Fascicolo 4/2023
Giovani magistrati. Lo sguardo dell'inizio: una ricerca sulla giovane magistratura
Sommario
Editoriale
Parte I
La ricerca dell’Università di Torino
Una ricerca sulla cultura giuridica dei giovani magistrati
Il contributo presenta gli obiettivi, la metodologia e un quadro complessivo dei risultati della ricerca sulla giovane magistratura, oggetto di questo numero monografico. I risultati della ricerca vengono analizzati in modo maggiormente approfondito nei contributi di Claudio Sarzotti, Costanza Agnella, Cecilia Blengino, Chiara De Robertis, Michele Miravalle, Giovanni Torrente, Daniela Ronco, componenti del gruppo di ricerca.
Parte II
Le analisi e le osservazioni dei professori e dei ricercatori che hanno collaborato alla ricerca
La cultura giuridica della magistratura italiana all’alba del nuovo millennio: primi spunti di riflessione storico-sociologica
Come è cambiata negli ultimi decenni la cultura giuridica dei giovani magistrati italiani? Viene qui proposta una prima analisi dei risultati della ricerca che prova a utilizzare, in una prospettiva storico-sociologica, una tipologia di modelli di giudice elaborata sul finire degli anni settanta. Partendo da quest’ultima, l’Autore evidenzia persistenze e discontinuità in tre modelli di magistrato (l’integrato-tradizionalista, l’alienato-burocratizzato e il deviante-innovatore) che, in qualche misura, riescono a descrivere con un certo grado di esaustività gli elementi presenti nella cultura giuridica dei magistrati che si sono affacciati alla professione nell’ultimo decennio. Una modellistica ideal-tipica, che cerca di porre le premesse per ulteriori indagini mirate a una sua più accurata validazione statistica.
Dalle motivazioni all’ufficio giudiziario: la percezione del ruolo del giovane magistrato
Il presente contributo pone attenzione sulla dimensione motivazionale dei giovani magistrati partecipanti alla ricerca. Prendendo avvio dalle motivazioni espresse nelle interviste e nei focus group circa l’ingresso in magistratura, vengono delineate le diverse prospettive sul tema. Successivamente, l’attenzione viene focalizzata sulle (diverse) motivazioni alla base della scelta del settore – civile o penale – o della funzione, giudicante o requirente. Vengono illustrate, in particolare, anche le motivazioni espresse dai magistrati che hanno scelto di prestare servizio nella magistratura di sorveglianza. Infine, viene messo in luce l’incontro/scontro tra le idee, le opinioni, le percezioni del ruolo del magistrato antecedenti all’ingresso in magistratura con il lavoro, reale e concreto, negli uffici giudiziari.
Dall’università alla magistratura: considerazioni sul rapporto tra studio e lavoro
Dedicando uno specifico spazio di attenzione al tema della formazione accademica, la ricerca ha invitato i giovani magistrati a riflettere retrospettivamente sul ruolo esercitato dagli studi universitari nel percorso di formazione del loro sapere di magistrati. Le considerazioni raccolte delineano una cultura giuridica critica nei confronti di un’educazione che veicola una concezione del diritto ideale e distante dalla realtà. Allo stesso tempo, la ricerca rileva, nella percezione dei magistrati, la mancata corrispondenza tra le conoscenze richieste dal sistema di reclutamento e le competenze necessarie all’effettivo svolgimento delle funzioni.
Formazione e forma mentis del magistrato
I magistrati che hanno partecipato alla presente ricerca hanno assunto le funzioni a seguito del superamento del concorso di secondo grado. In questo contributo saranno trattati i temi emersi nelle interviste e nei focus group con riferimento ai percorsi, alle esperienze formative e professionali pre-concorso e post lauream, si passeranno in rassegna poi le opinioni che questi nutrono nei confronti del concorso e del recente intervento legislativo che lo ha riformato, ma anche nei confronti della formazione, iniziale e permanente, erogata dalla Scuola superiore della magistratura. Il contributo termina, infine, con alcune considerazioni sulla forma mentis del magistrato e sul ruolo della formazione, soprattutto con riferimento all’interdisciplinarità a cui essa deve ambire e alle cd. soft skills.
La tecnologia per lavorare meno o per lavorare meglio? Riflessioni sul futuro della giustizia ad alta intensità tecnologica
Il contributo indaga la percezione che i magistrati coinvolti nella ricerca hanno rispetto a un’accresciuta tecnologizzazione della loro professione, evidenziando i principali nodi critici affrontati durante le interviste e i focus group. Dopo aver fornito una proposta di classificazione degli strumenti tecnologici applicabili al giudizio, tra strumenti diagnostici e prognostici e strumenti autonomi o dipendenti dagli input umani, l’articolo distingue tra strumenti tecnologici utilizzati dal magistrato e sul magistrato. Dal magistrato, quando tali strumenti sono messi a disposizione per affinare, agevolare, velocizzare o ampliare qualsiasi attività processuale, a prescindere dalle funzioni ricoperte; sul magistrato, quando vengono invece utilizzati per “misurare” le performance professionali in termini di qualità e quantità di lavoro svolto dal singolo magistrato o dall’ufficio giudiziario di appartenenza.
New Public Management e organizzazione giudiziaria: la prospettiva dei magistrati
In questo articolo si introducono alcune riflessioni, frutto delle testimonianze offerte dai magistrati coinvolti nella ricerca, sul rapporto fra scelte organizzative e gestione dei carichi di lavoro. In particolare, si è inteso indagare l’approccio dei magistrati rispetto a quell’insieme di pratiche e concezioni definite attraverso l’etichetta di “New Public Management”. Ne emerge un quadro molto conflittuale, dove gli intervistati si mostrano particolarmente critici sia nei confronti delle scelte del legislatore, sia rispetto ai criteri di assegnazione degli organici e dei carichi di lavoro. I risultati stimolano alla produzione di nuovi studi e ricerche sull’amministrazione della giustizia in Italia, in vista di ulteriori riforme che dovrebbero essere – finalmente – condivise da tutti gli attori in campo.
Questioni di genere in magistratura: tra femminilizzazione e complessità
Il contributo si focalizza sulle differenze di genere in magistratura alla luce della ricerca, sottolineando i principali elementi emersi sul punto nelle interviste con magistrate e magistrati. Particolare attenzione è posta alla questione della maternità – tematica ricorrente nelle interviste –, ricostruendo le varie prospettive che si sono delineate sulla questione. In considerazione della femminilizzazione numerica della magistratura, nel contributo vengono inoltre elaborate alcune riflessioni sulle esperienze delle donne negli uffici giudiziari e sulla – persistente – minore presenza femminile negli incarichi direttivi e semidirettivi.
Tra giurisdizionalizzazione e politicizzazione. La percezione dei magistrati della riforma dell’ordinamento giudiziario
Obiettivo del presente contributo è fornire una lettura socio-giuridica sulle riflessioni emerse dalla ricerca in merito ad alcuni aspetti della riforma dell’ordinamento penitenziario. Il dibattito attorno alla riforma, oltre a riscuotere ampia risonanza mediatica, è un tema particolarmente rilevante per i magistrati stessi, sia per via delle ricadute sulla quotidianità lavorativa, sia, più in generale, per l’impatto sulla rappresentazione sociale di tale ruolo. Il processo di riforma tocca infatti alcune questioni sostanziali in tema di organizzazione giudiziaria, con effetti sulla separazione dei poteri, sull’autonomia del magistrato stesso e, in termini più generali, sul rapporto tra magistrati e politica.
Parte III
Lo sguardo esterno
I tempi della giustizia. Avvocatura, magistratura e società. Riflessioni su «Una ricerca sulla cultura giuridica dei giovani magistrati»
Il contributo, partendo dal rapporto di ricerca sulla cultura giuridica dei giovani magistrati – sul quale è incentrato il presente fascicolo – esplora due delle principali cause dei lunghi tempi della giustizia in Italia: un eccessivo carico di lavoro dei magistrati, ulteriormente gravato da un arretrato “patologico”, e un elevato turnover. I rimedi non vanno tanto cercati in una nuova riforma del processo, né tantomeno in un contenimento della domanda giudiziaria, quanto piuttosto in una soluzione che coinvolga tutti gli stakeholder del settore giustizia, puntando su potenziamento dell’organico, tecnologia e innovazione.
La scrittura e la giurisprudenza. Considerazioni sul ruolo della tesi di laurea nella formazione universitaria dei giuristi
La tesi di laurea ha un ruolo fondamentale per l’acquisizione della capacità di scrivere e ragionare di diritto. Nel testo si enunciano i molti pregi di tale occasione formativa, inspiegabilmente ignorati quando si tratta di valutare obiettivamente la didattica del corso di laurea in giurisprudenza. In chiusura, si lamenta tuttavia la tendenza al disimpegno della classe docente.
Ancora sulla giovane magistratura: lo sguardo del giornalista
Per liberare da pregiudizi la percezione di un ambito socio-professionale tanto “sensibile” alle rappresentazioni esterne quanto inesplorato al suo interno, occorre aprire, con l’aiuto della migliore ricerca sociale, a una pluralità di sguardi capace di restituire – per ciò che forma l’oggetto del presente fascicolo – l’esperienza dei giovani magistrati facendo parlare direttamente i suoi protagonisti. I limiti quantitativi che necessariamente circoscrivono l’indagine non potranno che essere di auspicio a proseguire su questa strada.
Parte IV
Le riflessioni dei magistrati
Perché si entra in magistratura
Muovendo sia dai dati sociologici raccolti dall’Università di Torino sia dall’esperienza personale, gli Autori analizzano le motivazioni individuali della scelta a favore dell’impegno in magistratura: ne deriva uno spaccato delle aspirazioni, degli ideali e anche delle… precomprensioni proprie delle nuove generazioni di titolari della funzione giudiziaria, in cui traspare anche il modo di intendere oggi l’esercizio della giurisdizione, da parte di chi – per la prima volta – vi si accosta, o spera (o crede doveroso) di farlo.
Riflessioni sul concorso in magistratura tra passato e presente
La questione del reclutamento del personale della magistratura è al centro di un dibattito assai ampio. Si discute, sin dagli anni ottanta, sull’esclusività dell’accesso mediante concorso, sull’efficacia e affidabilità delle prove, sul livello e sulla tipologia delle conoscenze richieste. Nella formazione post-universitaria si consolidano diversi modelli di giurista. Temi assai attuali, considerato che la recente delega per la riforma dell’ordinamento giudiziario prevede una rivisitazione dell’accesso in magistratura.
Il tirocinio dei magistrati: dal superamento del concorso alla presa delle funzioni, un viaggio entusiasmante accompagnato da sapienti guide
L’articolo propone alcune riflessioni a partire dallo studio dell’Università di Torino che apre questo numero monografico. Il tirocinio è il momento della formazione, attraverso la trasmissione di nozioni pratiche da parte dei magistrati affidatari e il confronto, a livello nazionale, all’interno della Scuola superiore della magistratura. Un momento di presa di coscienza della funzione che si andrà a rivestire e di riflessione sul come si vorrà farlo.
Il lavoro del magistrato, il rifiuto di un approccio burocratico e la sfida della responsabilità
Il lavoro concreto e quotidiano del magistrato, con le sua criticità e le dinamiche relazionali negli uffici giudiziari, costituiscono ambiti centrali della riflessione sulla magistratura per comprenderne lo stato di salute rispetto alla sua funzione istituzionale di tutela della persona e di gestione dei conflitti, e ai principi costituzionali di autonomia e indipendenza che ne sono a presidio. A tali ambiti della riflessione è dedicato il presente contributo, partendo dallo sguardo della giovane magistratura.
Le questioni di genere
L’influenza della questione di genere sull’organizzazione degli uffici, sulla tutela della maternità e sulla parità di prospettive di carriera: una panoramica storica e normativa e proposte per il prossimo futuro.
Associazionismo e autogoverno. Appunti e riflessioni per una rinnovata fiducia
L’autogoverno e l’associazionismo giudiziario scontano al giorno d’oggi una forte sfiducia e una crisi di legittimazione nel corpo della magistratura, soprattutto di quella più giovane. Molteplici sono le cause del fenomeno, alcune esogene ed altre da ricercare nelle dinamiche interne alla magistratura stessa. Nelle righe a seguire proveremo a illustrare la nostra percezione del fenomeno e a individuare una possibile strada da percorrere per incidere sullo stato delle cose.