Tra i pochi effetti positivi, provocati dalla diffusione della pandemia da Covid-19, si può annoverare la spinta per il ripensamento del modello di sviluppo della nostra società nel terzo decennio di questo secolo. Un processo cognitivo che configura scenari profondamente innovativi, in cui un ruolo cruciale va certamente attribuito ai progetti e agli investimenti in ricerca, portati avanti dalle singole nazioni e collettivamente da intese sovranazionali, e alle relative ricadute in termini di sviluppo socio-economico.
In questo panorama composito spiccano per importanza e strategicità di ruolo i temi delle infrastrutture tecnologiche e quello ad esse collegato delle piattaforme tecnologiche condivise a livello di Unione Europea. Due aspetti, che costituiscono il filo conduttore di questo stimolante volume collettaneo, curato da Alberto Quadrio Curzio, Marco Fortis e Alberto Silvani nell’ambito della Collana della Fondazione Edison.
Muovendosi dalla carta d’identità dell’Unione Europea, sintetizzata nelle significative cifre di una popolazione inferiore al 10% di quella mondiale, di un 20% degli investimenti globali in ricerca e sviluppo, di un 25% della ricchezza mondiale e di un terzo delle pubblicazioni scientifiche, questa pubblicazione fornisce al lettore una qualificata rassegna di analisi, considerazioni e riflessioni di alto livello. Con il contributo di accademici, scienziati, ricercatori ed economisti viene, infatti, delineato un quadro complessivo dello stato dell’arte delle piattaforme tecnologiche europee, di quello dei progetti e dei progressi italiani ed europei registrati in questo ambito condiviso, nonché del ruolo sempre più cruciale delle tecnoscienze per le euroinfrastrutture.
Le tre parti, in cui risulta suddiviso questo libro, ricalcano il perimetro tematico appena ricordato. Nella prima parte la ricognizione condotta sulle piattaforme scientifiche spazia dal ruolo del Consiglio Europeo di Ricerca Nucleare (CERN), dalla sua attuale mission e dall’ambizioso obiettivo puntato verso le alte energie, a quello delle infrastrutture di ricerca in Europa e dei risultati finora conseguiti nei diversi settori con una condivisione dei risultati e un interscambio fecondo tra i diversi settori applicativi; da un riferimento alle ricadute concrete e al diffondersi delle cosiddette isole della conoscenza e agli strumenti innovativi negli appalti per la ricerca, alle specifiche puntualizzazioni legate al settore biomedico, snodo nevralgico più che mai in questo periodo di pandemia e a quello delle biologia molecolare; dall’illustrazione di quanto finora fatto per l’attività spaziale nell’ambito del modello dell’Agenzia Spaziale e dalla necessità di una riconsiderazione dei suoi profili di governance, alla descrizione dell’industria farmaceutica nei suoi aspetti innovativi.
Da segnalare, poi, in conclusione di questa prima parte un contributo centrato sulla crucialità dell’eurosinergia e sulla speranza di modificare una rassegna di fotografie che, sebbene scattate in momenti diversi, costituiscono una sequenza ripetitiva della divergenza esistente tra i Paesi europei dell’area centro settentrionale e gli altri dell’area mediterranea, Italia inclusa.
Passando alla seconda parte del libro, il lettore verrà piacevolmente sorpreso da altri contributi di alto livello, come quello dell’illustrazione delle specificità delle reti in fibra ottica, che costituiscono un’infrastruttura mondiale che collega realtà industriali, centri di ricerca e individui di ogni continente e in cui spazio è anche dedicato alle reti italiane e ai futuri sviluppi della tecnologia quantistica. In questo ambito pagine importanti sono spese, sia su quello che può essere considerato un pilastro fondamentale per il supercalcolo scientifico dell’intero sistema italiano di ricerca con un’attenta analisi delle strutture di ricerca disseminate sul territorio dell’Emilia Romagna; sia sull’infrastruttura di ricerca per la “high performance microelectronics”, legata allo sviluppo del mercato mondiale dei semiconduttori; sia, infine, sulla descrizione dell’Human Technopole, nato dalla riconversione dell’area originariamente dedicata all’Expo di Milano del 2015, dell’Agenzia Spaziale Europea e dell’European Institute of Tecnology con le sue 8 piattaforme dedicate ciascuna a un aspetto essenziale per lo sviluppo. La sfida dei dati e l’impatto socio - economico da un lato, il trasferimento di conoscenza favorito e coordinato dal CERN e la sua influenza positiva sulla crescita del capitale umano dall’altro, arricchiscono ulteriormente il panorama conoscitivo offerto all’attenzione del lettore.
Nella terza e ultima parte di questo libro si mostra, infine, l’interazione tra le tecnoscienze e le euroinfrastrutture, soffermandosi sul valore strategico del programma Horizon Europe, che da quest’anno sostituirà il suo precedente Horizon 2020, sull’importanza determinante degli investimenti pubblici in questo ambito e sulla necessità di un ulteriore impulso alla capacità di coordinamento dell’Unione Europea per favorire il progresso scientifico e il rilancio economico della nostra società dopo l’afflizione pandemica.
Un libro, in definitiva, importante per quanti vogliano rendersi correttamente conto delle opportunità di crescita e di sviluppo che ci possono riservare i prossimi anni in virtù della condivisione della ricerca scientifica più avanzata. Ed è, anche, una lettura da suggerire, probabilmente ancor più, agli esponenti del mondo politico, che in questi mesi si trovano a prendere decisioni strategiche nei singoli Paesi dell’Unione Europea, sulla scorta della dotazione di risorse disponibili, mettendo mano ai diversi piani di rilancio economico.