Magistratura democratica
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L'approvazione di un codice dei crimini internazionali "dimezzato"

di Maria Crippa
dottoressa di ricerca in Scienze Giuridiche “Cesare Beccaria” presso l'Università degli Studi di Milano

Le ragioni di un (dis)atteso intervento normativo

Sommario: 1. L’attuazione “domestica” del diritto penale internazionale al vaglio del principio di complementarietà e degli obblighi di incriminazione - 2. Punire i crimini internazionali nell’ordinamento domestico: limiti delle fattispecie ordinarie e necessità di un intervento sistematico di riforma - 3. L’attribuzione della giurisdizione sui crimini internazionali, tra prerogative della giurisdizione militare ed eccezionalità dei beni giuridici tutelati - 4. Conclusioni 

 

21/03/2023
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La Corte penale internazionale spicca uno storico mandato di arresto per Vladimir Putin mentre si continua a discutere di un tribunale speciale per l’aggressione in Ucraina

È da poco ricorso un anno dall’invasione dell’Ucraina da parte della Federazione russa e si continua a discutere molto di come assicurare alla giustizia i responsabili delle gravissime violazioni del diritto internazionale commesse dalle forze armate e dall’apparato di governo russo, incluso il Presidente Vladimir Putin. In particolare, è in corso un acceso dibattito su come perseguire il crimine di aggressione, mentre finora si è sentito meno parlare dei progressi compiuti nelle indagini a livello internazionale sugli altri tre crimini internazionali che vengono altresì in rilevo in questa situazione: genocidio, crimini contro l'umanità e crimini di guerra. Un decisivo passo avanti è stato tuttavia appena compiuto dalla Corte penale internazionale (Cpi), che il 17 marzo ha emesso due mandati di arresto nei confronti del Presidente Putin e di un’alta funzionaria di Stato russa, Maria Alekseyevna Lvova-Belova. In questo breve commento, partendo da quanto già esposto in passato sulle varie opzioni per accertare le responsabilità a livello sia interno sia internazionale (si veda qui e qui), ci si propone di fare il punto sullo stato della discussione e, in particolare,  sull’avanzamento delle proposte per l’istituzione di un tribunale speciale per l’Ucraina, e di valutarne pro e contro. In conclusione, ci pare che, per rappresentare un avanzamento e non un passo indietro nella traiettoria della giustizia penale internazionale, qualunque nuova soluzione non dovrà essere ad hoc e dovrà coordinarsi con la realtà già esistente, ed in particolare con la Corte penale internazionale.

23/03/2023
Il progetto per un codice di crimini internazionali alla lente dei principi di complementarità e ne bis in idem dello Statuto della CPI

La relazione finale della Commissione istituita per l’adozione di un codice di crimini internazionali fa leva sul principio di complementarità dello Statuto di Roma per sostenere la necessaria introduzione di specifici international crimes in un apposito codice - o quantomeno nel tessuto codicistico penale già esistente. In caso contrario, infatti, determinandosi un caso di unwillingness/inability, la CPI potrebbe esercitare la propria giurisdizione complementare. Ma è veramente così? In realtà, il c.p. ed il c.p.m.g. già puniscono tali condotte, sia pur qualificandole quali ordinary crimes (comuni e militari). E tanto basta per l’esercizio della giurisdizione primaria italiana. 
L’adozione di un codice di crimini internazionali, potrebbe allora piuttosto costituire l’occasione per una rivisitazione organica della materia, che, tuttavia, dovrebbe necessariamente rispettare i principi costituzionali esistenti.

02/03/2023
Il senso della giustizia penale internazionale di fronte alla guerra in Ucraina

Sommario: 1. Una premessa – 2. L’immediata reazione del diritto internazionale – 3. Le leggi di guerra e il diritto penale – 4. Le indagini della Corte penale internazionale – 5. Istituire un Tribunale penale internazionale ad hoc? - 6. Il ruolo delle corti nazionali -7. Conclusioni

11/03/2022
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