Articoli di Questione Giustizia su formazione dei magistrati
La tesi di laurea ha un ruolo fondamentale per l’acquisizione della capacità di scrivere e ragionare di diritto. Nel testo si enunciano i molti pregi di tale occasione formativa, inspiegabilmente ignorati quando si tratta di valutare obiettivamente la didattica del corso di laurea in giurisprudenza. In chiusura, si lamenta tuttavia la tendenza al disimpegno della classe docente.
I magistrati che hanno partecipato alla presente ricerca hanno assunto le funzioni a seguito del superamento del concorso di secondo grado. In questo contributo saranno trattati i temi emersi nelle interviste e nei focus group con riferimento ai percorsi, alle esperienze formative e professionali pre-concorso e post lauream, si passeranno in rassegna poi le opinioni che questi nutrono nei confronti del concorso e del recente intervento legislativo che lo ha riformato, ma anche nei confronti della formazione, iniziale e permanente, erogata dalla Scuola Superiore della Magistratura. Il contributo termina infine con alcune considerazioni sulla forma mentis del magistrato e sul ruolo della formazione, soprattutto con riferimento all’interdisciplinarità a cui essa deve ambire e alle cosiddette soft skills.
Dedicando uno specifico spazio di attenzione al tema della formazione accademica, la ricerca ha invitato i giovani magistrati a riflettere retrospettivamente sul ruolo esercitato dagli studi universitari nel percorso di formazione del loro sapere di magistrati. Le considerazioni raccolte delineano una cultura giuridica dei giovani magistrati critica nei confronti di un’educazione che veicola una concezione del diritto ideale e distante dalla realtà. Allo stesso tempo, la ricerca rileva, nella percezione dei magistrati, la mancata corrispondenza tra le conoscenze richieste dal sistema di reclutamento e le competenze necessarie all’effettivo svolgimento delle funzioni.
La presente nota ricostruisce la metodologia adottata nell’ambito della ricerca, focalizzandosi sugli strumenti della ricerca qualitativa – interviste e focus group – selezionati e utilizzati nell’indagine. La nota presenta inoltre una descrizione del campione dei magistrati partecipanti alla ricerca, focalizzandosi su alcune caratteristiche, quali la regione sede di lavoro, il genere, la funzione, il settore, l’anno di presa di servizio.
Il presente contributo pone attenzione sulla dimensione motivazionale dei giovani magistrati partecipanti alla ricerca. Prendendo avvio dalle motivazioni espresse nelle interviste e nei focus group circa l’ingresso in magistratura, vengono delineate le diverse prospettive sul tema. Successivamente, l’attenzione viene focalizzata sulle (diverse) motivazioni alla base della scelta del settore – civile o penale – o della funzione, giudicante o requirente. Vengono illustrate, in particolare, anche le motivazioni espresse dai magistrati che hanno scelto di prestare servizio nella magistratura di sorveglianza. Infine, viene messo in luce l’incontro/scontro tra le idee, le opinioni, le percezioni del ruolo del magistrato antecedenti all’ingresso in magistratura con il lavoro, reale e concreto, negli uffici giudiziari.
Come è cambiata negli ultimi decenni la cultura giuridica dei giovani magistrati italiani? Viene qui proposta una prima analisi dei risultati della ricerca che prova a utilizzare, in una prospettiva storico-sociologica, una tipologia di modelli di giudice elaborata sul finire degli anni settanta. Partendo da quest’ultima, l’Autore evidenzia persistenze e discontinuità in tre modelli di magistrato (l’integrato-tradizionalista, l’alienato-burocratizzato e il deviante-innovatore) che, in qualche misura, riescono a descrivere con un certo grado di esaustività gli elementi presenti nella cultura giuridica dei magistrati che si sono affacciati alla professione nell’ultimo decennio. Una modellistica ideal-tipica, che cerca di porre le premesse per ulteriori indagini mirate a una sua più accurata validazione statistica.
Formazione, condizioni di lavoro, problemi, criticità e aspirazioni dei magistrati entrati in magistratura dal 2013 in avanti in una ricerca commissionata da Questione giustizia all’Università di Torino
Sommario: 1. Il giudice - 2. Il pubblico ministero - 3. L’organizzazione del lavoro: carriera e carrierismo
Sommario: 1. Premessa. I problemi della giustizia e l'emergenza: una relazione occasionale. – 2. Fattore organizzativo e competenze digitali nell'esercizio della funzione giurisdizionale. Prospettive da considerare. – 3. La formazione del magistrato. Profili generali. – 4. Oltre la prospettiva strettamente contenutistica della formazione. Aspetti metodologici. – 5. (Segue): la (necessità della) maturazione di competenze "relazionali", "tecniche" e "multidisciplinari". Le indicazioni sovranazionali. – 6. Conclusioni.
Gli autori svolgono una accurata analisi dell’esperienza francese di formazione degli auditeurs de justice presso l’Ecole Nationale de la Magistrature. Un modello dal quale si possono trarre utili indicazioni per la riorganizzazione del tirocinio dei MOT affidato alla Scuola Superiore della Magistratura.
Note sparse su École Nationale e Scuola Superiore della Magistratura
L'interrogazione sull'effettività del diritto unionale come punto di partenza per uno sforzo di chiarificazione dei rapporti costituzionali e istituzionali tra UE e stati membri più consapevole e maturo
Il difficile equilibrio nella scelta dei contenuti della formazione iniziale tra approfondimento tecnico e riflessione culturale più ampia costituisce da sempre la più complessa opera di dosaggio rimessa alla formazione professionale. Opera, questa, ancor più complessa quando rivolta ai neo-magistrati. Nello scritto il racconto dell’esperienza di un componente del precedente direttivo della SSM con una riflessione sui “bisogni” della magistratura.
Quello che decidiamo di insegnare – come quello che rinunciamo ad insegnare - ai magistrati in tirocinio fornisce l’immagine – in positivo come in negativo – della nostra capacità collettiva di comprendere quali sono la nostra collocazione e il nostro ruolo tra le istituzioni e nella società.
Una riflessione che si vorrebbe costituzionale, con qualche spunto relativo al processo civile, sull’imbarbarimento del discorso pubblico sul diritto e sulla giustizia
Vede la luce, per i tipi di Cacucci, la nuova edizione di un'opera che coniuga utilità pratica a riflessioni profonde su temi e interrogativi fondamentali per ogni giurista