- L'intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella
- Il discorso del Presidente della Scuola superiore della magistratura Gaetano Silvestri
I discorsi ufficiali appartengono sovente al genere che gli studiosi dell’argomentazione definiscono “epidittico“.
Si tratta cioè di discorsi che non dicono nulla di nuovo ma mirano soltanto a rinsaldare negli ascoltatori valori condivisi e convincimenti comuni. Il che avviene, di regola, nelle cerimonie ufficiali e nelle commemorazioni.
Come il lettore avrà modo di constatare, nell’inaugurare l’anno di studi 2019 della Scuola superiore della magistratura il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ed il presidente della Scuola della magistratura, Gaetano Silvestri, si sono sottratti alla tirannia dell’ufficialità.
Al contrario, ragionando da giuristi eminenti hanno colto la particolarità, le difficoltà ed i rischi del momento storico che il Paese attraversa e i riverberi di questa congiuntura sulla magistratura.
Segno che la sensibilità del giurista è prima di tutto sensibilità politica ed istituzionale che alla conoscenza dei principi e delle norme unisce la percezione precisa e fine delle dinamiche sociali e culturali in atto in un determinato contesto e in una determinata fase della vita di un Paese.
Di qui il comune avvertimento, indirizzato ai magistrati più giovani ed a quelli da tempo in servizio, a evitare timidezze e corrività allo spirito del tempo che diminuirebbero la funzione di un magistrato “soggetto solo alla legge” e a scansare tentazioni di protagonismo che possano scuotere l’immagine di sobria professionalità che deve accompagnarsi all’esercizio della giurisdizione.
Nello Rossi, direttore di Questione Giustizia