La decisione della Turchia e della Polonia di non far parte della Convenzione di Istanbul e le conseguenze per la tutela del diritto umano fondamentale delle donne a una vita libera dalla violenza
La Turchia ha revocato la propria partecipazione alla Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne e dalla Polonia provengono spinte dirette al ritiro ufficiale dalla Convenzione. In entrambi i casi, il testo della Convenzione viene additato come esempio della “ideologia gender” che minerebbe i valori della famiglia tradizionale. L’analisi della giurisprudenza europea evidenzia, invece, che nel sistema convenzionale di tutela dei diritti fondamentali non viene propugnata una determinata idea di famiglia ma che vi è una costante attenzione alle tradizioni costituzionali degli Stati membri. Ne consegue che la revoca della partecipazione alla Convenzione di Istanbul si traduce in un ulteriore atto di limitazione di diritti fondamentali che, questa volta, colpisce il diritto delle donne a una vita libera dalla violenza.
Il 15 luglio è il giorno in cui si è realizzata la drammatica svolta che ha portato al collasso della democrazia turca. Per non dimenticare la vicenda del popolo turco e dei tanti intellettuali perseguitati in quel paese, QG sceglie di rilanciare on line l’articolo del giudice turco Orhan Karabacak Giudice in esilio: viaggio dalla giustizia alla persecuzione pubblicato nello Speciale QG/Medel n. 2/2024 Immigrazione e diritti fondamentali. Quale progetto per la prossima legislatura europea?
La recensione al volume di Paola Di Nicola Travaglini e Francesco Menditto, edito da Giuffrè (2024)
Il contributo dell’associazionismo giudiziario per la difesa e la promozione della rule of law in contesti di forte crisi costituzionale, come quello sperimentato dalla Polonia in anni recenti, nella testimonianza della vicepresidente di MEDEL (versioni italiana e inglese).
Prendendo spunto dalla Festa delle Donne Matematiche, che si celebra ogni anno il 12 maggio, analizziamo la situazione italiana della disuguaglianza di genere in ambito scolastico e accademico per la matematica.
Il pieno riconoscimento dell’uguaglianza giuridica tra uomini e donne è frutto di un percorso lungo e difficile, passato attraverso l’abbattimento di una discriminazione giuridica, quella nei confronti delle donne, di fatto durata, in tutti i settori del diritto, fino al Novecento. Il 13 maggio 1960, con la sentenza n. 33, la Corte costituzionale ha impresso un notevole impulso, rispetto a tale percorso, contribuendo così al progresso dell’uguaglianza.
L’influenza della questione di genere sulla organizzazione degli uffici, sulla tutela della maternità e sulla parità di prospettive di carriera: una panoramica storica e normativa e proposte per il prossimo futuro
Pubblichiamo, in versione italiana e nell'originale inglese a seguire, la lettera di Murat Arslan e quella di risposta della Presidente di Medel, Mariarosaria Guglielmi. Murat Arslan, Presidente di Yarsav- associazione di giudici e pubblici ministeri turchi aderente a Medel, sciolta in base alla legislazione di emergenza dopo il tentativo di colpo di stato nel luglio 2016, è detenuto dall’ottobre 2016 e, dopo un processo condotto in violazione di tutte le essenziali garanzie del giusto processo, è stato condannato a dieci anni di reclusione. Murat Arslan è stato il testimone non silenzioso della fine dello Stato di diritto in Turchia e ha pagato in prima persona il prezzo del suo impegno a favore dei diritti e di una giustizia indipendente. Nel 2017 ha ricevuto il Premio Václav Havel per il suo straordinario contributo alla difesa dei diritti umani.
Quali garanzie offre il diritto dell’Ue di fronte agli attacchi subiti dai singoli e dagli attori della giustizia?