Accantonati rapidamente gli entusiasmi basati sulla fiducia in una crescita economica intensa e senza limiti temporali, legati all’applicazione di modelli di politiche neo liberali, il fenomeno della povertà si è ora riproposto nella sua ingombrante, cruda concretezza, sollecitando maggiori approfondimenti analitici e nuovi orientamenti politici in tema di giustizia sociale.
Questo libro, scritto a più mani da Chiara Saraceno, un passato da docente all’Università di Torino e da David Benassi e Enrica Morlicchio, entrambi Professori di Sociologia Economica, rispettivamente all’Università di Milano Bicocca e all’Ateneo napoletano della Federico II, è certamente figlio di questo drastico cambiamento di registro economico. Un cambiamento, su cui hanno inciso in modo determinante le due crisi finanziarie manifestatesi nei primi due decenni di questo secolo, la prima contrassegnata dal fallimento dell’istituzione finanziaria Lehman Brothers, la seconda caratterizzata dai devastanti effetti economici della diffusione della Pandemia da Covid-19.
Non è, infatti, casuale che gli AA. sottolineino nelle pagine iniziali, che il volume contiene gli esiti di una ricerca pubblicata in lingua inglese un paio d’anni fa; con ciò giustificando per la versione italiana, apparsa in libreria alla fine della primavera scorsa, un’attenta riconsiderazione del fenomeno della povertà, alla luce di quanto avvenuto a seguito della Pandemia.
Tra gli aspetti di pregio di questo saggio va, certamente, segnalato il suo ampio perimetro di ricerca, coerente alla dimensione planetaria del fenomeno della povertà con una sua ricostruzione che comprende i diversi Paesi Europei. Vengono, pertanto, individuati alcuni modelli di risposta e di contrasto alla povertà, pre e post Pandemia, messi in campo nel nostro Continente con un’accurata disamina critica dei relativi punti di forza e di debolezza desumibili dalle esperienze maturate sul campo. Da questa rassegna emerge, così, la contrapposizione di approcci tra Paesi Nordici e Paesi dell’Europa Continentale da un lato e Paesi Mediterranei dall’altro, con un differenziale di efficacia complessiva finale delle misure adottate a favore dei primi.
L’impianto di questo libro, articolato in 6 capitoli, preceduti da una Prefazione, seguiti da alcune efficaci Conclusioni e arricchito da un robusto corredo di riferimenti bibliografici, prevede una parte cospicua (4 capitoli) dedicata all’Italia, con un’analisi approfondita e documentata delle caratteristiche del regime di povertà del nostro Paese. Un’analisi, contrassegnata dall’accuratezza nell’individuarne, in particolare, sia le caratteristiche originarie, sia le tendenze di lungo periodo, già manifestatesi a partire dagli anni ’90 del secolo scorso.
Una ricostruzione storica, dunque, utile anche a comprendere le cause e la dimensione qualito-quantitativa del crescente disagio sociale nel nostro Paese, illustrando compiutamente le caratteristiche problematiche dei tre nodi cruciali della povertà in Italia, rappresentati dai lavoratori poveri, dai minorenni che versano in una situazione di grave precarietà anche sul piano educativo e, infine, dai migranti che giungono in Italia. Tre nodi, che sono ben lungi dall’essere stati districati e risolti positivamente, alla luce delle politiche di contrasto succedutesi nel nostro Paese, contrassegnate da un tortuoso percorso attuativo di misure tardive e solo parzialmente efficaci. Un’analisi valutativa completa, che si conclude con la disamina critica della recente esperienza del Reddito di Cittadinanza di questi ultimi anni.
In definitiva, un libro di grande attualità, su un tema nuovamente rievocato con nitidezza anche dall’ultimo Rapporto Caritas dello scorso ottobre e che risulta ricco di spunti e riflessioni utili per agire con maggiore consapevolezza ed efficacia operativa nelle politiche di contrasto del fenomeno della povertà. Un fenomeno, che sembra, purtroppo, destinato ad allargarsi e ad aggravarsi ulteriormente per le nuove, inquietanti turbolenze economiche di diversa origine sopraggiunte nello scenario mondiale, ponendosi, pertanto, in modo ineludibile tra le priorità di intervento del Governo di questa nuova legislatura. Una priorità, che ha anche il sapore di sfida ad invertire la rotta rispetto alle accresciute diseguaglianze sociali registratesi negli ultimi venti anni nel nostro Paese, fonte, come è di palese evidenza, non solo di inevitabili ingiustizie, ma anche di pericolose, profonde fratture della coesione nazionale.