- AIPDP e UCPI - Sulle minacce al Prof. Avv. Giovanni Caruso, difensore di Filippo Turetta (5 dicembre 2024)
- Esecutivo di Magistratura democratica - La giustizia, le critiche, le persone.La necessaria tutela di un bene comune (6 dicembre 2024)
- Organismo Congressuale Forense - comunicato stampa 6 dicembre 2024
Le oscene minacce al difensore di Filippo Turetta, un Avvocato interprete del suo dovere professionale fondato sui principi costituzionali, sono frutto della medesima barbarie che porta all’insulto sistematico e alla manganellatura mediatica dei magistrati che intendono essere fedeli all’unica soggezione da loro dovuta, quella alla Costituzione e alle leggi.
Il giorno in cui si realizzassero i desideri “riformatori” dei capi di questo attacco violento e sconsiderato alle strutture fondamentali di un civile vivere associato - di cui una consapevole e coesa comunità dei giuristi è elemento necessario - i magistrati diventerebbero ossequienti funzionari governativi, gli avvocati pallidi figuranti privati di dignità, il potere esecutivo un cupo incubo di forza praticata senza limiti nei confronti di qualsiasi cittadino.
Compete alla comunità dei giuristi - anche quando le forze politiche o i soggetti istituzionali che dovrebbero farlo hanno voce esile o assente - praticare la pazienza della democrazia, affermare la libertà di espressione del pensiero nelle aule universitarie come nel dibattito pubblico, informare i cittadini in maniera comprensibile sull’irrinunciabilità della democrazia costituzionale.
Evitando di “parlarsi addosso” o alimentare conflitti di cui si può giovare solo chi li vuole asserviti e chini.
La nota congiunta dell’Associazione Italiana dei Professori di Diritto Penale e dell’Unione Camere Penali Italiane sulle minacce all’Avvocato, del 5 dicembre, il comunicato dell'Esecutivo di Magistratura democratica, del 6 dicembre 2024, intitolato La giustizia, le critiche, le persone. La necessaria tutela di un bene comune, e nella stessa data il comunicato di solidarietà al difensore minacciato pubblicato dall’Organismo congressuale forense, corrispondono a questa esigenza di andare oltre il contingente per difendere il necessario.
I tre documenti esprimono considerazioni che ben si possono integrare: mai si deve arretrare rispetto ai principi della civiltà del diritto; è dovere e responsabilità di tutti difendere e trasmetterne il senso alle generazioni presenti e future; è inaccettabile una deriva alimentata anche da dichiarazioni istituzionali contrarie allo spirito costituzionale; chi assume la responsabilità di “prendere la parola” lo faccia avendo a cuore la tutela di un bene comune, la giustizia, al servizio di tutti e di ciascuno.
Parole tratte, insieme, senza distinguerli, da quei tre documenti, provenienti da giuristi.
La cui comunità non può nascondersi e non può cercare le apparenti acque tranquille del conformismo, perché le reali ondate dell’odio a buon mercato usate come strumento di tattica politica possono travolgere tutto e tutti.