Introduzione del Procuratore della Repubblica
La Procura della Repubblica di Milano presenta, per il terzo anno, a tutti i suoi interlocutori esterni, non soltanto agli operatori del settore, con il Bilancio di Responsabilità Sociale un quadro sia dell’attività svolta nel corso dell’ultimo anno giudiziario (1° luglio 2012-30 giugno 2013) che degli obiettivi di azione per il futuro.
Lo strumento del Bilancio di Responsabilità Sociale si propone da un lato di illustrare l’attività svolta evidenziando le scelte organizzative adottate, le risorse utilizzate, i problemi insorti e i risultati raggiunti, dall’altra di indicare le strategie di miglioramento per il futuro, nel quadro di un processo di trasparenza e di assunzione di responsabilità.
L’esperienza di questi tre anni ha dimostrato che l’esercizio, non usuale per un ufficio giudiziario, della redazione del BRS “costringe” ad una analisi e riflessione sulla organizzazione e sulla gestione dell’ufficio, in un confronto diretto tra magistrati e personale amministrativo.
Per altro verso, il modello BRS, utilizzato per “rendere conto” da parte di un Ufficio di Procura della Repubblica, deve necessariamente adattarsi a comprendere, oltre ai profili più strettamente organizzativi, anche un rendiconto dell’attività di indagine svolta, con particolare riferimento ai procedimenti ed ai settori di intervento di maggiore rilievo sociale.
Per questo uno spazio particolarmente rilevante è riservato in questo Bilancio all’attività di indagine dei diversi Dipartimenti in cui si articola la Procura.
Sui dati quantitativi questa iniziativa sconta ancora i gravissimi limiti di base che il sistema di Registro delle notizie di reato, tuttora in uso presso la Procura di Milano, presenta quanto alla possibilità di elaborazione di statistiche articolate per periodi definiti e alla stessa estrazione di dati specifici e completi.
Nell’esposizione, che seguirà, sarà fatto cenno sinteticamente alle indagini ed ai procedimenti che hanno assunto rilievo nel periodo preso in considerazione, con la avvertenza che spesso si tratta di procedimenti iniziati in precedenza.
Faremo riferimento allo stato dei procedimenti: indagini preliminari in corso (ovviamente solo per i casi non più coperti dal segreto), richieste di definizione, processi in corso davanti all’Ufficio GIP o al Tribunale.
Si è avuto cura di indicare anche i casi in cui l’impostazione della Procura non è stata accolta dai giudicanti e, ove possibile, si è dato conto degli sviluppi negli ulteriori gradi di giudizio.
Non minore attenzione sarà dedicata ai problemi di gestione della “giustizia ordinaria” e dei reati seriali.
Ma l’osservazione di metodo più rilevante è il richiamo – che qui si vuole fatto una volta per tutte, ma con particolare sottolineatura – al principio della presunzione di innocenza, fino alla decisione definitiva.
Per altro verso è stella polare per questa Procura che la tensione verso l’efficacia delle indagini non solo non deve mai mettere in discussione il più rigoroso rispetto delle procedure e delle garanzie difensive, ma deve anche misurarsi con la più grande attenzione nel ricorso a strumenti limitativi della libertà personale o fortemente invasivi della privacy.
Tra gli obbiettivi, in termini di gestione, indicati sin dal primo Bilancio figurano innanzitutto controllo e razionalizzazione delle risorse disponibili.
Importanti risultati erano già stati raggiunti in tema di intercettazioni e sono consolidati. L’obbiettivo di controllo e contenimento delle spese per consulenze è stato raggiunto, anche se sono possibili ulteriori razionalizzazioni.
Il crescente aumento, per quantità e qualità, delle Notizie di Reato pervenute e la diminuzione costante delle risorse di personale amministrativo hanno imposto di perseguire soluzioni organizzative fortemente innovative.
La razionalizzazione della distribuzione delle competenze tra i Dipartimenti attuata all’inizio del 2012 è ormai a regime. Si è proseguito nella linea della attribuzione di nuove competenze al Dipartimento SDAS, che si pone sempre più come snodo centrale nella struttura organizzativa della Procura.
Una particolare attenzione è dedicata alle relazioni inter-organizzative con il Tribunale di Milano, Dibattimento ed Ufficio GIP, elemento essenziale per contribuire a migliorare la capacità di risposta alla domanda di giustizia.
La priorità è costituita dalla informatizzazione, che oggi incontra rilevanti difficoltà a causa della obsolescenza dei sistemi informativi forniti dal Ministero della Giustizia, in particolare il registro delle notizie di reato Re.Ge.2.2.
Non è stato, purtroppo, raggiunto l’obiettivo, indicato nella relazione dello scorso anno, della entrata a regime alla fine del primo semestre 2013 del nuovo programma SICP destinato a sostituire REGE 2.2 nonché del sistema di trasmissione telematica delle Notizie di Reato NDR2, affiancato dal cd Portale NDR.
La Procura di Milano, unitamente a quella di Monza, si è offerta per la sperimentazione ed ha offerto la massima collaborazione, ma i ritardi a livello ministeriale non rendono possibile neppure oggi una realistica previsione, mentre sempre più affannosa e problematica è la gestione del sistema RE.GE.
Nei settori in cui era praticabile una iniziativa locale, invece, si sono fatti notevoli passi avanti. Ciò si è verificato nella gestione della trasmissione telematica della massa ingente di Notizie di reato seriali in materia tributaria e previdenziale, grazie alla collaborazione di Agenzia delle Entrate e INPS. In tali materie un raccordo efficace con l’Ufficio GIP ha reso possibile un utilizzo amplissimo dello strumento del Decreto Penale, in difetto del quale tale massa di notizie di reato sarebbe risultata ingestibile.
Un particolare rilievo è stato dato ai problemi dell’organizzazione dell’ufficio della Procura nel suo complesso, in stretto coordinamento con il Dirigente amministrativo.
Nel corso della relazione si rende conto dettagliatamente della drammatica situazione di scopertura del personale amministrativo, che non ha paragone in alcuna altra grande sede giudiziaria. Occorre sottolineare con nettezza che il blocco ormai risalente del turn over, la preclusione di qualsiasi incentivo di riqualificazione interna e il fisiologico tasso di pensionamento rendono la situazione sempre più drammatica.
Solo grazie al senso del dovere e all’abnegazione di tutti gli amministrativi in servizio, di tutte le qualifiche, la Procura di Milano riesce a gestire la quotidianità e le frequenti situazioni in cui l’urgenza delle indagini impone impegno supplementare.
Altrettanto si deve dire per il personale di Polizia Giudiziaria in servizio presso la Procura. L’apporto della Polizia Giudiziaria, grazie all’encomiabile impegno, alla disponibilità e alla professionalità di tutti, Ufficiali ed agenti di P.G., nonostante le carenze di organico e di mezzi, si rileva essenziale per l’efficacia e la tempestività delle indagini della Procura.
Il Bilancio di responsabilità sociale si propone di dare conto dell’attività svolta, dello stato dell’organizzazione e degli obbiettivi che ci si propone di perseguire.
A tale metodo “impegnarsi nella situazione esistente” il terzo BRS della Procura si mantiene fedele.
Ma non è possibile ulteriormente sottacere che alcuni interventi non sono rinviabili.
La crisi a livello di personale amministrativo, con i pensionamenti già previsti, non consentirà, nonostante ogni sforzo di innovazione, di mantenere il livello di servizio attuale.
Expo 2015 vedrà per sei mesi a partire dal maggio 2015 un massiccio arrivo di addetti, operatori e visitatori per sei mesi.
Il significativo aumento, per non breve periodo, della popolazione presente nell’area milanese determinerà inevitabilmente un peso aggiuntivo sulle strutture giudiziarie ed in particolare sugli uffici di prima linea Tribunale e Procura della Repubblica.
E’ indispensabile che il Ministero della Giustizia e il Consiglio Superiore della Magistratura, nelle rispettive competenze, affrontino sin da ora il problema.
Si tratta anzitutto di avviare immediatamente le procedure per coprire tutti i posti vacanti di giudici e Pm di Milano e di individuare adeguati provvedimenti per affrontare la drammatica situazione del personale amministrativo.
Occorrerà altresì valutare tempestivamente quali misure straordinarie e contingenti si rendano necessarie.
Ma nel concludere questa introduzione non si può evitare di sottolineare con fermezza l’esigenza di un intervento riformatore sul processo penale, in difetto del quale tutto l’impegno organizzativo cui ci dedichiamo rischia di risultare vano.
Il catalogo delle prime indispensabili riforme strutturali è ben noto e condiviso da tutti gli esperti della materia: snellimento del sistema delle notifiche, superamento dei processi a carico di imputati irreperibili e revisione delle nullità.
Si deve aggiungere un radicale intervento sulle attuali regole di prescrizione, che troppo spesso vanificano, addirittura in appello o in cassazione, il faticoso risultato raggiunto con indagini complesse e dispendiose, anche per reati di grave allarme sociale come la corruzione.
L’insostenibilità della prescrizione disciplinata dalla ex Cirielli è condivisa da tutti gli esperti, ci è pressantemente indicata dal gruppo anticorruzione ( GRECO) del Consiglio d’Europa ed è ormai patrimonio comune dell’opinione pubblica: “Non è un rimedio contro la giustizia lenta ma ne è la causa” ( B. Severgnini, Corriere della Sera 29 novembre 2013, pag. 49).
Come magistrati della Repubblica continueremo ad adoperarci per la migliore funzionalità possibile della giustizia penale anche nelle condizioni attuali, ma è doveroso denunciare che senza le riforme sopra indicate il sistema di giustizia penale incontrerà difficoltà sempre crescenti a raggiungere il suo scopo di garantire la legalità.
La comunicazione della Procura.
Sono confermate le linee guida già adottate.
I rapporti con la stampa, in aderenza con il vigente assetto normativo (art. 5 Dlgs 106/2006), sono gestiti personalmente dal Procuratore della Repubblica, che non ha rilasciato alcuna delega, ma che naturalmente si avvale della collaborazione dei procuratori aggiunti e dei sostituti delegati per le singole indagini.
Per i casi di significativo interesse pubblico, è stata privilegiata la comunicazione con lo strumento del comunicato stampa emesso dal Procuratore e diffuso con la massima tempestività possibile consentita dal livello di discovery raggiunto, anche al fine di garantire parità di accesso a tutti i media.
Nel periodo in esame sono stati diffusi quindici comunicati stampa.
Talora alla diffusione del comunicato stampa è seguita una conferenza stampa del Procuratore con l’intento di chiarire eventuali aspetti tecnico-giuridici di particolare complessità.
In occasione di indagini di particolare rilievo al comunicato stampa è seguita una conferenza stampa, tenuta negli uffici della Procura della Repubblica, con la partecipazione dei responsabili della o delle forze di PG interessate.
L’obiettivo è quello di fornire all’opinione pubblica una informazione il più possibile completa su quegli aspetti della indagine che non sono più coperti da segreto e sempre nel rispetto della presunzione di non colpevolezza.
A parte le conferenze stampa di cui si è detto, il Procuratore della Repubblica non ha rilasciato alcuna intervista (stampa, tv, radio, internet) su procedimenti specifici.
La stessa impostazione di self restraint è stata adottata anche con riguardo a tematiche generali di riforma della giustizia, riservando la eventuale presa di posizione a momenti istituzionali (audizioni Commissioni parlamentari, interlocuzione con CSM e Ministero della Giustizia).
Il Procuratore ha anche evitato la partecipazione come relatore a convegni su tematiche generali della giustizia, quando potesse determinarsi una interferenza o stretta connessione con indagini in corso presso la Procura di Milano.
La Procura della Repubblica di Milano si è infine attenuta alla linea di non replicare ad attacchi che provengano da imputati o da esponenti pubblici, anche quando (e purtroppo è avvenuto e continua ad avvenire) apparissero superati i limiti della legittima espressione di opinioni critiche.
Le spese di giustizia
Le Spese di Giustizia si riferiscono all’attività istituzionale della Procura, connessa alle attività di indagine, ed a quelle relative al processo ed all’esecuzione delle sentenze.
Queste comprendono i costi relativi a 3 specifici capitoli di spesa, ovvero:
• Le spese che riguardano le custodie di beni sottoposti a sequestro (per la maggior parte di automezzi), gli onorari dei consulenti in genere (Consulenti Tecnici d’Ufficio, altre consulenze, servizi, interpreti, traduttori), le spese di missione, le spese dei testimoni, le spese postali e telegrafiche;
• Le spese per intercettazioni (telefoniche, ambientali) e per il noleggio delle attrezzature;
• Le spese per le indennità da corrispondere ai Magistrati Onorari (VPO).
Il totale delle spese di giustizia per l’anno solare 2012 ammonta a 33,3 milioni di euro, con una notevole riduzione (-31%) rispetto all’anno giudiziario precedente.
Si riducono sensibilmente le spese di consulenza (-14% rispetto all’anno giudiziario precedente) e, in misura ancora maggiore le spese delle intercettazioni (-39% rispetto all’anno giudiziario precedente).
Aumentano soltanto la spesa per indennità dei VPO (+29% rispetto all’anno giudiziario precedente), che rispecchia il maggior impegno dei VPO nell’attività della Procura.
La spesa per intercettazioni rappresenta oltre la metà delle spese di giustizia.
Poco più di un terzo è rappresentato dalle spese relative a custodie di beni sottoposti a sequestro, onorari dei consulenti in genere, interpreti, traduttori, spese di missione, ecc.
Su tali spese la Procura è intervenuta nel corso degli ultimi anni per introdurre dei controlli e dei limiti di spesa che potessero portare a conseguire dei risparmi.
Con riferimento alle intercettazioni la Procura è intervenuta stipulando un accordo con le società fornitrici per fissare un limite massimo del costo giornaliero per bersaglio (definito per ogni bersaglio in 6 euro/gg + IVA). Tale limite è operativo dal 15 novembre 2010.
A tale accordo, inoltre, è seguita una raccomandazione del Procuratore della Repubblica volta a riservare lo strumento delle intercettazioni solo in casi di effettiva necessità (per ragioni di principio - data la natura fortemente invasiva dello strumento - e di contenimento dei costi).
Questo ha portato ad un risparmio di 13,2 milioni di euro negli ultimi due anni giudiziari .
Le spese di intercettazione passano, infatti da 33,7 milioni di euro nel l’anno giudiziario 2011-2012 a 20,4 milioni di euro nell’attuale periodo di rendicontazione.
Con riferimento alle consulenze, e più in generale alle spese dei Dipartimenti, è stata avviata un’azione di monitoraggio della spesa sostenuta dai vari Dipartimenti in cui è suddivisa la Procura finalizzata ad avere una puntuale cognizione delle spese e procedere ad un loro ridimensionamento.
Le spese di consulenza passano, dunque, 13,8 milioni di euro del 2011 a 11,9 milioni di euro nel 2012, con un risparmio del 14%, che segue peraltro ad un precedente risparmio del 25%.
Ciò significa che le azioni previste e intraprese lo scorso anno (di cui si era fatto cenno nel Bilancio sociale precedente) sono risultate efficaci.