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Nel loro quotidiano lavoro giudici e pubblici ministeri hanno sempre più bisogno di attingere a saperi diversi dal diritto e di disporre di studi economici, sociologici, scientifici, che concorrano ad illuminare ed orientare l’attività di interpretazione delle norme e la capacità di operare come risolutori di problemi.
Di qui la scelta della Rivista di pubblicare documenti e analisi provenienti da istituzioni pubbliche e private e da qualificati centri studi, che possono costituire utili “strumenti” di lavoro dei magistrati impegnati nei diversi settori della giurisdizione e offrire a tutti i lettori chiavi di comprensione di fenomeni complessi.
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Al termine della XVIII Legislatura, la Commissione bicamerale d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati (Commissione Ecomafie) ha approvato all’unanimità una Relazione finale che riporta le notizie essenziali sul lavoro svolto e, di particolare interesse, le considerazioni conclusive di tutte le venti Relazioni tematiche approvate ad esito di singoli approfondimenti d’inchiesta nel corso della Legislatura.
L’articolo 1 della legge istitutiva, n. 100 del 7 agosto 2018, assegnava alla Commissione oggetti di inchiesta molto ampi[1] coperti dall’attività svolta, nonostante i limiti derivanti dall’emergenza epidemiologica a partire dal febbraio 2020 e dalla conclusione anticipata della Legislatura.
I testi completi di tutte le singole Relazioni – che si occupano ampiamente dei temi più sensibili ed emergenti in materia di tutela dell’ambiente - sono disponibili a partire dal link https://parlamento18.camera.it/197
Da segnalare, per la particolare rilevanza dei riferimenti giuridici, le Relazioni su emergenza epidemiologica COVID-19 e ciclo dei rifiuti, le due Relazioni sulle garanzie finanziarie nel settore delle discariche, la Relazione sull'evoluzione del fenomeno degli incendi negli impianti di gestione di rifiuti, la Relazione sulla situazione delle bonifiche e della gestione dei rifiuti presso gli impianti ex Ilva-Taranto e nelle aree contermini e la Relazione sull'attuazione della legge 22 maggio 2015 n. 68 in materia di delitti contro l'ambiente, frutto anche di collaborazione istituzionale tra la Commissione parlamentare d’inchiesta e la Procura generale presso la Corte di Cassazione.
[1] a) svolgere indagini atte a fare luce sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, sulle organizzazioni in esse coinvolte o ad esse comunque collegate, sui loro assetti societari e sul ruolo svolto dalla criminalità organizzata, con specifico riferimento alle associazioni di cui agli articoli 416 e 416-bis del codice penale;
b) individuare le connessioni tra le attività illecite nel settore dei rifiuti e altre attività economiche, con particolare riguardo al traffico dei rifiuti all'interno dei territori comunali e provinciali, tra le diverse regioni del territorio nazionale e verso Stati esteri;
c) individuare le specifiche attività illecite connesse al traffico illecito transfrontaliero dei rifiuti, con particolare riferimento a quelle concernenti i rifiuti, anche pericolosi, in partenza dai porti marittimi verso destinazioni estere, e, contestualmente, svolgere indagini, in collaborazione con le autorità di inchiesta degli Stati destinatari dei rifiuti, per individuare attività volte a immettere nel mercato nazionale beni e prodotti, realizzati attraverso processi di riciclo di materie prime secondarie ottenute dai rifiuti, che non rispondono alle caratteristiche merceologiche e sanitarie previste dalla normativa nazionale;
d) verificare l'eventuale sussistenza di comportamenti illeciti nell'ambito della pubblica amministrazione centrale e periferica e dei soggetti pubblici o privati operanti nella gestione del ciclo dei rifiuti, anche in riferimento alle modalità di gestione dei servizi di smaltimento da parte degli enti locali e ai relativi sistemi di affidamento;
e) verificare l'eventuale sussistenza di attività illecite relative ai siti inquinati e alle attività di bonifica nonché alla gestione dei rifiuti radioattivi, verificando altresì lo stato di attuazione delle operazioni di bonifica dei medesimi siti;
f) verificare l'eventuale sussistenza di attività illecite nella gestione del servizio idrico integrato per quel che attiene alla gestione degli impianti di depurazione delle acque nonché alla gestione dello smaltimento dei fanghi e dei reflui provenienti da tali impianti;
g) verificare la corretta attuazione della normativa vigente in materia ambientale, relativamente agli ambiti di indagine della Commissione di inchiesta istituita dalla presente legge nonché all'applicazione della legge 22 maggio 2015, n. 68, recante disposizioni in materia di delitti contro l'ambiente;
h) verificare l'eventuale sussistenza di attività illecite relative alla gestione e allo smaltimento dei materiali contenenti amianto nonché il rispetto della normativa vigente ed eventuali inadempienze da parte di soggetti pubblici e privati;
i) indagare sulle attività illecite legate al fenomeno degli incendi e su altre condotte illecite riguardanti gli impianti di deposito, trattamento e smaltimento dei rifiuti ovvero i siti abusivi di discarica;
l) compiere, a fini conoscitivi, sopralluoghi o visite presso gli impianti che adottano procedimenti riconosciuti di migliore qualità e maggiore efficacia in campo ambientale, ovvero adottano tecnologie e procedimenti sperimentali che presentano interessanti prospettive di sviluppo e applicazione, in attuazione dei principi dell'economia circolare, al fine di prevenire gli illeciti ambientali.