Articoli di Questione Giustizia su diritto di difesa
Alcuni anni orsono, a cura di un gruppo di avvocati, è stata pubblicata l’arringa in difesa del Re Luigi XVI dell’avv. Raymond de Sèze. L’arringa pose alcuni problemi di grande interesse per il processo penale, tra i quali l’irretroattività della legge, la distinzione tra il giudice e l’accusatore, il processo di connivenza e quello di rottura. Questo scritto è dedicato, in sintesi, a questi problemi, ed in particolare all’ultimo: cosa deve fare il difensore di fronte al giudice prevenuto?
Pubblichiamo, con il consenso dell’autore, il testo della mail inviata alla lista “iscritti” di Magistratura democratica, unitamente ai documenti in essa citati
L’Autore, dopo aver sinteticamente illustrato le finalità generali del legal design – quale disciplina in grado di migliorare la capacità del cittadino di comprendere il contenuto delle norme e quindi sia di adeguarsi alle prescrizioni che esse gli impongono sia di avvalersi delle facoltà che esse gli attribuiscono – ne analizza alcune opportunità operative nel contesto del procedimento penale. In particolare, il contributo si concentra sulla tutela del diritto all’informazione dell’imputato e della persona offesa rispetto ai diritti loro riconosciuti nel procedimento, individuando le sedi, i casi e le forme in cui gli inediti e promettenti strumenti del legal design possono trovare più proficua applicazione. Il terreno elettivo de iure condendo viene individuato nei segmenti, invero numerosi, del procedimento penale che vedono l’imputato e la persona offesa a diretto contatto con l’ingranaggio giudiziario, senza la mediazione rappresentata dall’assistenza del difensore.