Pubblichiamo un primo commento alle note decisioni emiliane che hanno affidato un minore ad una coppia di persone dello stesso sesso.
Si osserva che la decisione circa l'affidamento, così come dovrebbe avvenire per qualsiasi altra decisione relativa a minori, ha cercato di realizzare the best interest del minore, così come preteso dalle convenzioni internazionali in materia.
Proprio questo parametro, evidentemente verificato nel caso concreto, deve essere la stessa polare del giudice, chiamato a decidere sulle tante questioni che l'evoluzione dei costumi, la tecnologia, le tradizioni delle quali sono portatori i popoli migranti portano innanzi al giudice minorile.
Invero, venuto meno nella società il modello di famiglia codificata dal legislatore e diffusesi una pluralità di modelli di relazioni affettive e familiare, solo la verifica dell'interesse del minore, nel caso concreto, sottrae l'autorità giudiziaria al rischio di valutazioni etiche soggettive.
Su questi temi si rimanda al numero 4 di Questione Giustizia su carta dove saranno pubblicati un obiettivo ed un forum sul diritto della famiglia e sul diritto dei minori, a cura di Giovanni Zaccaro.