Credo sinceramente che si debba essere grati a Carlo Trigilia, Ordinario di Sociologia Economica all’Università di Firenze, per aver curato con competenza e passione scientifica questo ponderoso volume collettaneo di oltre 560 pagine, che contiene gli esiti di una ricerca condotta nell’ambito dei PRIN - Programmi di Ricerca Scientifica di Rilevante Interesse Nazionale. Una ricerca, legata al Progetto denominato “Modelli di Capitalismo e tipi di democrazia” e alla quale hanno collaborato diversi, qualificati ricercatori, appartenenti a quattro distinte unità universitarie, di Firenze, Bologna, Torino e Macerata.
Il libro propone un percorso intellettuale di grande fascino e ricco di suggestioni, che si snoda in modo articolato, attraverso l’esame degli andamenti delle diciotto economie più avanzate del Vecchio Continente, oltre il Canada e gli Stati Uniti d’America, avvalendosi di un’analisi diacronica di trenta anni, che spazia dalla metà degli anni ’80 del secolo scorso al 2016.
Passando, quindi, all’articolazione di questa opera, suddivisa in tre parti, si nota che, a un approccio illustrativo del tema della crescita e della disuguaglianza delle democrazie avanzate, fanno seguito nella prima parte numerosi ed interessanti contributi su altrettanti temi specifici, che contraddistinguono lo sviluppo socio-economico. Nella seconda parte, poi, ampio spazio è dedicato a un importante approfondimento storico comparatistico degli aspetti, già, illustrati nella prima, con un’accurata ricognizione sul campo, che si rivela particolarmente utile al lettore per calarsi con maggiore consapevolezza nell’ambito dell’attuale società. La terza parte, infine, accoglie una stimolante lettura in chiave socio - politica dei modelli di capitalismo, con un accurato esame degli assetti istituzionali e delle politiche adottate nei Paesi, inclusi nel perimetro della ricerca.
Per comprensibili ragioni di spazio, non essendo certamente possibile analizzare dettagliatamente ciascuno dei 14 contributi complessivamente presenti in questo libro (a loro volta preceduti da un’eccellente Introduzione del curatore Trigilia), ci si limita in questa sede a svolgere alcune considerazioni e riflessioni d’insieme.
Innanzitutto, va messo in evidenza che la ricerca nasce da una constatazione tipica, suggerita dalle caratteristiche delle economie dei Paesi più avanzati; ove, dopo gli anni ’70 del secolo scorso, al crescere della globalizzazione non è corrisposta una crescita di tipo inclusivo, per di più, evidenziandosi una marcata accentuazione delle preesistenti disuguaglianze. Una constatazione, che schiude la porta all’individuazione dei 4 principali modelli di sviluppo capitalistico, che consentono anche al lettore meno esperto di meglio orientarsi nella descrizione degli aspetti riscontrati nello sviluppo di ciascuno dei 18 Paesi (e nella loro successiva sistematizzazione) e cioè: il capitalismo a crescita non inclusivo; quello a crescita inclusiva, con le due varianti di una crescita inclusiva egualitaria e l’altro di una crescita inclusiva dualistica; e, infine il capitalismo a bassa crescita non inclusivo.
In secondo luogo, è opportuno ricordare che ciascuno di questi modelli, di cui si dà conto nel contributo iniziale del volume, viene analizzato in quelli successivi, in modo da approfondire numerosi e cruciali aspetti specifici: dalla struttura produttiva all’occupazione; dalla governance delle imprese alle relazioni industriali; dalle politiche del lavoro ai modelli di welfare adottati; dalle politiche per l’istruzione e per l’innovazione agli assetti istituzionali complessivi e alle caratteristiche peculiari dei governi e dei partiti in essi presenti.
Benché estremamente sintetica, la descrizione del perimetro contenutistico di questo libro dovrebbe, comunque, favorire l’apprezzamento del percorso intellettuale offerto al lettore. Infatti, attraverso l’approfondimento storico comparatistico della seconda parte e l’arricchimento con ulteriori riflessioni legate all’incrocio con gli aspetti socio politici della terza, ci si trova a disporre di una notevole quantità di considerazioni e riflessioni di elevato spessore qualitativo, che risultano utili per orientarsi consapevolmente nella geoeconomia e nella geopolitica del mondo contemporaneo.
Non si può, infine, trascurare di citare un secondo valido motivo, che giustifica l’attenzione per questo libro e per gli esiti della ricerca in esso contenuti. La sua pubblicazione è, infatti, avvenuta non molto tempo prima della presentazione e della successiva approvazione dei Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza dei singoli Paesi dell’Unione Europea. E’ indubbio che questi Piani, se opportunamente orientati e coordinati, possono costituire una formidabile occasione, non solo di rilancio economico, ma, anche e soprattutto, di coesione sociale, in virtù di una minore divaricazione delle forbici di diseguaglianze, finora, riscontrate e ampiamente illustrate in questa opera.
Sarebbe, probabilmente, questa la miglior risposta effettuale all’interrogativo contenuto nel sottotitolo del libro, che, quindi, si può anche proporre come valida bussola per navigare verso l’obiettivo di una “Casa Europa”, modello di un capitalismo, caratterizzato da minori divergenze nei tassi di crescita, minori diseguaglianze tra le diverse classi sociali all’interno di ciascuno degli Stati Membri e da un maggior grado di inclusione, nell’ottica di una società più aperta e accogliente.