Articoli di Simone Spina
Con ordinanza del 24 settembre 2024 il Tribunale di Firenze ha sollevato questione di legittimità costituzionale dell’articolo 1, primo comma, lettera b) della legge 9 agosto 2024, n. 114, con cui è stato abrogato il reato di abuso d’ufficio. Di tale norma abrogativa è stato, più in particolare, denunciato il contrasto sia con i vincoli derivanti dagli obblighi internazionali assunti dall’Italia con l’adesione, ratifica ed esecuzione della Convenzione delle Nazioni Unite contro la corruzione, adottata a Merida nell’anno 2003, sia con il principio di buon andamento e imparzialità della pubblica amministrazione.
Con l’introduzione della valutazione di idoneità psico-attitudinale nel concorso per magistrato ordinario, il Governo ha dato vita ad un intervento normativo che stride e confligge, sotto più aspetti, con la Carta costituzionale e i suoi principi fondamentali: dal principio di separazione dei poteri alla regola del reclutamento dei magistrati per concorso, dal principio di riserva di legge in materia di ordinamento giudiziario al principio-valore di eguaglianza e ragionevolezza, sino alla regola della necessaria copertura finanziaria delle leggi che importano nuovi oneri e spese.
Il pieno riconoscimento dell’uguaglianza giuridica tra uomini e donne è frutto di un percorso lungo e difficile, passato attraverso l’abbattimento di una discriminazione giuridica, quella nei confronti delle donne, di fatto durata, in tutti i settori del diritto, fino al Novecento. Il 13 maggio 1960, con la sentenza n. 33, la Corte costituzionale ha impresso un notevole impulso, rispetto a tale percorso, contribuendo così al progresso dell’uguaglianza.