Tutto è cominciato dall’osservazione della realtà e da un atto di immaginazione sociale e giuridica.
Il moltiplicarsi di incidenti stradali nei quali risultavano coinvolti i riders - i fattorini che , sacco in spalla, pedalano sulle strade per la consegna di cibo e merci a domicilio – era un “dato di fatto” che poteva rimanere inosservato e inesplorato, sommerso dalla montagna di eventi e di angosce individuali e collettive che affollano la nostra stralunata quotidianità.
Non accade così, soprattutto in tempo di pandemia, per tanti altri fatti inquietanti , nocivi, ingiusti, iniqui, che si svolgono sotto gli occhi di tutti senza suscitare stupore, curiosità o altre apprezzabili reazioni?
E’ un merito della magistratura milanese e delle istituzioni che l’hanno coadiuvata aver estratto dal magma indistinto degli accadimenti la sequenza e la frequenza degli infortuni stradali dei riders, ponendosi una serie di interrogativi.
Quanti sono i riders? In che condizioni lavorano? Con quale contratto, con quale status, con quale livello di garanzie retributive, previdenziali, infortunistiche? In una parola, con quale dignità sociale e giuridica?
Ne è scaturita una indagine dal sapore antico. Nutrita di doverosa curiosità istituzionale e della spinta a ri-affermare la legalità in terre franche da regole e da diritti. Volta a mettere sotto la luce dei riflettori sociali e giuridici forme di lavoro moderne che , nel cuore dell’economia più avanzata del Paese , ricalcano modalità oppressive che si volevano relegate ad un lontano passato.
Una reazione all’anomia che accompagna lo sviluppo impetuoso e incontrollato di tanti nuovi lavori che sotto la patina di una maggiore libertà del lavoratore celano il fondo arcaico di una fatica malpagata, rischiosa, non protetta.
Le fasi dell’indagine milanese sono attentamente ripercorse nell’ampio comunicato stampa diramato dalla Procura della Repubblica il 24 febbraio.
E’ un documento di grande interesse, utile per la generalità dei lettori e per quanti operano nelle istituzioni e nel mondo del lavoro, che scegliamo di pubblicare integralmente con la massima tempestività possibile rinviando a interventi successivi della rivista i necessari approfondimenti.
N.R.