Leggendo le pagine di questo libro, nuovo frutto della ricerca scientifica di Emiliano Di Carlo, Ordinario di Economia Aziendale all’Università Tor Vergata di Roma e Direttore del Master Anticorruzione dello stesso Ateneo, si ha netta la sensazione di assistere a una nuova tappa (e molto probabilmente non l’ultima) di un percorso ben più lungo e decisamente complesso. A tre anni dalla pubblicazione di Interesse primario dell’ azienda come principio guida e bene comune, in cui erano state poste le basi di una rivisitazione degli obiettivi aziendali alla luce delle sempre più insistenti istanze etiche che incombono sul mondo economico in questo terzo decennio del secolo, Di Carlo punta ora direttamente ad affrontare il tema del conflitto di interessi (CDI). Un tema, che assomma in sé i valori e le problematiche legate non solo all’economia aziendale, ma anche alla sociologia, alla psicologia e all’etica. Riaffermando, così, anche quel nesso inscindibile tra etica ed economia, che accompagna gli studi economici da circa due secoli e mezzo, dalla pubblicazione delle opere di Adam Smith.
Pur concedendo spazio per ovvie ragioni ai canoni della manualistica accademica di elevato profilo, questo libro si rivela, ad un esame più attento, nel suo impianto complessivo un momento di riflessione particolarmente profondo. Articolato in sei capitoli, spazia dagli aspetti definitori del CDI, alla corruzione con un’ampia riflessione sui modelli psicologici di riferimento, alla valutazione del rischio di CDI; dal contrasto al CDI e dal ruolo svolto dalla cultura aziendale, ai criteri di scelta dei rimedi contro il CDI.
La trattazione dei temi è svolta con l’ausilio di esempi pratici, utili, in particolare per il lettore meno avvezzo all’esplorazione di questi argomenti, a coglierne il significato concettuale e l’impatto sul piano pratico della gestione aziendale. Ed è proprio in questo contesto che risulta preziosa l’esperienza maturata sul campo dall’A. attraverso il Master Anticorruzione, ormai giunto alla sua V edizione, nell’affrontare lo spinoso problema della corruzione, analizzata, esaminando i vari fattori psicologici «che portano le persone a tenere comportamenti devianti».
Partendo dalla definizione di corruzione come «fattore che rompe ciò che in azienda lega insieme le persone e i beni», l’A. ribadisce quanto sia fondamentale nella valutazione del CDI un approccio sistemico di tipo economico - aziendale per stimare i danni prodotti, ma anche per mettere in campo i relativi rimedi necessari per fronteggiarlo: dall’autogestione, alla comunicazione, alla gestione e alla proibizione,
Una base concettuale indispensabile per il passaggio successivo, in cui si delinea una duplice opzione (alternativa) da praticare: mitigazione degli elementi da cui dipende l’entità del rischio di CDI; strategie per arrivare al rimedio più opportuno, tenuto conto dell’entità del rischio di CDI.
Nella parte conclusiva del libro l’A. parla a cuore aperto al lettore, rivelando le riflessioni da cui è partito per compiere il percorso intellettuale prima ricordato. Un percorso che, mostrando l’importanza della formazione mirata nel settore pubblico, spinge Di Carlo a invocarne in modo esplicito la sua obbligatorietà. E, in più, si sottolineano i ruoli cruciali della famiglia e della scuola nello sviluppo della persona e dei suoi comportamenti. Con queste premesse concettuali ben si comprende perché la famiglia viene assurta a parametro di riferimento ispirativo nella definizione dei principi di buona governance e di gestione aziendali; nell’ottica di una cultura che non risulti ripiegata, a causa di un malinteso senso meritocratico, sull’esclusivo parametro premiante del danaro, ma accolga una visione del bene comune e sia decisamente orientata alla “società del noi”.
In definitiva, il lettore, leggendo e meditando le pagine di questo libro, potrà cogliere e “gustare” il messaggio etico forte che si rinnova da circa due secoli e mezzo, trovando anche nel contesto contemporaneo un terreno fertile per contribuire ad indirizzare concretamente la nostra società verso uno sviluppo più equo, solidale e sostenibile.