Magistratura democratica
Editoriali

Il Giornale si scusa con Questione Giustizia e con Magistratura democratica

Questa la lettera di scuse che ci è stata inviata dalla Direzione del quotidiano Il Giornale

In relazione agli articoli pubblicati da Il Giornale il 14 agosto 2021 “Chiamata alla Rivolta. Golpe dei magistrati contro il Green Pass” e il 15 agosto 2021 “Magistrati contro ogni misura anti-virus. Così le toghe rosse volevano sabotare anche gli altri DPCM” relativi alla pubblicazione sulla rivista “Questione Giustizia” di un ampio saggio dal titolo “Sul dovere Costituzionale e comunitario di disapplicazione del c.d. decreto green pass”, diamo volentieri atto che:

a)    Il saggio non era a firma di magistrati ma di diversi professori universitari che facevano parte dell’“Osservatorio permanente per la legalità costituzionale” i quali esprimevano in termini strettamente giuridici le loro perplessità sulla costituzionalità della introduzione dell’onere di “green pass” per accedere a taluni luoghi ed attività.

b)    Pertanto le opinioni espresse dagli accademici non erano riferibili a Magistratura Democratica.

c)     Il saggio compariva all’interno di una rubrica denominata “Tribuna aperta”.

d)    Il saggio era stato preceduto da numerosi articoli favorevoli alla vaccinazione ed all’introduzione del green pass e immediatamente seguito da un editoriale del direttore di “Questione Giustizia”, Nello Rossi, il quale nel ribadire il fermo convincimento che la campagna di vaccinazione fosse uno strumento di liberazione dai più gravi timori per la salute individuale e collettiva e che fosse un naturale corollario dell’onere di vaccinarsi l’obbligo di esibire il “green pass”, riaffermava il principio che la Rivista dovesse ospitare, nel rispetto della libertà di pensiero, punti di vista diversi e confliggenti, come quello dell’“Osservatorio permanente per la legalità costituzionale”.

e)    Già l’8 agosto 2021, Magistratura democratica aveva manifestato il proprio punto di vista, qualificando la vaccinazione come «un onere il cui mancato adempimento può giustificare una serie di calcolate restrizioni e limitazioni, adottate nell’interesse collettivo in vari ambiti della vita sociale»; nella stessa occasione Magistratura democratica aveva sottolineato che l’imposizione di un dovere di attestare l’avvenuta vaccinazione può costituire una misura proporzionata e necessaria «per reintrodurre nell'esperienza sociale le condizioni di almeno relativa sicurezza e di tranquillità compromesse dalla prosecuzione dei contagi»; ciò nel rifiuto «di una idea di libertà individuale disgiunta dalla responsabilità collettiva e dalla realizzazione del bene comune».

Siamo pertanto dispiaciuti che l’esercizio del pluralismo informativo da parte di Questione Giustizia sia stato, ingiustamente, bollato come una manovra eversiva da parte della comunità di magistrati che si riconoscono in Magistratura democratica che, come tutti i magistrati, è quotidianamente, chiamata a rispettare ed applicare la Costituzione e la legge.

Nello scusarci per l’accaduto, siamo lieti che il contenzioso con “Questione Giustizia” e Magistratura Democratica sia stato così definito.

 

La Direzione de Il Giornale

 

14/01/2022
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L’incubo conformista del Ministro della giustizia Carlo Nordio e la voce critica della stampa di Md

La stampa di Magistratura democratica è frutto di un lungo e fecondo esercizio di “intelligenza critica” sulla Costituzione, sulle leggi, sulle sentenze, e rappresenta, proprio grazie alla sua natura critica, un tassello prezioso della nostra cultura giuridica. A dispetto dell’opinione enunciata dal Ministro della Giustizia Carlo Nordio, secondo cui «in un paese ideale i magistrati non dovrebbero criticare la legge» e sarebbe bene «che la magistratura...che si è permessa di criticare le leggi…facesse un primo passo di riconciliazione smettendo di criticarle». Guadagnando in cambio, nell’ottica del Ministro, l’esenzione da critiche alle sentenze. La distopia di un mondo nel quale ai giudici è preclusa la riflessione critica sulle leggi è in contrasto con la Costituzione - che ad ogni giudice attribuisce il potere di scrivere quell’atto necessariamente “critico” della legge che è una ordinanza di rimessione alla Corte costituzionale – e non ha diritto di cittadinanza nella nostra tradizione giuridica che affonda le radici nell’illuminismo e nella sua valorizzazione del pensiero critico. In questo scritto il lungo viaggio della stampa di Md, da Quale Giustizia a Questione Giustizia, può essere ripercorso solo con un rapidissimo sguardo di insieme. Ma bisognerà scriverla la microstoria di questa stampa che corre ininterrotta lungo tutta la vita del gruppo ed è un ponte tra ciò che Md è stata e ciò che può e deve essere nel prossimo futuro.

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