Il Ministro della Giustizia Cancellieri è intervenuta ai lavori del Plenum del Consiglio Superiore del 20.6.2013, recependo con sollecitudine l’invito rivolto dall’organo di autogoverno.
Il Ministro ha significativamente ricostruito il quadro costituzionale nel quale si iscrivono autonomia ed indipendenza della magistratura, richiamando il coerente ruolo previsto per il CSM, al quale è affidato dal costituente “il delicatissimo compito di autogoverno”. Il richiamo è stato volutamente rimarcato ed è parso frutto di sincera convinzione, lasciando un’eco di rinnovato impegno al rispetto e alla piena e leale collaborazione tra le Istituzioni. Il Ministro ha tenuto ad esprimere però l’auspicio che i temi, pur irrinunciabili, dell’indipendenza ed autonomia vengano declinati in termini di miglior funzionamento della giurisdizione e di concreta utilità per il cittadino ed ha espresso la sua volontà di lavorare insieme per imprimere la necessaria e da tempo attesa “spinta riformatrice al motore della giustizia”. Soprattutto in tempi quali quelli attuali di crisi che la rendono decisamente più urgente di prima.
L’attenzione è stata puntata anzitutto sulla vicenda dell’attuazione della riforma sulla revisione delle circoscrizioni giudiziarie, la cui tempistica è stata di recente messa da più parti in discussione. Nel corso del dibattito si è ribadito che qualsiasi rinvio rispetto ai tempi previsti e riferiti al settembre di quest’anno non terrebbe conto di quanti e quali passi siano stati già fatti dal Consiglio Superiore e dallo stesso Ministero in tale direzione per predisporre l’ormai vicinissimo riassetto. Nel dibattito si è sottolineato, altresì, come proprio le forti reazioni contrarie ad ipotesi di rinvio, provenienti contemporaneamente dalle due istituzioni e dal Presidente della Repubblica, abbiano portato a conoscenza del legislatore i termini reali della questione, con la preoccupazione per la dispersione delle energie organizzative già predisposte per far fronte al nuovo assetto della geografia giudiziaria e per le conseguenze di inefficienza e diseconomicità per il servizio nel caso di differimento dell’entrata in vigore della riforma.
E’ di questi giorni, peraltro, la dura polemica tra Ministro e Avvocatura anche in relazione alla riforma delle circoscrizioni, sulla quale troppo spesso si tentano di far prevalere istanze localistiche e particolarismi. In proposito va detto che nel dibattito di Plenum il Ministro si è dichiarata disponibile a vagliare con attenzione le osservazioni critiche provenienti in particolaredai territori, ma solo successivamente all’effettiva entrata in vigore della riforma, per eventuali correttivi basati sulla prova dei fatti.
Punto cruciale, tra i molti del progetto “revisione circoscrizioni”, la creazione del nuovo Tribunale di Napoli nord, per il quale il Ministro ha annunciato il completamento della predisposizione delle piante organiche amministrative e la scelta della sede in Aversa. E’di pochi giorni fa, in proposito, la sua richiesta al CSM di predisporre quanto di competenza per nominare i magistrati che comporranno la pianta organica del nuovo ufficio giudiziario. Al di là dell’apprezzabile sforzo per far partire una struttura senza dubbio di grandi dimensioni, rimangono le molte perplessità sollevate al riguardo anche dall’interno della magistratura e la preoccupazione di non creare uno iato organizzativo in uno dei territori di più allarmante e pervasiva presenza della camorra.
Sullo sfondo della revisione delle circoscrizioni la discussione si è incentrata anche sulla necessità di una coerente revisione delle piante organiche, per la quale il Ministro ha promesso nuovo impulso a breve termine.
Gli argomenti toccati sono stati però anche altri e di grande interesse ed attualità. In particolare,si è affrontato il tema dei contenuti del decreto legge cd. “del fare”, recante misure per l’efficienza del sistema giudiziario e la definizione del contenzioso civile.
Il testo, come è noto, contiene importanti misure ordinamentali, proiettate principalmente verso l’ambizioso obiettivo di aggredire il grave arretrato che rallenta la giustizia civile. La previsione di 400 unità di magistrati onorari per gli uffici d’appello costituisce la maggiore novità in proposito, come anche la nuova, temporanea figura dei magistrati “assistenti” assegnati alla Corte di Cassazione.
Le voci levatesi dal CSM in relazione alle riforme in cantiere sono state sì di apprezzamento per la volontà di intervenire subito da parte del Governo, finalizzata a porre parziale rimedio alla situazione di ritardi e inefficienze che affligge in particolare il settore della giustizia civile, ma anche di perplessità per interventi “a tampone” che ancora una volta nascono in un’otticaemergenziale priva di una progettualità complessiva e di un orizzonte di lungo periodo, oltre che,nello specifico, per il timore che tali misure non rappresentino una “cura” adeguata, di facile realizzazione e di sicura tenuta sistematica.
Ad ogni modo si sono salutati con favore gli interventi in tema di ripristino dell’obbligatorietà dell’istituto della mediazione, gli stage formativi di laureati in giurisprudenza, se si iscrivono, si è detto, nell’ottica di un rinnovato impegno per la creazione finalmente del cd. “ufficio del processo”, e la norma che consente una motivazione della sentenza civile concisa, per quanto concerne i fatti decisivi e i principi di diritto, con la prevista possibilità di un rinvio ai precedenti conformi, agli scritti difensivi e agli atti di causa. Tale ultimo intervento deve essere oggetto di sapiente utilizzo da parte del giudice, al fine di evitare che l’eccessiva stringatezza della decisione coincida con un arretramento del sistema dei diritti e delle garanzie; mentre la sua efficacia si deve misurare come strumento per una più rapida affermazione delle ragioni processuali.
Infine, l’adeguamento delle piante organiche del personale di magistratura al numero di unità effettivamente previsto per legge dal 2008 e l’aumento di organico del personale amministrativo, eroso da interventi dettati dalla congiuntura economica degli ultimi anni, sono stati altri temi delcofronto tra rappresentanti del CSM e Ministro. Dal canto suo il Ministro ha promesso un nuovo concorso per 350 posti di magistrato ordinario, pare già in cantiere per l’autunno prossimo, ritenendolo un “investimento indispensabile", non solo per l’amministrazione della giustizia, ma anche per la crescita e l’economia dell’intero Paese.
Sul piano delle riforme in campo penale molti interventi hanno sottolineato la necessità non più differibile di porre rimedio alla questione carceraria ed alla intollerabile situazione di sovraffollamento che affligge i nostri istituti di pena, salutando con favore la creazione da parte del Ministro, immediatamente dopo il suo insediamento, di una commissione di studio dedicata.Quindi si è nuovamente avanzata la richiesta di intervenire sul regime della prescrizione (secondo il Vice Presidente Vietti un complesso di norme che sembra premiare più chi rallenta il processo piuttosto che chi tenta di definirlo) e di proporre una radicale depenalizzazione, nonostante le spinte in senso opposto provenienti a volte da un legislatore che insegue troppo spesso le vicende di cronaca, pur drammatiche.
Un’ulteriore annotazione a margine del resoconto del dibattito: è di buon auspicio che nelle ultime tre settimane il Ministro della Giustizia sia intervenuto in due occasioni importanti nella sede del CSM. La prima la si è raccontata…la seconda coincide con l’impegno e le idee di coloro che hanno organizzato il convegno in occasione dei 50 anni dell’ingresso delle donne in magistratura. Il Ministro è intervenuta con capacità e solidarietà, insieme alle molte altre che, in magistratura, in politica, nelle professioni, hanno contribuito al successo di una giornata di riflessione sulla storia e le prospettive di una giurisdizione che, per fortuna, vede sempre piùcoinvolto “l’ingegno” e “il saper fare” della donna.