Articoli di Questione Giustizia su media
Le innovazioni legislative rivolte ad attuare la direttiva 2016/343/UE «sul rafforzamento di alcuni aspetti della presunzione di innocenza» si prestano a una lettura in chiaroscuro: ad apprezzabili intendimenti corrisponde infatti una traduzione discutibile, in cui convivono – accanto a cautele opportune – il troppo e il troppo poco.
Per un verso, il d.lgs. n. 188 del 2021 ha individuato come unici canali informativi ammessi il comunicato ufficiale e la conferenza stampa, consentita soltanto in casi che si vorrebbero normativamente individuati; per l’altro, preoccupato da eccessi comunicativi dell’autorità giudiziaria, il provvedimento ha finito per demandare alla discrezionalità del procuratore della Repubblica la scelta di informare sul procedimento penale e omesso di estendere agli operatori della comunicazione le prescrizioni che dovrebbero assicurare il rispetto dell’art. 27 comma 2 Cost.
L’impressione è che la disciplina vada pertanto rimeditata, a partire dall’idea che informare l’opinione pubblica di quanto accade nel procedimento penale debba essere la regola, mentre l’esclusione della comunicazione l’eccezione, e che a definirne le modalità debbano essere disposizioni essenziali, nitide nel contenuto ed efficacemente presidiate.
Il libro di Edmondo Bruti Liberati sulla giustizia nella società dell’informazione
I metodi del processo mediatico si stanno trasferendo prepotentemente anche nel dibattito interno alla magistratura. Vi è così il rischio che possa calare stancamente il silenzio anche sulla Questione Morale, proprio nel momento in cui occorre una nuova stagione di disseminazione dei valori che hanno fatto della magistratura italiana un simbolo dell’affidabilità delle Istituzioni nei momenti più cupi della storia del nostro Paese.
Emilio Sirianni, un giudice che da sempre vive e lavora in Calabria, confida, in una mail indirizzata ai suoi colleghi, le impressioni e le preoccupazioni suscitate in lui da una recentissima trasmissione televisiva sull’indagine denominata Rinascita Scott. Con il consenso dell’autore, Questione Giustizia pubblica questo documento che rappresenta una significativa testimonianza di rivolta morale contro l’oppressione criminale e di intatta passione per un processo giusto.