Il prossimo Parlamento europeo si riunirà per la prima volta a Strasburgo il 2 luglio 2019 e poi a metà luglio. I primi due atti politici saranno l’elezione del suo Presidente nella prima sessione e nella seconda sessione quella del Presidente della Commissione europea, il cui nome sarà stato indicato dal Consiglio europeo dei capi di Stato e di governo del 20-21 giugno. Il Presidente a sua volta dovrà poi proporre al Parlamento europeo la composizione della sua “squadra” che entrerà in carica – se avrà avuto la fiducia dell’Assemblea – il 1° novembre 2019.
In una prospettiva federalista, il Movimento europeo ha approvato «dieci priorità per un’Europa unita, democratica e solidale, come strumento di pace in un mondo globalizzato» sottoponendole ai partiti e ai candidati in vista delle elezioni del 26 maggio con esclusione delle liste che hanno inserito nei loro programmi la via sovranista e dei movimenti neofascisti.
Contrariamente al passato, dopo le elezioni europee sembra necessaria la formazione di una alleanza di innovatori − che unisca l'internazionalismo socialista, il cosmopolitismo liberale, l'universalismo cristiano e la cultura ambientalista al di là dei gruppi politici tradizionali − pronta a battersi per un'Europa solidale fondata su una dimensione democratica che sia insieme rappresentativa, partecipativa, economica, di prossimità e paritaria.
Questa alleanza è essenziale per fondare su una maggioranza politica di progresso il programma della nuova legislatura e il rapporto di fiducia fra l’Assemblea e la nuova Commissione, ed anche per impedire la formazione di un accordo fra il Ppe e i gruppi sovranisti considerato fra le ipotesi possibili dal Ministro degli esteri italiano Moavero Milanesi in una sua recente intervista al Corriere della Sera.
La composizione politica della nuova Commissione europea dovrà, a nostro avviso, essere coerente con questa alleanza di progresso, se essa sarà maggioritaria nel Parlamento europeo e non dovrà essere il frutto di alchimie nazionali all’interno del Consiglio.
Fra i poteri del Parlamento europeo vi è quello di porre il veto su singoli commissari e l’alleanza di progresso dovrà impedire la nomina di commissari sovranisti.
Per gettare le basi di una vera democrazia europea, i deputati della alleanza di progresso dovranno affermare che, «a nome dei cittadini europei che li hanno eletti», essi intendono assumere un ruolo sostanzialmente costituente per cambiare l'Unione mutata − dopo quella di Maastricht del 1992 − con il Trattato di Lisbona, così come avvenne nella prima legislatura su ispirazione di Altiero Spinelli e del Club del Coccodrillo.
1. L'obiettivo da raggiungere nel corso della legislatura e dunque entro il 2024 è quello di una costituzione democratica europea che trasformi l'Unione in una Comunità federale chiedendo alle cittadine e ai cittadini europei di esprimere il loro consenso o il loro dissenso in un referendum pan-europeo. Per riformare l’Unione a nostro avviso deve essere escluso sia il metodo del negoziato intergovernativo di per sé paralizzante che quello della Convenzione europea al cui interno è preponderante il peso dei governi nazionali. Sarebbe invece importante prevedere delle “assise interparlamentari” come avvenne a Roma alla vigilia del Trattato di Maastricht, come luogo politico di confronto fra il Parlamento europeo e i parlamenti nazionali, aperte al dialogo con la società civile.
2. È urgente adottare politiche e misure europee per superare gli strumenti economici e finanziari introdotti nell’Ue dall’inizio della crisi come il Fiscal Compact, sradicare la povertà, ridurre le diseguaglianze fra generazioni e aree regionali con particolare riferimento alle aree interne svantaggiate per favorirne il progresso, creare un welfare europeo attraverso un piano europeo e un mercato unico europeo del lavoro nel quadro di un socialcompact. Occorre dare piena e vincolante attuazione ai principi del “pilastro sociale” adottato a Göteborg con strumenti normativi e politici e creare le condizioni di un rinnovato dialogo sociale come elemento caratterizzante della democrazia economica e come strumento per definire forme comuni di partecipazione dei lavoratori alle decisioni delle imprese.
3. L’integrazione europea deve essere fondata sui valori dello Stato di diritto. Per garantire il suo rispetto l’Unione europea deve essere dotata di strumenti giuridici efficaci che escludano il diritto di veto nel Consiglio, rafforzino i poteri della Agenzia fondamentale per i diritti umani e consentano un monitoraggio costante negli Stati membri. Per queste ragioni, intellettuali di sette Paesi europei hanno deciso di proporre una iniziativa di cittadini europei rivolta alla Commissione ed una petizione rivolta al Parlamento europeo, due iniziative su cui è stata aperta una raccolta di firme l’8 aprile 2019.
4. È necessaria e urgente una politica europea per le migrazioni al fine di garantire il diritto di asilo, l’accoglienza e il rispetto della dignità di chi fugge dai conflitti, dalle persecuzioni e dai disastri ambientali. Essa deve essere accompagnata da un sostegno europeo alle politiche di inclusione − che obblighino tutti gli Stati membri e impegnino le città e le regioni perché la solidarietà si costruisce a partire dalle comunità locali – e da una rinnovata e rafforzata politica di cooperazione allo sviluppo con il continente africano e i Paesi del Mediterraneo.
5. Occorre fare dell’Ue un modello di trasformazione ecologica rendendola progressivamente indipendente dalle energie fossili, attuare pienamente gli obiettivi delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile e gli accordi di Parigi sulla lotta al cambiamento climatico al fine di realizzare l’Agenda 2030 e orientare in questa direzione la politica industriale, tecnologica, della ricerca e della produzione agricola.
6. Deve essere garantita la sicurezza esterna con una vera e propria politica estera unica europea, che comprenda un controllo effettivo europeo nella vendita degli armamenti da parte degli Stati membri e un’azione concordata per una riduzione reciproca, equilibrata delle forze militari e degli armamenti nel mondo, e che sia fondata su una sola voce dell’Ue nelle sedi internazionali e sul voto a maggioranza nel Consiglio.
7. Sono necessarie politiche e misure europee per assicurare la sicurezza interna dei cittadini al fine di creare una dimensione europea nella lotta alla criminalità organizzata, alla corruzione e al terrorismo transnazionali, gettando le basi di un diritto penale europeo, rafforzando i poteri della Procura europea e creando un’Agenzia di intelligence comune nel pieno rispetto delle prerogative del PE e dei parlamenti nazionali.
8. È essenziale che l’UEM sia dotata di un vero e proprio governo politico ed economico e di un bilancio idoneo fondato su una capacità fiscale autonoma, superare la distinzione fra politica monetaria sovranazionale e politiche economiche e sociali largamente nazionali, rispettare il principio secondo cui l’Euro è la moneta di tutta l’Ue e creare gli strumenti politici e finanziari per assicurare une prosperità condivisa.
9. Deve essere adottato un bilancio annuale dell’Ue con proiezione quinquennale, fondato su una autonoma capacità di spesa e di prelievo fiscale utilizzando le tasse sui profitti dei monopoli digitali e sulle transazioni finanziarie senza aumentare la pressione fiscale sui cittadini. Sono necessarie nuove politiche e strumenti di indebitamento europeo per finanziare l’offerta di beni pubblici europei e investimenti di lunga durata, materiali e immateriali, di ricerca e di innovazione nell’ambito dello spazio europeo di ricerca, conversione ecologica dell’economia e sviluppo sostenibile. Nell’ambito dell’Unione fiscale occorre prevedere forme di tassazione europea degli over the top combattendo nello stesso tempo l’evasione, l’elusione fiscale e il fenomeno dei paradisi fiscali.
10. Ci vuole infine una vera cittadinanza federale come parte della democrazia parlamentare rappresentativa e partecipativa europea, dotata di un comune nucleo di diritti individuali e collettivi, rafforzata dall’adesione alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali e alla Carta Sociale di Torino riveduta.