Ho partecipato al programma di scambio di magistrati organizzato dalla Rete dei Presidenti delle Corti Supreme europee presso la Corte suprema dell’Estonia (Riigikohus), con sede in Tartu.
Riferirò qui delle principali attività effettuate e delle impressioni tratte, soffermandomi in particolare sugli aspetti che hanno rivelato differenze con il lavoro alla Corte suprema italiana.
Il programma è iniziato con una visita all'edificio della corte suprema estone: gli uffici sono ripartiti su tre piani, rispettivamente riservati alle camere di consiglio, alle stanze dei giudici, alle stanze dei legal advisors (per l’intera durata dello scambio, a me è stata temporaneamente assegnata una stanza con computer e connessione internet veloce).
Quanto alle condizioni di lavoro ed ambientali, mi ha colpito subito la dotazione nell’edificio di una palestra e di una sauna interne gratuite, nonché di una cucina autonoma con macchina elettrica per caffè ad ogni piano dell'edificio e la disponibilità di acqua liscia e gasata gratuita. Inoltre, l'edificio è del tutto silenzioso ed i corridoi sono vuoti: gli avvocati ed il pubblico non hanno accesso all’edificio; non vi sono infatti udienze pubbliche, ma solo eventuali riunioni tra i giudici. L’ambiente è davvero informale e decontracté, anche nelle camere di consiglio, ed io, che ero l’unico ad indossare la cravatta e tra i pochi ad indossare la giacca, ho apprezzato quell’atmosfera attenta alla sostanza più che alla forma.
La gestione dei fascicolo processuale è interamente computerizzata e la consultazione è del pari informatizzata ed effettuabile da remoto: l’Ufficio amministrativo che gestisce i ricorsi ricevuti provvede all’eventuali stampa dei fascicoli solo su richiesta.
La Corte è composta da 19 giudici, incluso il presidente; è coadiuvata da una decina di counsels (o legal advisors), giuristi preparatissimi (autori talvolta di importanti monografie) che si occupano dello studio delle cause, della ricerca legale e della stesura delle bozze di decisioni secondo quanto emerso nella camere di consiglio.
La Corte si occupa di ricorsi civili, penali, amministrativi, oltre che di questioni costituzionali. Risultano pendenti un centinaio di cause. La formazione giudiziaria è normalmente di 3 giudici, ma la complessità del caso può richiedere formazioni maggiori, fino alla decisione da parte della plenaria dei 19 giudici (c.d. “en banc”).
Giudici e Advisors partecipano alle camere di consiglio con i colleghi in presenza o anche a distanza, tramite il software Teams, essendo le suddette forme di partecipazione totalmente equiparate e rimesse all’esclusiva scelta dell’interessato. L'interazione con gli avvocati è limitatissima, non essendo prevista non solo l’udienza, ma neppure la facoltà per le parti di presentare memorie (e ciò anche nel caso in cui vi sia una questione di legittimità costituzionale sollevata d'ufficio da decidere).
Sul piano procedimentale, è interessante notare l’operatività di un notevole meccanismo di filtro dei ricorsi, essendo demandato al collegio medesimo in via preliminare la decisione (senza particolari formalità o motivazioni) se il ricorso sia meritevole o meno di essere considerato dalla Corte.
Dalle statistiche fornite, relative all’anno scorso, 12% di ricorsi ammessi (267 su 2143 presentati) ; Sezione Civile: 1008 ricorsi, 103 decisioni; Sezione Penale: 1058 ricorsi, 62 decisioni; Sezione Amministrativa: 630 ricorsi, 78 decisioni.
Il quadro normativo di riferimento è ordinato e semplice: l’Estonia è un paese che di recente ha riguadagnato l'indipendenza (1991) e che ha rifondato l’ordinamento dalle origini, operando un taglio netto con il passato sovietico; si è così avviato un periodo di codificazione nei vari settori del diritto, risultando raro il riferimento a norme extra codices. (Ho conosciuto durante lo scambio uno dei giudici che per anni si sono occupati della redazione dei testi normativi presso gli uffici ministeriali). La legislazione è dunque al tempo recente ed ordinata. Sul piano tecnico, si riscontra la presenza nei testi normatvi di clausole generali e norme di chiusura del sistema, che possono porre problemi di interpretazione rilevanti.
Ho partecipato nella settimana dello scambio a tutte le camere di consiglio della sezione civile e commerciale; a tal fine, ho beneficiato della traduzione in tempo reale dall’estone all’inglese effettuata da una bravissima Legal Advisor, che mi ha guidato ed accompagnato cortesemente in tutte le attività della settimana.
Il rapporto con i colleghi è stato improntato alla massima cordialità: abbiamo condiviso le giornate di lavoro, le discussioni in camera di consiglio come i pranzi, sicché posso confermare che lo scambio ha incrementato notevolmente la fiducia nei colleghi stranieri.
Nelle camere di consiglio mi è stato sempre chiesto il mio parere sulla soluzione del caso se avessi dovuto applicare il diritto nazionale italiano: ne è risultato uno scambio fecondo di idee, non essendo gli istituti e le soluzioni legali sempre comparabili.
Mi ha molto colpito nello studio delle controversie il continuo ed imprescindibile riferimento comparatistico a decisioni di altri ordinamenti nazionali; il modello di riferimento era quello tedesco per lo più, ma in genere l’attenzione era portata verso le decisioni di giudici di altri paesi che si erano occupati del problema nonché, ovviamente, verso le sentenze dei giudici di Lussemburgo e Strasburgo.
I colleghi e gli advisors estoni erano molto interessati all'ordinamento italiano, quindi mi è stato chiesto di tenere una lezione di due ore in inglese sull'attività giudiziaria della Corte suprema italiana. L’incontro è stato molto partecipato ed interessanti il dibattito che ne è conseguito.
La Corte ha, oltre che un sito Internet sul quale sono pubblicate tutte le decisioni, un proprio ufficio stampa, nonché un canale LinkedIn ed un canale Youtube.
Lo scambio si è protratto per l’ultimo giorno anche presso la Harju County Court di Tallinn, corte di merito, ove ho anche assistito ad una udienza penale in materia ambientale. Anche li ambiente molto ordinato, corridoi vuoti e silenziosi, pochi avvocati (presenti solo nelle aule e non nella cancelleria).
Interessante la procedura per diventare giudici: giudici infatti partecipano della stessa formazione con avvocati e pubblici ministeri (la cui carriera è separata poi da quella dei giudici) e solo all’esito scelgono per lo specifico esame per giudici (per partecipare al quale occorrono essere “experienced and recognised Lawyer” ovvero almeno tre anni di attività quale law clerk); gli idonei vengono proposti in una sorta di lista di attesa, e vengono assunti man mano che i posti si liberano e si scorre la graduatoria.
Quanto ai giudici della Corte suprema, la loro estrazione è di avvocati ovvero giudici o professori universitari (è anzi possibile cumulare i due incarichi e posti di giudice e professore di ruolo); essi sono nominati da Parlamento, previo parere del Presidente della Corte, su proposta da parte di un Judges’ Examination Committee.
Del tutto regolamentato e trasparente è il controllo operato sui candidati per ragioni di sicurezza. L’aspirante giudice deve superare un controllo di sicurezza prima di essere nominato giudice. Il controllo di sicurezza è svolto dal Servizio di sicurezza interna estone, che presenta un parere alla commissione d'esame del giudice se una persona che ha presentato la domanda soddisfa i requisiti per il rilascio di un permesso per l'accesso ai segreti di Stato.
Di grande interesse i casi esaminati nella settimana, relativi alla materia civile e commerciale; ne riferisco alcuni solamente, maggiormente interessanti.
Un caso nuovo a livello europeo è stato quello riguardante la domanda del padre di un minore (padre esercente la potestà sul figlio per effetto di sentenza ottenuta dopo alcuni anni dalla nascita del figlio) volta ad impugnare l’adozione del figlio fatta dalla (nuova) compagna della madre del minore; ci si è interrogati della possibilità per un minore di avere tre genitori, due biologici ed una adottivo (lì è possibile l’adozione del minore a prescindere dallo stato di abbandono).
Altro caso notevole è stato quello relativo alla impugnazione di un “succession agreement” con il quale una coppia di conviventi aveva previsto dopo diciannove anni di convivenza un lascito di beni alla morte in cambio d assistenza in caso di gravi ragioni di salute; la convivenza era però cessata dopo un anno dalla stipula dell’accordo, sicché se ne chiedeva ora l’impugnazione (come se l’accordo fosse implicitamente condizionato ad una vicenda risolutiva ovvero ad una presupposizione).
Altri casi esaminati hanno riguardato poi la possibilità di chiudere per decisione unilaterale della banca un conto corrente bancario di cliente (ove si sono posti problemi di applicazione diretta di una direttiva comunitaria solo parzialmente trasposta), la possibilità per il creditore sociale insoddisfatto di agire verso gli amministratori della società surrogandosi all’azione di responsabilità spettante alla società, la possibilità di liquidazione di quote sociali di socio espulso in relazione al valore di mercato dell’epoca, benché notevolmente diverso dal valore originario della quota.
Da ultimo, segnalo che la Corte suprema estone svolge anche funzioni di corte costituzionale, con compiti (a differenza della nostra corte Costituzionale) limitato alla verifica della legittimità costituzionale delle leggi ed anche delle decisioni del Parlamento. Non si registrano invece competenze in tema di risoluzioni di conflitti tra poteri, né competenze penali speciali della Corte verso il presidente della Repubblica o i ministri.
Da segnalare, infine, che il programma dello scambio è stato molto ricco di attività collaterali, fuori dai locali giudiziari e più assimilabili alle ordinarie attività turistiche, legate alla visita dei maggiori monumenti e luoghi della città. Questa non è stata una distrazione dall'impegno giudiziale, perché ho svolto spesso queste attività insieme agli Advisors ed ai Giudici, e questo era importante per conoscersi meglio anche nelle situazioni di vita ordinaria, valorizzando così la reciproca fiducia reciproca che è il primo pilastro di una cooperazione professionale.
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