Magistratura democratica
Magistratura e società

Recensione a Forme di tutela nell’Unione Bancaria Europea

di Filippo Cucuccio
Direttore generale dell’ Associazione nazionale per lo studio dei problemi del credito, già dirigente Bnl

Recensione al volume a cura di Sandra Antoniazzi (ESI, 2023)

Tra le non poche ricerche sul tema della tutela giurisdizionale nell’Unione Bancaria Europea sul riparto di giurisdizione tra giudice europeo e giudice nazionale va segnalata questa, curata da Sandra Antoniazzi, associata di Diritto dell’Economia presso l’Università di Tor Vergata, con la collaborazione di docenti di diverse discipline ed altri Atenei.

Il rigore dell’approccio metodologico e il concorso di contributi interdisciplinari particolarmente significativi fanno di questo volume, non solo un prezioso punto di riferimento, per quanti si trovano ad orientarsi in un campo decisamente complesso, quale quello della tutela giurisdizionale nell’Unione Bancaria Europea; ma, anche e soprattutto, uno stimolo per proseguire nell’approfondimento di tematiche, destinate ad assumere un impatto sempre più pregnante, sia nella prospettiva di un edificio europeo dai tratti più definiti, sia in uno scenario, caratterizzato dalla persistenza di un fattore di innovazione tecnologica dalle caratteristiche dirompenti.

L’ampio e ben articolato contributo iniziale della curatrice consente al lettore di acquisire consapevolezza del considerevole perimetro della ricerca svolta e delle difficoltà che intervengono in un regime di vigilanza unica, quando «occorre interpretare il diritto amministrativo interno e la disciplina europea riconosce una certa autonomia all’Autorità di Vigilanza nazionale per l’attuazione di istruzioni»; nonché nei casi in cui il contenzioso concerne atti di soft law. 

Se alla conclusione di questa riflessione l’A. stila un giudizio complessivamente positivo sull’efficacia operativa del sistema di tutela giurisdizionale nell’Unione Bancaria Europea, peraltro, non si possono, a suo avviso, sottacere le questioni non risolte, altrettante sfide per il giudice europeo, nella duplice veste di garante della legalità e dei diritti fondamentali, con l’obiettivo di pervenire a definire un modello unitario di tutela, pur non sacrificando «l’accesso alla tutela e la pienezza del sindacato sull’esercizio dei poteri della Banca Centrale Europea e delle altre Autorità europee coinvolte». 

I rimanenti contributi, che arricchiscono questa ricerca, si soffermano sul tema di fondo, approfondendo profili specifici, in parte delineati nel primo saggio.

Alessandro Guccione, associato di Diritto Commerciale presso l’Università di Modena e Reggio Emilia, affronta il tema della complessità dei sistemi di governo e delle fonti in materia di Unione Bancaria Europea, nell’ottica di valutarne le conseguenze sul piano della tutela giurisdizionale esperibile contro le decisioni delle Autorità di Vigilanza, analizzando le principali criticità finora emerse.

Dal canto suo Simone Lucattini, associato di Diritto Amministrativo presso l’Università di Siena, nello svolgere il tema dell’amministrazione giustiziale europea nel settore bancario, sottolinea l’importanza dell’obiettivo di un’equilibrata coesistenza di forme giurisdizionali e non giurisdizionali, nell’ambito di una riaffermazione dei principi di equivalenza e di alternatività, quale prima condizione per garantire l’effettività dei rimedi in via amministrativa.

Quanto a Vittorio Santoro, ordinario di Diritto Commerciale presso l’Ateneo Senese, nell’esaminare il tema della tutela risarcitoria e demolitoria nell’ordinamento bancario europeo dal lato della giurisprudenza delle Corti europee, si avvale nella sua analisi di quanto avvenuto in alcuni casi concreti specifici, giungendo alla conclusione che la pluralità di risposte evidenziate ”non dipende da incertezze, ma dalla complessità e dalla varietà delle fattispecie giuridiche che governano l’ordinamento bancario europeo”.

Massimo Donini, ordinario di Diritto Penale presso l’Università Sapienza di Roma, si sofferma su quello che viene definito «il nodo gordiano della Vigilanza bancaria», analizzando compiutamente gli aspetti problematici del rapporto tra sanzioni penali ed amministrative. L’analisi della loro complessità contribuisce a rendere consapevole il lettore di quanto negli ultimi anni vi sia stata «una revisione del paradigma classico del rapporto tra penale ed amministrativo», riconoscendo alla vigilanza un ruolo centrale nell’evoluzione contemporanea della cosiddetta democrazia penale e attribuendole il merito di fornire «una risposta tra le meno improvvisate e più autorevoli del dominio di tecnici sulla politica».

Un tema delicato e, particolarmente, sentito anche nel nostro Paese per alcune dolorose vicende è, poi, quello della gestione delle crisi di banche minori, affrontato in un’ottica di possibile riforma regolamentare da Irene Mecatti, aggregata di Diritto Commerciale presso l’Università di Siena. Una parte della sua analisi viene spesa nell’individuazione di una soddisfacente definizione di banca minore per, poi, passare alla valutazione di due differenti nozioni di interesse pubblico, fatte proprie, rispettivamente, dal Single Resolution Board e dalla Commissione Europea. Quanto alla revisione in senso unitario degli attuali schemi di gestione di crisi bancarie e di tutela dei depositi portata avanti da una proposta della Commissione Europea, il pensiero dell’A si sviluppa, ponendo in evidenza la necessità indifferibile di definire il terzo pilastro dell’Unione Bancaria Europea; intervenendo, inoltre, sulla regola, che prevede di detenere strumenti di capitale pertinenti ed altre passività sottoponibili al bail-in in misura pari all’8% del totale delle passività e dei fondi propri. In questa prospettiva sembrerebbe, infine, auspicabile la centralizzazione dei poteri di risoluzione delle crisi presso il Single Resolution Board e il contestuale ridimensionamento dei poteri in questo specifico ambito della Commissione Europea.

Conclude la raccolta di saggi di questo interessante  volume il contributo di Fabio Merusi, ordinario di Diritto Processuale Amministrativo presso l’Università Guglielmo Marconi di Roma, che affronta in modo agile alcuni temi di particolare attualità e di rilevante interesse, anche per il consumatore di prodotti monetari/finanziari, quali: la prossima introduzione dell’Euro Digitale da parte della Banca Centrale Europea e il suo inquadramento nel più ampio tema dei sistemi di pagamento e delle criptovalute; l’applicazione dell’intelligenza artificiale in ambito bancario e il suo impatto sulle funzioni vigilanza bancaria della Banca d’Italia, con particolare riguardo ad alcuni aspetti procedurali e sostanziali di trattamento degli esposti ad essa presentati.

18/05/2024
Altri articoli di Filippo Cucuccio
Se ti piace questo articolo e trovi interessante la nostra rivista, iscriviti alla newsletter per ricevere gli aggiornamenti sulle nuove pubblicazioni.
Brevi note su Cass. n. 24641 del 13 settembre 2021 in materia di richiesta di esibizione ex art. 119 TUB nel corso del processo

Dopo un primo commento (https://www.questionegiustizia.it/articolo/estratti-conto-bancari) Questione giustizia ritorna sul recente revirement dalla Cassazione circa la necessità di una previa richiesta alla banca di trasmissione degli estratti conto da parte del cliente, al fine dell’ammissibilità dell’istanza di esibizione ex art. 210 c.p.c. 

30/11/2021
Ancora sul controverso rapporto tra esibizione sostanziale e processuale in tema di estratti conto bancari: nota a Cass. I Sez. Civ., 13/09/2021 n. 24641

La questione relativa al rapporto tra diritto all’esibizione sostanziale e processuale di documenti si presenta frequentemente nel contenzioso bancario in riferimento agli estratti conto, utilizzati come prova nei giudizi di illegittima applicazione di interessi anatocistici. La giurisprudenza di legittimità offre al problema soluzioni spesso confliggenti, il che importa continua necessità di studio e riflessione sul tema. 

26/11/2021
Appunti per un progetto di riforma delle garanzie di credito
L’Associazione dei civilisti italiani ha promosso una ricerca per l’esame degli ambiti normativi del diritto privato che, considerando in primo luogo le disposizioni del codice civile, mostrano le maggiori criticità ed esigenze di aggiornamento (ossia di “modernizzazione”, per riprendere l’espressione usata dal legislatore tedesco, che una quindicina di anni fa provvedeva alla riforma del diritto generale delle obbligazioni e dei contratti). Nell’ambito di questa ricerca, che investe il diritto dei rapporti patrimoniali tra privati ad ampio raggio, l’area delle garanzie del credito è senza dubbio una delle più complesse e, al contempo, più bisognosa di un’opera organica di svecchiamento delle diverse discipline. La linearità delle distinzioni strutturali tradizionali (in primo luogo, quella tra garanzie personali e reali), che connota il codice civile va dunque ripensata, alla luce in primo luogo della complessità dello scenario normativo e regolamentare dei diversi settori. S’impone una ricerca e ridefinizione dei principi comuni, tanto nelle garanzie personali, quanto nelle garanzie reali, nella difficile sfida che per il giurista, come per l’eventuale legislatore riformatore, determina l’esigenza del raccordo tra le norme generali del diritto comune delle obbligazioni e le diverse discipline settoriali, maturate in considerazione delle esigenze di una prassi, spesso transnazionale, anch’essa da razionalizzare e ricondurre al sistema
29/05/2018
Concorrenza tra banche e diffusione di informazioni denigratorie e vere
Prendendo spunto da un caso contenzioso, in cui una banca aveva agito per ottenere il risarcimento del danno derivante dalla condotta di una sua concorrente, che aveva diffuso in una propria pubblicazione periodica il suggerimento di non partecipare all’aumento di capitale della prima (comportamento che la banca attrice qualificava come atto di concorrenza sleale ex art. 2598 cc), il contributo analizza la rilevanza attuale dell’exceptio veritatis quale presupposto di liceità della diffusione al pubblico, da parte di un’impresa, di informazioni denigratorie su un proprio concorrente. In particolare, lo scritto evidenzia la progressiva apertura del diritto vivente verso l’attribuzione di un effetto scriminante alla verità della notizia denigratoria; apertura che però continua a intendere il fatto denigratorio tra concorrenti come dotato di rilevanza meramente negativa (come elemento, cioè di esclusione dell’antigiuridicità di una condotta in sé disapprovata), e non già – ciò che invece si auspica – come dinamica fisiologica e approvata dall’ordinamento, nella prospettiva della promozione di un superiore livello di trasparenza del sistema finanziario.
26/03/2018