Magistratura democratica
Eventi

Il ruolo del PM nella giurisdizione

Webinar - venerdì 4 giugno 2021, ore 15-18; sabato 5 giugno 2021 ore 10-13

Nelle moderne democrazie occidentali il ruolo del pubblico ministero è crescente e talora è percepito come invadente da una parte dell’opinione pubblica. Nel nostro Paese questa percezione è enfatizzata da debolezze delle forze politiche, e da forme di protagonismo e di personalizzazione del ruolo, assecondate dalla rappresentazione mediatica dell’azione del PM.

Interrogarsi su quanto le diverse declinazioni del ruolo siano conformi alla visione costituzionale, comprendere se sia in atto una trasformazione silente della funzione è uno degli obiettivi dell’incontro, che mira a promuovere una riflessione critica ed
autocritica sul difficile lavoro del PM che, pur investito da forti e contrastanti tensioni, deve essere e rimanere il primo garante nel processo dei diritti del cittadino.

Per partecipare: LINK WEBINAR https://zoom.us/j/94664993131  ID WEBINAR 946 6499 3131

01/06/2021
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I casi Almasri e Delmastro: sta nascendo una nuova dottrina sulla discrezionalità del pubblico ministero?

Per le forze che compongono la destra di governo, la stella polare nel valutare i provvedimenti ed i comportamenti di giudici e pubblici ministeri resta quella dell’interesse contingente e della pura convenienza politica. Ma l’analisi delle modalità con cui sono stati polemicamente affrontati i casi Almasri e Delmastro segnala che, sotto la superficie dei tatticismi e degli opportunismi, stanno emergendo i segni di una nuova, sorprendente ed a suo modo “coerente” dottrina. Dopo anni di veementi polemiche nei confronti dello strapotere del pubblico ministero, non si esita a teorizzare una sua accresciuta discrezionalità, grazie alla quale risolvere “a monte” questioni che rischiano di divenire lunghe e spinose se immesse e “trattate” nel circuito giudiziario. Un vero e proprio frutto avvelenato e comunque un’opzione pericolosa in quanto tale dilatazione di discrezionalità, destinata a realizzarsi sminuendo le prerogative del giudice, porrebbe con forza il tema della responsabilità politica dell’ufficio del pubblico ministero e della sua collocazione nella sfera dell’esecutivo. In definitiva, un controllo del giudiziario situato direttamente alla sorgente dell’azione penale inciderebbe anche sul ruolo e sulle prerogative dei giudici preventivamente estromessi dalle questioni istituzionalmente più rilevanti e sensibili. 

06/02/2025
L’incubo conformista del Ministro della giustizia Carlo Nordio e la voce critica della stampa di Md

La stampa di Magistratura democratica è frutto di un lungo e fecondo esercizio di “intelligenza critica” sulla Costituzione, sulle leggi, sulle sentenze, e rappresenta, proprio grazie alla sua natura critica, un tassello prezioso della nostra cultura giuridica. A dispetto dell’opinione enunciata dal Ministro della Giustizia Carlo Nordio, secondo cui «in un paese ideale i magistrati non dovrebbero criticare la legge» e sarebbe bene «che la magistratura...che si è permessa di criticare le leggi…facesse un primo passo di riconciliazione smettendo di criticarle». Guadagnando in cambio, nell’ottica del Ministro, l’esenzione da critiche alle sentenze. La distopia di un mondo nel quale ai giudici è preclusa la riflessione critica sulle leggi è in contrasto con la Costituzione - che ad ogni giudice attribuisce il potere di scrivere quell’atto necessariamente “critico” della legge che è una ordinanza di rimessione alla Corte costituzionale – e non ha diritto di cittadinanza nella nostra tradizione giuridica che affonda le radici nell’illuminismo e nella sua valorizzazione del pensiero critico. In questo scritto il lungo viaggio della stampa di Md, da Quale Giustizia a Questione Giustizia, può essere ripercorso solo con un rapidissimo sguardo di insieme. Ma bisognerà scriverla la microstoria di questa stampa che corre ininterrotta lungo tutta la vita del gruppo ed è un ponte tra ciò che Md è stata e ciò che può e deve essere nel prossimo futuro.

21/11/2024