Cassazione, occorre individuare rimedi al rischio che l'assenza di una scadenza si trasformi in una diversa causa di allontanamento della sentenza definitiva nel tempo.

04/06/2013
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