Articoli di Questione Giustizia su magistratura onoraria
Da molti anni lo stato giuridico della magistratura onoraria è oggetto di modifiche e di ripensamenti. Nel frattempo la posizione critica della Commissione Europea nei confronti dell’Italia rimane immutata: con la conseguenza che, nonostante le riforme emanate, il cantiere ancora aperto espone il nostro paese al rischio dell’apertura di una procedura di infrazione.
La decisione della Corte di giustizia UE del 16 luglio 2020 ha chiarito che i magistrati onorari sono da considerarsi lavoratori, e in particolare lavoratori a termine, secondo il diritto euro-unitario; ciò ha prodotto una serie di conseguenze in tema di tutele e diritti dei giudici onorari, come dimostra una breve rassegna della interessante (quanto variegata) giurisprudenza di merito degli ultimi mesi. Il tutto nell’attesa della preannunciata nuova legge di revisione della magistratura onoraria, a pochi anni di distanza dalla “riforma organica” del 2017.
Due recenti interventi, la sentenza n. 41/2021 della Corte costituzionale, e l’audizione alla Commissione Giustizia del Senato della Ministra della Giustizia Marta Cartabia, offrono lo spunto per una ricognizione dei temi che più da vicino riguardano la stessa collocazione istituzionale della magistratura onoraria, tra le funzioni di supporto alla magistratura ordinaria, con l’inserimento nell’ufficio per il processo, come delineato dalla riforma Orlando, e l’assunzione di un ruolo autonomo nell’amministrazione diretta della giustizia. Senza dimenticare il percorso che si sta svolgendo per il riconoscimento di tutele che discendono dall’attribuzione al magistrato onorario della qualità di “lavoratore”, come desunta dal diritto eurounitario.