L'applicazione del PCT alla Corte d'Appello di Torino è iniziata già a dicembre 2011 quando la stessa, in persona del Presidente Barbuto, del Dirigente Amministrativo Chitti, del RID Stalla e del Magrif Grillo Pasquarelli, ha deciso di avviare il PCT e ha individuato la Sezione Lavoro come la più idonea da cui partire per iniziare l’installazione e la sperimentazione dell’applicativo Consolle per la redazione ed il deposito dei provvedimenti giudiziari, ad iniziare dalle sentenze.
Queste le principali tappe successive:
- dal 1°.2.2012, a seguito della modifica dell'art. 136 c.p.c. disposta dalla L. 183/2010, che ha disposto l'invio del biglietto di cancelleria tramite posta elettronica certificata (PEC), tutte le Sezioni civili della Corte hanno iniziato ad inviare per via telematica, con pieno valore legale, le comunicazioni alle parti del deposito delle sentenze; con la progressiva adozione della PEC da parte della generalità degli avvocati (anche dei piccoli Fori del distretto), la trasmissione per via telematica è rapidamente diventata il mezzo ordinario di invio delle comunicazioni di cancelleria, utilizzato in oltre il 90% dei casi;
- il D.L. 18.10.2012 n. 179, c.d. Decreto Sviluppo bis, convertito in legge senza modificazioni sul punto, ha introdotto (art. 16) una importante modifica all'art. 45 disp. att. c.p.c., imponendo alle cancellerie civili di allegare al biglietto di cancelleria inviato tramite PEC anche il testo integrale del provvedimento giudiziario oggetto di comunicazione; quindi, tutte le cancellerie civili della Corte si sono organizzate, fin dall'entrata in vigore del D.L., per scansionare il testo integrale di tutte le sentenze, che viene così trasformato in documento telematico (file .pdf), acquisito al SICID e trasmesso via PEC agli avvocati; alla Sezione Lavoro anche i verbali di udienza e i dispositivi vengono scansionati, acquisiti al SICID e resi disponibili agli avvocati tramite il Punto di Accesso Polisweb
- il D.M. Giustizia 15.10.2012, pubblicato sulla G.U. a metà dicembre ed entrato in vigore il 20.12.2012, ha modificato il precedente Regolamento tecnico del Processo Civile Telematico, stabilendo che non è più necessario l'apposito decreto della DGSIA, indirizzato al singolo Ufficio giudiziario, per attribuire efficacia legale al deposito telematico degli atti da parte dei soggetti abilitati interni (magistrati e cancellieri), rimanendo invece necessario il decreto DGSIA solo per attribuire efficacia legale alla trasmissione telematica di atti da parte di soggetti esterni (avvocati, CTU): questo comporta il superamento del regime di "doppio binario" (telematico e cartaceo), nel senso che ormai qualunque atto da noi firmato con firma digitale e depositato in via telematica ha pieno valore legale e costituisce il documento "originale", di cui l'eventuale riproduzione cartacea sarà soltanto una "copia".
- la Legge di Stabilità 2013 interviene ancora sul PCT (art. 1, comma 19), stabilendo che dal 1°.7.2014 sarà obbligatorio il deposito telematico di tutti gli atti di parte successivi alla costituzione in giudizio. Dato il ritmo incalzante delle modifiche normative, di qui al 2014 ci sarà tempo per correzioni, proroghe, ecc., ma è chiaro che la tendenza è questa ed è ormai irreversibile.
Dunque, ormai la creazione da parte nostra di una sentenza su Consolle - che crea un file .pdf "nativo" - non solo non richiede più un doppio lavoro da parte nostra (dato il superamento del doppio binario telematico-cartaceo), ma evita un lavoro alla cancelleria (che non deve più scansionare la sentenza per trasformarla in file .pdf "derivato"), oltre a comportare un risparmio di spesa per l'Ufficio (minor acquisto di carta, che è una consistente voce di spesa nel bilancio della Corte).
Ma c'è di più: la necessità di acquisire al SICID il testo integrale di tutte le sentenze (sia per l'invio agli avvocati con il biglietto di cancelleria, sia per costituire l'archivio da cui, in futuro, si faranno tutte le copie che via via chiunque richiederà) comporta l'occupazione di spazio nella memoria dei server che gestiscono il nostro SICID (che, forse qualcuno non sa, si trovano ... a Genova!), che ovviamente hanno una capacità limitata, definita e non facilmente aumentabile. E proprio qui Consolle può dare un grosso aiuto: il "peso" in bytes di un documento .pdf "derivato" (cioè da scansione di un documento cartaceo) è di gran lunga superiore (oltre il doppio: 48 anziché 19 KB per una sent. di sole 6-7 pagine) del "peso" in bytes dello stesso documento .pdf "nativo" (cioè creato con Consolle), e quindi l'uso di Consolle consente di ottimizzare la capacità di memoria dei server.
L'esigenza di passare all'uso di Consolle è ormai ineludibile, ed è stata fortemente condivisa anche dal Presidente Barbuto nella riunione del "gruppo PCT" del 19.12.12. I problemi di funzionamento delle firme digitali, della controfirma, del deposito sono stati superati; è chiaro che lo strumento ha ancora bisogno di modifiche e perfezionamenti e che attualmente sappiamo farlo funzionare per una minima parte delle sue potenzialità, ma il funzionamento essenziale è assicurato. Consolle è uno strumento concepito e collaudato principalmente nel processo ordinario monocratico di primo grado, sicché permane la necessità di apportare alcune modifiche che lo rendano più opportunamente utilizzabile anche per il rito del lavoro e per il giudizio collegiale di appello; ma si tratta di un software in continuo aggiornamento, e proprio da noi possono venire le richieste di MEV (manutenzioni evolutive del programma), cioè di modifiche del software. Se non sono male informato, siamo stati la prima Sezione di Corte d'Appello d'Italia a cimentarsi con Consolle (se non la prima in assoluto, sicuramente una delle primissime) e quindi possiamo, in qualche misura, farci mettere a punto lo strumento secondo le nostre esigenze.
A partire da gennaio 2013 l’uso di Consolle per la redazione ed il deposito delle sentenze si sta diffondendo presso i consiglieri della Sezione Lavoro della Corte, ormai siamo in 6 su 9 ad usare regolarmente Consolle e confido che prima delle ferie estive saranno passati a Consolle anche gli ultimi 3 colleghi (2 dei quali, svolgendo anche funzioni di presidente di collegio, usano già Consolle per controfirmare le sentenze degli altri consiglieri); ormai anche la Corte di Appello compare nei reports degli uffici del distretto che eseguono depositi telematici dei provvedimenti del giudice, in numero ormai significativo (stabilmente oltre le 100 sentenze al mese) ma, quel che più importa, costantemente crescente.
Si è quindi stabilito che tutte le sentenze civili della Corte di Appello in formato elettronico (perché depositate direttamente tramite Consolle, ovvero scannnerizzate dalla cancelleria ed acquisite al SICID) vengano salvate in un'apposita area condivisa sul server, accessibile a tutti i magistrati e al personale di cancelleria. La creazione di questo archivio elettronico delle sentenze della Corte di Appello ha consentito di superare senza danni l’ormai intervenuta cessazione della raccolta delle sentenze civili della Corte da parte della Di Clemente Software (società già convenzionata con il Consiglio dell'Ordine degli Avv.).
L’avvento del PCT in Corte richiede ovviamente una importante collaborazione da parte degli uffici di primo grado: attraverso il SICID, le cancellerie della Corte possono chiedere agli uffici di primo grado la trasmissione del fascicolo d’ufficio, il che rende ormai superflua la tradizionale richiesta cartacea. Un recente ordine di servizio del Cancelliere Dirigente della Corte ha ordinato alle cancellerie di tutti i Tribunali del distretto di consultare abitualmente l’apposita sezione del SICID per verificare l'avvenuta richiesta di trasmissione del fascicolo di primo grado alla Corte di Appello. Naturalmente, ove il fascicolo di primo grado sia un fascicolo in tutto o (come finora è la norma) in parte telematico, la trasmissione di tutti gli atti e documenti telematici avviene tramite il SICID, che li inserisce automaticamente nei registri informatici della Corte, contribuendo a formare il fascicolo telematico del giudizio di appello. Il collegamento informatico tra il SICID e la Consolle dei singoli magistrati, poi, fa sì che per ogni fascicolo il Consigliere relatore trova sulla sua Consolle, nel suo fascicolo d’appello, gli atti telematici trasmessi dall’ufficio di primo grado, con evidenti vantaggi in termini di rapidità di acquisizione, di facilità di lettura e di consultazione.
L'evoluzione tecnologica delle abitudini lavorative dei magistrati costituisce un fattore di arricchimento professionale individuale e di maggiore funzionalità dell’ufficio; quindi, costituirà elemento positivo di valutazione della professionalità del magistrato in tutte le sedi, anche ai fini degli avanzamenti di carriera.
Attualmente, il progetto PCT in Corte si trova ad una svolta quantitativa e qualitativa, nel senso che possiamo considerare superata la fase di sperimentazione ed abbiamo iniziato ad introdurre l'uso di consolle per il deposito delle sentenze da parte dei consiglieri di tutte le sezioni civili della Corte, a partire dalla IV Sezione e proseguendo ora con la I e con la II Sezione.
Proprio la diffusione dell’uso di Consolle in Corte ha reso ormai ineludibile l’esigenza della creazione di una struttura interna di coordinamento amministrativo e di assistenza tecnica, con potenziamento delle risorse CISIA destinate alla Corte di Appello per il progetto PCT, sia per le operazioni di installazione HW e SW, sia per la soluzione urgente dei problemi tecnici che fisiologicamente si presentano con frequenza quotidiana nell’uso di Consolle e del SICID, sia infine per la formazione degli utenti, formazione che deve essere non solo iniziale, ma permanente dati i continui sviluppi evolutivi di entrambi gli applicativi.
Con ordine di servizio del 15.05.13, a firma congiunta del Presidente Barbuto e del Dirigente Amministrativo Chitti, è stato quindi costituito un gruppo di lavoro formato da due magistrati e da tre funzionari amministrativi, con specifica competenza nell’uso di Consolle lato magistrati e del SICID lato cancellerie, che dovrà trovare il supporto permanente di una unità di personale fornita dal CISIA e di un addetto all’assistenza sistemistica per la soluzione dei problemi di natura tecnica.
È inutile nascondere che questo è un punto critico, da cui potrà dipendere in buona parte il successo del nostro progetto. Finora, la posizione ufficiale del CISIA è quella di sostenere che l'introduzione del PCT in Corte di Appello non presenta peculiarità rispetto alla ormai consolidata introduzione del PCT negli altri uffici giudiziari, e a mio parere sembra non cogliere, o sottovalutare, le specificità connesse al suo uso esclusivamente collegiale (mentre Consolle ha avuto, su tutto il territorio nazionale, una sperimentazione e diffusione essenzialmente limitata al monocratico), nonché all'acquisizione telematica dagli uffici di primo grado della sentenza e, ove disponibile, dell'intero fascicolo telematico o “ibrido”; finora, quindi, l’unico canale ufficiale fornito dal CISIA è stato l’assistenza da remoto (i tecnici CISIA hanno sede di servizio in via Bologna e lì non dispongono di alcuna postazione di lavoro dotata di Consolle a loro accessibile), che si è reso attivabile soltanto da aprile 2013 (prima esisteva solo sulla carta: la Corte d’Appello non era riconosciuta dal sistema come ufficio abilitato alla richiesta di assistenza; attualmente solo 2 utenti, un magistrato e un assistente giudiziario, sono stati abilitati) mediante apertura di ticket di assistenza on-line. In questi due mesi ho provveduto personalmente all’apertura di ben 15 ticket relativi a Consolle, e altri sono stati aperti relativamente al SICID: approssimativamente, circa un terzo di essi sono stati risolti dai tecnici CISIA, un terzo sono stati risolti, su richiesta dei tecnici CISIA, dal fornitore Netservice (la software house che gestisce lo sviluppo dell’applicativo Consolle) e per un terzo di essi il fornitore ha inoltrato una richiesta di MEV (manutenzione evolutiva del software) al Ministero per analisi e approvazione, di cui si attende l’esito.
L’ordine di servizio del 15.05.13 vuole superare questo sistema, prevedendo la costituzione di un presidio di intervento interno al Palazzo di Giustizia, avente sede nei nostri uffici, che presenti caratteristiche di sufficiente agilità e rapidità di intervento, quali certo non si possono ottenere con il sistema dei ticket di assistenza su via Bologna, e che possa operare direttamente sulle postazioni di lavoro dei magistrati. Nei prossimi mesi, quando il PCT coinvolgerà non più una sola Sezione, ma le sei Sezioni “permanenti” della Corte, le necessità di assistenza tecnica e di formazione permanente saranno tali e tante che il supporto di una struttura interna, prontamente reperibile e tempestivamente attivabile, ci è parso un complemento indispensabile, e di doverosa attuazione se c’è davvero la volontà di attivare il PCT e di non farsi trovare impreparati il giorno – ormai non lontano - in cui la redazione ed il deposito in via telematica di tutti gli atti del processo civile sarà reso obbligatorio per legge.