Con una lettera appassionata alla figlia adolescente, il ministro delle Finanze del governo Tsipras ripercorre le tappe fondanti della storia dell’umanità ed, illustrando con incredibile semplicità i meccanismi primordiali dell’economia (che nell’antica Grecia significava la gestione della casa da “oiko-nomia”), offre al lettore un’acuta ricerca delle origini della disuguaglianza.
Yanis Varoufakis rivela straordinarie doti di narratore, capace di raccontare la nascita dei meccanismi di scambio prospettando “un’altra possibilità”, e cercando di dare credibilità ad un’idea di società alternativa a quella imposta dal capitale. “È incredibile la facilità con cui tendiamo a considerare ‘logica’, ‘naturale’ e ‘giusta’ la distribuzione della ricchezza che abbiamo sotto gli occhi, specialmente se ci favorisce. Quando ti sembra di propendere per questo tipo di pensieri, ricorda: tutti i bambini nascono nudi, ma per alcuni è già stata pronunciata la condanna alla fame, allo sfruttamento e alla miseria. Non cedere mai alla tentazione di accettare una spiegazione logica per le disuguaglianze che finora, da ragazza che sei, hai ritenuto inaccettabili.”
Secondo Varoufakis - che racconta le dolorose conseguenze della sostituzione del valore dell’esperienza con il valore di scambio e la funzione imprescindibile del danaro nella progressiva formazione delle disuguaglianze - le nostre società non sono soltanto ingiuste, ma anche drammaticamente inefficaci nelle misura in cui disperdono le potenzialità umane e naturali di produrre vera ricchezza.
Un mercato fondato sul sistema debito/guadagno - che è poi il pilastro di tutte le economie occidentali e di quelle che ad essa si ispirano - minaccia lo sviluppo, il benessere e l’esistenza stessa del pianeta (“sull’orlo della catastrofe ecologica”)
Per spiegare le origini di tale passaggio l’autore offre un interessante excursus storico che prende le mosse dalla scoperta dell’agricoltura, il “salto” grazie al quale l’uomo ha potuto iniziare ad accumulare il surplus produttivo. Riconduce l’esigenza di registrare tale surplus alla nascita della scrittura che fa, poi, sorgere la necessità della moneta, di uno Stato che ne garantisca il valore, del debito, della burocrazia ed anche di un clero che legittimi la distribuzione iniqua di quella prima ricchezza.
Passa poi a descrivere la rivoluzione industriale, che non fa che aumentare la concentrazione di potere e ricchezza in poche mani.
Per illustrare il valore di scambio del denaro ed i meccanismi dell’inflazione passa a descrive ciò che è accaduto durante la seconda guerra mondiale, quando nei campi di prigionia“quanto più rare erano le sigarette in relazione agli altri beni, tanto maggiore era il loro valore di scambio e quindi gli acquisti che consentivano di fare”. E racconta che dopo una notte di bombardamenti, durante la quale i prigionieri angosciati fumavano più del solito, il loro valore arrivava alle stelle: le bombe, facendone diminuire la quantità, “avevano creato in una sola notte la deflazione”.
Ma ci sono anche altri meccanismi che questa “lettera d’amore” riesce a spiegare, soprattutto ai giovani: e cioè il ruolo delle banche e l’intreccio economia e finanza.
Varoufakis prende le mosse dalla “linea del tempo": racconta che i commercianti sono sempre esistiti mentre gli imprenditori sono nati insieme alla società di mercato e lavorano come “maghi”, davanti ad un velo sottile che divide il presente dal futuro, “un futuro che si vede confuso, oltre il velo situato esattamente sulla linea del tempo”. Immagina che l’imprenditore poggi la mano destra sul velo, lo sposti, ed entri nel futuro, toccando“ con i polpastrelli il valore di scambio che sarà”. Poi riporta indietro la mano, trasferendo a forza il valore futuro al di qua della linea del tempo e trasferendo nell’oggi un valore di scambio che non si è ancora generato, per consentire all’imprenditore di investirlo in processi produttivi che creeranno valore domani.
In questo scenario – che descrive il concetto di debito nelle società di mercato – compaiono i “negromanti”, ossia i banchieri che guidano la mano dell’imprenditore che penetra nel futuro riportando nel presente i valori “acchiappati” oltre la tenda, e che non organizzano la produzione ma accumulano ricchezza, non più in ragione del loro antico ruolo di intermediatori fra chi ha un’eccedenza di danaro e chi ha bisogno di averlo in prestito, ma rompendo “l’equilibrio fra i tempi”, fra il futuro ed il presente attraverso prelievi di quantità sempre maggiore di danaro dal futuro per accrescere la percentuale di guadagno e caricando il presente di impegni impossibili da mantenere: Varoufakis riesce a spiegare con una metafora semplicissima la bancarotta, il “crack” e si dilunga a spiegarne i meccanismi sotto il respiro della mitologia greca: la tracotanza del banchiere (“ybris”) viene ripagata con una terribile vendetta (“ nemesis”) che ricade su tutti i cittadini, sul loro benessere e sul livello di civiltà.
L’autore, nel tentativo di spiegare nel modo più accessibile a tutti il dramma della crisi che accomuna la Grecia a molti altri paesi d’Europa e del mondo, si avvale di riferimenti cinematografici e letterari. Dal Frankenstein di Mary Shelley, “allegoria della tendenza delle società di mercato a utilizzare la tecnologia per renderci schiavi”, all’Iliade, a Matrix dei fratelli Wachowski, a Tempi moderni, Blade Runner e Terminator.
Il messaggio finale del ministro delle finanze greco è un invito a rifiutare la menzogna e l’inganno in cui vivono tutti coloro che credono a quel che dicono i manuali degli economisti”, che tentano di dare spiegazioni a ciò che accade giustificando e razionalizzando anche le distorsioni del sistema che si è venuto a creare.
Le parole convincenti ed appassionate di Varoufakis ci fanno pensare che possa esistere un sistema diverso: ma non può trascurarsi che ad una mera analisi economica della situazione della Grecia (e dell’Italia che in molti aspetti le assomiglia ) debba essere accompagnata una approfondita riflessione su altri fenomeni che hanno caratterizzato i loro sistemi, come la corruzione e la diffusa indifferenza per il rispetto delle regole, fenomeni che hanno visto come protagonisti in prima fila gli stessi governanti dei due paesi.
Questo libro è dedicato soprattutto ai giovani ed al loro futuro, ma è consigliabile a tutti coloro che vogliano dare un respiro di speranza all’Europa: certamente, è fin troppo semplice contrapporre alla descrizione magica di Varoufakis i 321 miliardi di euro che conta l’attuale debito pubblico greco che non è ancora ben chiaro come possa essere onorato.
Sarà forse ora di ricorrere al “diritto alla solidarietà” che la nostra migliore dottrina sta iniziando a diffondere, sia per evitare di doversi arrendere alla sconfitta complessiva del progetto europeo sia per avere uno strumento con il quale imporre un cambiamento di rotta ai paesi più compromessi in termini di corruzione ed illegalità.