Cronache fuori dal Consiglio
Sono molti gli interrogativi di natura procedurale ed istituzionale sollevati dalla scelta della Prima Commissione di procedere all’audizione del dott. Palamara e di optare per la sua segretezza. Di qui l’esigenza di una aperta riflessione sulla discutibile linea di condotta adottata dal Consiglio Superiore della magistratura.
Il lavoro illustra alcuni aspetti dell’attività del Consiglio giudiziario del distretto della Corte d’Appello di Milano nel quadriennio 2016-2020. La prima parte dell’articolo riguarda il Consiglio giudiziario in composizione limitata ai soli membri togati, la seconda parte il Consiglio in composizione ordinaria.
Una volta cessata l’appartenenza del magistrato all'ordine giudiziario - su cui si radica l’elettorato passivo e su cui poggia la rappresentatività stessa del componente togato - chi non appartiene più alla magistratura può continuare ad esercitare le funzioni di amministrazione della giurisdizione e quelle di giudice disciplinare? E’ una domanda alla quale occorre dare una risposta coerente ai principi ed alle regole se si vuole evitare che il Consiglio Superiore della Magistratura, già scosso dagli avvenimenti dell’ultimo anno, vada incontro a nuovi problemi e nuove tensioni.
Unicost c'è, forte del percorso dolorosissimo avviato da maggio e ancora in corso.
Con l’articolo di Simone Perelli, la Rivista ha espresso una posizione di piena apertura sul tema del “diritto di tribuna” nei Consigli giudiziari. Ma su di una questione che registra la presenza di differenti opinioni è utile e stimolante dar vita ad un confronto che fornisca ai lettori diverse chiavi di lettura. Lo facciamo oggi pubblicando il contributo che segue.
I nodi critici dell'esercizio della discrezionalità del Csm, i problemi sul tappeto e la necessità di un confronto
*Segretaria generale di Magistratura democratica
**Presidente di Magistratura democratica