Davanti allo strapotere tecnologico ed economico, apparentemente, inarrestabile delle Big Tech, le società multinazionali, ormai da anni, reali dominatrici, sia dello scenario economico mondiale, sia della dimensione “quotidiana” di ciascuno di noi, ci si può porre una domanda cruciale: vi è ancora uno spazio di manovra per un’adeguata riappropriazione della cosiddetta sovranità tecnologica da parte dei poteri pubblici, in un’ottica di rinnovata tutela dei diritti fondamentali della persona e di reale difesa dei valori su cui si fonda una moderna democrazia?
Un interrogativo, a cui provano a fornire una risposta adeguata Stefano Mannoni, docente di Storia del Diritto e Diritto della Comunicazione all’Università di Firenze e Guido Stazi, neo Segretario Generale dell’Antitrust Italiano e, in precedenza, Segretario Generale della Consob. Gli esiti dei loro ragionamenti sono contenuti in questo libro, che costituisce una nuova tappa di un percorso intellettuale, già iniziato tre anni fa, con la pubblicazione di Is Competition a Click Away. Sfida al monopolio nell’era digitale, incentrato su alcuni aspetti inquietanti dell’innovazione tecnologica. E, ora, in Sovranità.com. Potere pubblico e privato ai tempi del cyberspazio i due AA. puntano direttamente al “bersaglio grosso” delle implicazioni socio - politiche, oltreché economiche, legate ad un’era di innovazione tecnologica dirompente e, per questo, ancor più bisognosa di regole e certezze giuridiche.
Nella prima delle quattro parti, di cui si compone l’impianto del libro, «I misfatti dell’impero digitale», il lettore potrà trovare un’ampia rassegna delle conseguenze, che il lato oscuro e meno conosciuto delle attività espletate dai proprietari/gestori delle piattaforme digitali mondiali esercita minacciosamente sul funzionamento dei mercati e sui comportamenti dei singoli individui. Monopolizzazione del mercato, condizionamento delle persone, alterazione tangibile delle regole della concorrenza, indiscusso privilegio di disporre di posizioni dominanti, sono le sue principali, inquietanti e ricorrenti declinazioni.
Nelle pagine della seconda parte, l’analisi dei due AA. si sposta sulle iniziative delle Istituzioni pubbliche in alcune realtà nazionali (Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e Italia) per riappropriarsi di spazi cruciali di potere e delle relative tutele dei diritti connessi, con una valutazione critica della loro efficacia.
Tra le iniziative ricordate in questo ambito va sottolineato, in particolare, il Rapporto Italiano dell’Indagine Conoscitiva sui Big Data, svolta dalle tre Authorities, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato e il Garante per la Protezione dei Dati Personali. Un’ indagine, che, certamente, suscita un livello di attenzione significativo, risultando svolta in un’ottica coerente con la mission di ciascuna delle tre Authorities, mettendo, così, in evidenza tre distinti aspetti: l’inesorabile emersione di posizioni dominanti; i fallimenti del mercato privo di normative e la necessità di ricorrere a un approccio ex ante per la regolamentazione dei dati; e, infine, l’esigenza di garantire trasparenza e scelte reali al consumatore, riservando una specifica attenzione alla tutela dei minori.
Passando, poi, alla terza parte del libro, lì è affrontato in modo dettagliato lo spinoso tema della monopolizzazione dei mercati della pubblicità, prendendo ad esempio paradigmatico il caso di Google e mostrando, in tutte le possibili sfaccettature interrelazionali, le due filiere dell’offerta e della domanda di questi mercati, i condizionamenti espliciti ed impliciti con evidenti benefici per questa Big Tech e, naturalmente, quale faccia opposta della medaglia, gli ingenti danni per tutti gli altri operatori.
Nella tappa finale del percorso delineato dai due AA., da un lato ci si sofferma ancora sulla situazione italiana, illustrando specificamente gli aspetti legati all’istruttoria, aperta due anni fa dall’Antitrust Italiano nei confronti di Google per abuso di posizione dominante nel mondo del display advertising. Dall’altro si ricordano le iniziative portate avanti da altri Antitrust Nazionali sulla strada di una riconquista graduale della sovranità digitale. Una strada, che - sottolinea il duo Mannoni/Stazi - passa, inevitabilmente, dal riequilibrio tra potere pubblico e potere privato. Solo in tal modo si potrà puntare ai condivisibili tre obiettivi di porre un freno all’aggravamento dell’asimmetria informativa tra consumatori e imprese, di ridare un’efficace valenza alla privacy e, infine, di tutelare adeguatamente i valori fondanti della democrazia.
Emerge proprio da questa considerazione conclusiva il senso di sfida che anima questa opera, sfida per la sopravvivenza della democrazia, che caratterizza in larga misura la nostra contemporaneità. Una sfida, probante ed appassionante, che, essendo legata all’aspetto dell’innovazione tecnologica, è, inevitabilmente, destinata a rinnovarsi nel tempo, stimolando ulteriori, appropriati momenti di riflessione nel prossimo futuro. Dunque, anche un impegno, a cui non intendono sottrarsi i due AA., come da loro stessi esplicitamente promesso nelle righe conclusive del libro.