E' in distribuzione in questi giorni il numero speciale di Questione Giustizia dedicato al tema della dirigenza degli uffici giudiziari. Pubblichiamo un estratto della presentazione di Luigi Marini e il sommario con gli abstract degli articoli
Nel discutere oggi della funzione di dirigenza degli uffici giudiziari può non essere inutile ricordare quale fosse lo stato delle cose ancora una trentina di anni fa e quali siano stati i percorsi successivi.
Può sorprendere che profili essenziali del dibattito odierno riprendano, pur con linguaggi e contenuti diversi, quelli di epoche che appaiono lontane. Eppure, in fondo, allora come oggi sono in gioco le medesime istanze: indipendenza, professionalità, responsabilità, attitudini, anzianità, discrezionalità.
L’evoluzione che hanno conosciuto il dibattito pubblico, la normativa primaria e secondaria e le prassi ci colloca oggi su un versante più avanzato e, insieme, più fragile.
La rivendicazione del potere di scegliere i propri dirigenti non è accompagnata dalla capacità della magistratura di essere chiara e severa con se stessa e trasparente all’interno e all’esterno dei meccanismi del governo autonomo.
Il nodo che avviluppa carriera, riconoscimento individuale e missione pubblica deve essere sciolto.
Cercare di fare il punto sulla riflessione attuale ascoltando voci diverse è il contributo che intendiamo offrire con questo numero della Rivista, che speriamo capace di offrire spunti per una ulteriore evoluzione del pensiero, delle scelte ordinamentali e dei comportamenti.