Tra il 1° e il 26 Novembre 1995 venivano firmati gli accordi di Dayton.
Veniva così messa la parole fine su quasi quattro anni di guerra in Bosnia, che aveva visto il suo culmine nel massacro di Srebrenica del luglio 1995 - nel corso del quale 8372 uomini dai 14 ai 65 anni furono uccisi dall'esercito serbo-bosniaco nell'inazione dei 600 caschi blu dell'ONU e delle tre compagnie olandesi Dutchbat presenti nella c.d. "zona protetta" creata a difesa della popolazione civile bosniaca - e nell'inasprimento, nello stesso periodo, dell'assedio di Sarajevo, fatti drammatici e dolorosissimi cui seguirono i bombardamenti NATO sulla Repubblica Serba, durati due settimane, dal 30 agosto al 14 settembre, e che portarono alla fine dell'assedio seguito dai negoziati di pace.
Il Tribunale Penale per la ex Yugoslavia - ICTY - qualificò i fatti avvenuti a Srebrenica come genocidio, sterminio, omicidio e trattamenti crudeli e inumani, allo scopo di terrorizzare la popolazione civile, deportazione forzata e atti di persecuzione (si veda il "judgment summary") e i fatti legati all'assedio di Sarajevo atti finalizzati a terrorizzare la popolazione civile, omicidi e atti inumani quali crimini contro l'umanità (ATTI 1 - ATTI 2).
Nell'anniversario del Trattato di Pace, Questione Giustizia online vuole ricordare questi eventi e iniziare una riflessione su persecuzione dei crimini di guerra, riconciliazione, costruzione di una pace duratura.
Niente è facile nei Balcani.
La difficile "gestione"
dei processi
per crimini di guerra
in Bosnia
di C.F.
Esperto in crimini di guerra
I procedimenti penali per crimini di guerra in Bosnia Herzegovina hanno avuto un ruolo riconciliatorio?
I sintomi di ieri
e quelli di oggi
di Zoran Herceg
Pittore e giornalista
La guerra in Bosnia: individuare i sintomi di una follia del passato per essere consapevoli delle follie dell'oggi