Europa
La Corte di giustizia stigmatizza la Romania
Il contributo dell’associazionismo giudiziario per la difesa e la promozione della rule of law in contesti di forte crisi costituzionale, come quello sperimentato dalla Polonia in anni recenti, nella testimonianza della vicepresidente di MEDEL (versioni italiana e inglese).
Le note difficoltà dell’Unione europea nell’assicurare il rispetto dei suoi valori fondanti, sanciti all’art. 2 TUE, da parte degli Stati membri hanno stimolato l’elaborazione di nuovi strumenti di enforcement. Oggetto del presente contributo è l’utilizzo sempre più pervasivo della condizionalità finanziaria quale strumento a tutela del valore dello Stato di diritto. Nell’analizzare il fenomeno, il contributo discute i tre principali strumenti a disposizione dell’Unione, evidenziandone pregi e limiti, anche alla luce della recente prassi di applicazione
Parlamento e Commissione riflettono insieme sul processo di allargamento dell’Unione europea, ricordando che i valori e i principi enunciati dall’art. 2 TUE ne costituiscono il nucleo fondativo non negoziabile, tanto per i Paesi candidati quanto per gli Stati membri.
Il principio dello Stato di diritto, da concetto astratto e legato alla elaborazione del Consiglio d’Europa, è in modo imponente divenuto questione centrale del dibattito politico e politico-giudiziario nell’Ue. La tutela dello Stato di diritto nell’Ue è affidata a molti strumenti, e la crisi sistemica in alcuni Stati membri ha determinato un’elaborazione giurisprudenziale da parte della Corte di Lussemburgo molto approfondita. In un sistema come quello Ue, fondato sulla fiducia reciproca più che sulla legislazione comune, anche nei rapporti tra autorità giudiziarie e circolazione dei procedimenti penali rimane fondamentale affinare gli strumenti di conoscenza e potenziare quelli di reazione.
La democrazia europea è ancora incompiuta all’inizio della sua decima legislatura e servono atti forti per fare dell’Unione uno Stato di diritto, impedendo in primo luogo ai governi che ne violano i principi essenziali di metterne in pericolo il funzionamento e modificandone, in secondo luogo, le regole costituzionali per completare il cammino verso una casa comune dei cittadini europei.
Effetto del mutamento storico più recente, il connubio tra populismi e liberismo ha dato vita a due sistemi perversi di potere: quello dei poteri privati del mercato e quello dei poteri politici di governo, gli uni e gli altri insofferenti di limiti e controlli ma il secondo, inevitabilmente, subalterno al primo. Questa asimmetria, minando alla base i diritti civili e sociali e le forme della rappresentanza politica, ha portato a una compressione sostanziale dello Stato di diritto, che costituisce il cuore delle moderne democrazie e trova conferma nei valori unitari fondamentali che, oggi, l’Europa rischia di perdere: la pace e l’uguaglianza.
La rule of law, o Stato di diritto, non è questione per soli giuristi e iniziati. Essa concentra la radice delle nostre democrazie e riguarda la nostra vita quotidiana. L’esperienza di questi anni fuori e dentro l’Europa ci dimostra che, togliendo poco a poco garanzie e controlli, nella stanchezza e nell’indifferenza dei più e grazie alla concentrazione del potere in poche mani, le “democrazie illiberali” stanno trasformando le persone da cittadini liberi e responsabili delle proprie scelte in sudditi poco informati e scarsamente consapevoli. Comprendere che questo sta accadendo e può accadere è il primo antidoto verso derive populiste e, in fondo, aggressive, che svuotano la Carta europea e le Costituzioni nazionali su cui si è fondata per l’Europa una lunga epoca di pace e di democrazia.
L'elaborato descrive il cammino che ha condotto alla creazione del Pubblico Ministero europeo, oggi pienamente operante. L'autore ha vissuto da protagonista il percorso interno alla Commissione europea che ha condotto all'elaborazione dell'idea di uno spazio giudiziario unificato per la protezione degli interessi finanziari dell'Unione Europea (PIF). Il Corpus iuris recante disposizioni penali per la protezione degli interessi finanziari dell’UE, elaborato da un gruppo di eminenti accademici europei esperti in diritto penale, sotto la sua conduzione, è il risultato di approfondite discussioni circa un modello di sintesi di norme che tengano conto delle tradizioni delle Nazioni europee.
Relazione all'incontro Justice et liberté d'expression - La liberté d'expression des magistrats et ses évolutions récentes sur les réseaux sociaux, organizzato dall'Ecole Nationale de la Magistrature (ENM) e dal Conseil supérieur de la magistrature (CSM), con il sostegno dell'Unione europea, 12 e 13 maggio 2022 - Formazione in presenza, edificio dell'Ecole de Formation du Barreau (EFB), Issy-les-Moulineaux, Francia
Un imminente convegno di Area Cassazione rilancia il confronto fra Parlamento, giurisdizione e dottrina
La relazione sullo Stato di diritto 2020 nell’Unione europea, pubblicata dalla Commissione, fornisce preziose informazioni su sistemi giudiziari, quadro anticorruzione, pluralismo dei media, questioni istituzionali nell’UE in generale e per ciascuno Stato membro, utili per l’applicazione dello strumento di condizionalità al rispetto dei principi dello Stato di diritto per l’accesso ai fondi europei. Preoccupa, invece, la posizione del Consiglio europeo per un compromesso diretto al rinvio ed al riferimento alle identità nazionali su valori che costituiscono il patrimonio fondativo e comune di tutta l’Unione.
Celebrati ad Atene, sotto gli auspici della Presidenza greca del CoE, i 70 anni della CEDU. Il suo ruolo e il suo significato nelle parole del Presidente Spano.
Limitare il discorso di odio online attraverso la definizione di regole condivise, fra difficoltà "tecniche" e necessità "filosofica" di una definizione univoca e coerente: uno sguardo alla regolamentazione europea dell'online hate speech