Magistratura democratica
Magistratura e società

Per Alessandro Leogrande

di Giancarlo De Cataldo
consigliere della Corte di appello di Roma
In ricordo di un intellettuale e scrittore che continuerà a essere un punto di riferimento per Magistratura democratica. Oltre al brano di Giancarlo, troverete il video dell'incontro di “Parole di giustizia 2016”. Un dialogo su frontiere, paure, sicurezza tra Alessandro Leogrande e Livio Pepino

C’è sempre qualcosa di crudele nella morte improvvisa e inattesa di un ragazzo di quarant’anni. Come un senso di ingiustizia profonda che si accompagna allo sbigottimento. Non è facile perciò riflettere sulla figura di Alessandro Leogrande a poche ore dalla sua fine. Chi lo ha conosciuto ricorderà per sempre la sua energia ironica, la sua passione lucida, l’affilata concisione dell’argomentare. Doti tutte non da poco, in questo tempo in cui i giusti sembrano essere ossessionati da prudenze eccessive e timori diffusi. Ecco, Alessandro Leogrande era un ragazzo generoso che non si faceva paralizzare dai calcoli del contingente, ma aveva una visione. Alessandro Leogrande era di quelli che stanno dalla parte giusta per istinto, verrebbe da dire: per un’innata abilità nel riconoscere a prima vista le ragioni dei deboli, per il coraggio nello schierarsi, per la forza nel difendere posizioni anche impopolari. I suoi scritti su Taranto e sui migranti sono fra i contributi più profondi, e nello stesso tempo laici, che si possano leggere su argomenti centrali del nostro presente: il rapporto fra territorio e industria, salute e lavoro, il concetto di frontiera al tempo del Mediterraneo rosso sangue, l’ipocrisia delle istituzioni e gli slanci accorati degli individui.

Alessandro Leogrande è stata una delle voci più alte della sua generazione. Qualche giorno fa ci eravamo sentiti per lavorare intorno a un progetto per il prossimo salone del libro di Torino. Una piccola rappresentazione teatrale per celebrare i 40 anni dall’uccisione di Aldo Moro. Su quel grande buco nero della storia italiana Alessandro scrisse un racconto bello, nobile e inquietante, “Le maschere di San Giovanni”. Parlava del suo incontro con un antico ministro della Prima Repubblica e rievocava, nello struggente finale, lo scenario di via Fani. Uno scenario nel quale si aggira, tanti anni dopo, un giovane che non ha perso la speranza nella possibilità degli uomini di migliorare, di cambiare le cose. Ricorda, quel giovane, certe riflessioni del Moro prigioniero su un tempo che, dalla sua cella, non riusciva più a controllare, e che sapeva del presagio di una morte annunciata. Ecco cosa scriveva Alessandro: «Questa società è irrazionale. Irrazionale quella di allora, irrazionale quella che ne è discesa. Era questa – ora mi è chiaro – la più acuta paura di Moro, nel mezzo della tragedia che andava consumandosi. La paura che questa società, prima ancora di essere ingovernabile, sia incomprensibile. Incomprensibile nella sua ilarità e nella sua ferocia, nella sua frenesia e nella sua vischiosità, nei suoi silenzi come nelle sue urla scomposte, e infine nei suoi delitti e nelle sue bombe, e nella torma di non detti e omissioni intorno a quei delitti e a quelle bombe, tanto da far arrestare la ragione, ogni ragione, alle soglie del suo giudizio». Ecco. Cercare il filo della ragione in questa dimensione dell’assurdo è stata la missione alla quale Alessandro ha consacrato questa sua vita stroncata troppo presto. Cercarlo, questo filo, con l’unico scopo di metterlo a disposizione di noi tutti. Addio. Che la terra ti sia leggera. 

29/11/2017
Altri articoli di Giancarlo De Cataldo
Se ti piace questo articolo e trovi interessante la nostra rivista, iscriviti alla newsletter per ricevere gli aggiornamenti sulle nuove pubblicazioni.
Il secolo dei Lumi, la sociabilità e le donne. Un fenomeno locale italiano: i “Cicisbei”

Una riflessione sui cambiamenti settecenteschi socio-culturali e di costume e sul loro rilievo sul cammino delle donne e la questione di genere

22/06/2024
Il giallo, la verità e la legge. Ricordando Leonardo Sciascia (1921-1989)

L’8 gennaio 1921 nacque Leonardo Sciascia. Nella ricorrenza del centenario un personale, intenso ricordo del grande scrittore e delle sue riflessioni a proposito della “dolorosa necessità” del giudicare.

08/01/2021
"Future. Il domani narrato dalle voci di oggi"

La recensione al volume curato da Igiaba Scego e edito da effequ (Firenze, 2019)

17/10/2020
Messa alla prova, quasi un romanzo di formazione
Ennio Tomaselli, per anni magistrato a Torino soprattutto in ambito minorile, è autore di numerose pubblicazioni, tra cui Giustizia e ingiustizia minorile. Tra profonde certezze e ragionevoli dubbi (FrancoAngeli, 2015). Messa alla prova (Manni editore, 2018) è il suo primo romanzo che, non per caso, ruota (anche, ma non solo) attorno al mondo della giustizia minorile. I personaggi: un cancelliere di tribunale, un giudice minorile e un ragazzo con alle spalle un’adozione fallita. Li accomuna un desiderio insoddisfatto di giustizia
22/09/2018
“Con i piedi nel fango. Conversazioni su politica e verità”
In questo libro-intervista, Gianrico Carofiglio parte da un valore che poi non abbandona: ogni soggetto politico deve essere consapevole del proprio agire e responsabile delle scelte che fa. Infatti «l’imperturbabilità» davanti al male «può essere una buona tecnica per il benessere personale ma non è un valore», mentre la sofferenza altrui, le discriminazioni, i grandi problemi del mondo dovrebbero essere sempre all’attenzione del politico e del cittadino, provocando in loro una «forma controllata di disagio» che li porta a scelte anche «compromissorie» pur di ottenere il risultato di attenuare quel male.
21/04/2018
Per Alessandro Leogrande
In ricordo di un intellettuale e scrittore che continuerà a essere un punto di riferimento per Magistratura democratica. Oltre al brano di Giancarlo, troverete il video dell'incontro di “Parole di giustizia 2016”. Un dialogo su frontiere, paure, sicurezza tra Alessandro Leogrande e Livio Pepino
29/11/2017
La memoria e il desiderio
Note in margine al libro di Piero Curzio, Quasi saggio (Cacucci, Bari, 2017), in occasione della sua presentazione pubblica al Municipio di Capri, il 13 ottobre 2017
24/11/2017
Quando l’infanzia genera vittime e carnefici. Recensione a Bambinate, l’ultimo romanzo di Piergiorgio Paterlini (Einaudi, 2017)
L’autore è da sempre attento alla ricchezza e alle fragilità della gioventù. Nel suo nuovo libro ci fa incontrare un gruppo di bambini, come tanti, senza edulcorarne però i tratti più feroci. Li ritroviamo poi adulti, ormai schermati dai propri ruoli sociali rassicuranti, ma non per questo meno crudelmente inconsapevoli
21/10/2017