Osservatorio internazionale - pagina 5
L’immunità qualificata riconosciuta per l’uso di una forza eccessiva agli agenti di polizia che non avrebbero potuto essere consapevoli di violare un “precedente chiaramente stabilito” si è trasformata in uno scudo impenetrabile a protezione della polizia per effetto della minuziosissima tecnica del distinguishing che, su indicazione della Corte Suprema federale, i giudici sono tenuti ad applicare per accertare la similitudine del fatto che hanno di fronte con i casi precedenti. In assenza di seri cambiamenti legislativi e giurisprudenziali e nella formazione delle forze dell’ordine un’isolata condanna in controtendenza non basterà a promuovere una effettiva inversione di rotta.
Per comprendere il concreto impatto della deriva in corso in Turchia occorre prescindere da semplificazioni che non tengano conto delle specificità del contesto culturale e della presenza di molteplici istituzioni nazionali formalmente chiamate alla tutela dei diritti fondamentali. La drammatica situazione del paese, all’ombra delle formule standardizzate dei rapporti internazionali, è riassunta in uno sguardo complessivo alla luce di due separate esperienze, a distanza di qualche anno, di quotidiana interazione con giuristi, funzionari e semplici cittadini turchi di un consulente della UE.
La Turchia ha revocato la propria partecipazione alla Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne e dalla Polonia provengono spinte dirette al ritiro ufficiale dalla Convenzione. In entrambi i casi, il testo della Convenzione viene additato come esempio della “ideologia gender” che minerebbe i valori della famiglia tradizionale. L’analisi della giurisprudenza europea evidenzia, invece, che nel sistema convenzionale di tutela dei diritti fondamentali non viene propugnata una determinata idea di famiglia ma che vi è una costante attenzione alle tradizioni costituzionali degli Stati membri. Ne consegue che la revoca della partecipazione alla Convenzione di Istanbul si traduce in un ulteriore atto di limitazione di diritti fondamentali che, questa volta, colpisce il diritto delle donne a una vita libera dalla violenza.
Il 27 agosto 2020 Ebru Timtik è morta dopo 238 giorni di sciopero della fame.
Il 13 novembre 2020 la Fondazione Scuola Forense Alto Tirreno ha dedicato alla sua memoria e alla lezione da trarre da questa tragica vicenda un Forum: Diritto di difesa. Il caso turco: avvocati e magistrati.
Vi hanno preso parte avvocati (Cerri e Menzione), magistrati (Civinini e Patrone), professori (Greco e Dal Canto). Vi è stato spazio per il ricordo appassionato di chi aveva conosciuto questa avvocata coraggiosa, per la riflessione giuridica e quella politica. E' stato analizzato il significato dello sciopero della fame fino alla morte come strumento estremo di lotta per il diritto e la verità. Un'attenzione particolare è stata dedicata al ruolo della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo che, in quei giorni di fine estate, ha respinto la richiesta di misure urgenti per Timtik e Ünsal e, nella persona del suo Presidente, ha visitato le istituzioni turche. La riflessione sulla violazione dei precetti di base dello stato di diritto, sul processo equo, sull'esercizio libero dei diritti della difesa, sull'indipendenza e imparzialità della giurisdizione e di chi l'attua dalla Turchia si è estesa ai Paesi dell'Unione Europea per divenire un forte monito: separazione dei poteri, avvocatura libera, magistratura indipendente non sono mai acquisizioni permanenti ed è dovere dei giuristi agire ogni giorno per la loro difesa.
Yavuz Aydın, già magistrato, fondatore di Justice for Rule of Law ASBL, scrive alla Segretaria generale di Magistratura democratica, ai colleghi italiani e al grande popolo di Medel, ricordando ed onorando quanti sono morti nelle prigioni turche per testimoniare il loro desiderio di libertà e quanti lottano per giorni migliori nel loro Paese.
Le recenti vicende che hanno interessato la magistratura turca dopo il tentato colpo di Stato del 15 luglio 2016, nel racconto di un giudice che ne è stato testimone
Il secondo contributo sullo status del pubblico ministero in Polonia
Pubblichiamo oggi e domani articoli di magistrati polacchi sulla situazione della giurisdizione e sullo status del pubblico ministero nel loro Paese. In allegato un prospetto comparativo delle norme sull’assetto del pubblico ministero che si sono succedute nel tempo.
Nel Paese, collocato tra l’Unione Europea e la Russia, è in atto una profonda crisi tra la Corte Costituzionale ed il resto delle Istituzioni democratiche. E’ il frutto avvelenato della tensione tra la vocazione europeista del Paese e la coalizione di forze oligarchiche, conservatrici e filorusse, ancora estremamente vitali in Ucraina.
Mentre la Costituzione del 1978, attraverso la creazione del Consejo General del Poder Judicial, aveva proposto un approccio radicalmente nuovo all’assetto potere giudiziario, con il riconoscimento del rilievo costituzionale della giurisdizione e con il rafforzamento dell’indipendenza del giudice, le leggi del 1980, 1985 e 2013, di cui nell’articolo vengono ripercorsi i tratti essenziali, non sono state orientate ad una disciplina del Consejo rispettosa della Costituzione ma a riflettere la congiuntura politica, con effetti che si sono dimostrati catastrofici. Se, per fortuna, i giudici e i tribunali godono in Spagna di uno statuto di indipendenza sufficientemente garantito e sono molti, di certo la maggioranza, che operano di conseguenza, questo avviene, costa riconoscerlo, a dispetto del Consejo General del Poder Judicial.
La relazione sullo Stato di diritto 2020 nell’Unione europea, pubblicata dalla Commissione, fornisce preziose informazioni su sistemi giudiziari, quadro anticorruzione, pluralismo dei media, questioni istituzionali nell’UE in generale e per ciascuno Stato membro, utili per l’applicazione dello strumento di condizionalità al rispetto dei principi dello Stato di diritto per l’accesso ai fondi europei. Preoccupa, invece, la posizione del Consiglio europeo per un compromesso diretto al rinvio ed al riferimento alle identità nazionali su valori che costituiscono il patrimonio fondativo e comune di tutta l’Unione.
La tornata elettorale per la presidenza della Repubblica appena conclusa è stata l’occasione per osservare come il sistema giuridico statunitense offra – nascoste nelle pieghe interne del suo DNA costituzionale- a chi le voglia cogliere, ulteriori possibilità di scivolamenti autoritari
Il Consiglio Consultivo dei Giudici Europei - CCJE ha dedicato il suo parere annuale all’associazionismo giudiziario e al suo ruolo nell’autogoverno e nell’attuazione dello stato di diritto. Un commento di Edmondo Bruti Liberati lo illustra e lo contestualizza nelle vicende dell’associazionismo italiano. Raffaele Sabato ci ricorda il ruolo del Consiglio d’Europa e dei suoi organi nella costruzione degli standard europei in materia di giustizia
Il Consiglio Consultivo dei Giudici Europei - CCJE ha dedicato il suo parere annuale all’associazionismo giudiziario e al suo ruolo nell’autogoverno e nell’attuazione dello stato di diritto. Un commento di Edmondo Bruti Liberati lo illustra e lo contestualizza nelle vicende dell’associazionismo italiano. Raffaele Sabato ci ricorda il ruolo del Consiglio d’Europa e dei suoi organi nella costruzione degli standard europei in materia di giustizia
Scenari possibili per una transizione che si preannuncia non facile, e che potrebbe presentare esiti sorprendenti
Nella capitale dell’Ucraina è in corso un profondo processo di riforma del sistema giudiziario nel suo complesso, con il doppio fine di eradicare la corruzione sistemica e di traghettare il Paese verso strutture più moderne e di stile occidentale
Celebrati ad Atene, sotto gli auspici della Presidenza greca del CoE, i 70 anni della CEDU. Il suo ruolo e il suo significato nelle parole del Presidente Spano.
Nel marzo 2020 l’Accademia svizzera delle scienze mediche (Akademien der Wissenschaften Schweitz) e la Società svizzera di medicina intensiva hanno fornito indicazioni sul possibile razionamento dei trattamenti di medicina intensiva reso necessario dalla scarsità di risorse per massiccio afflusso di pazienti COVID-19, il cui contenuto si basa su presupposti scientifici ed etici ma tiene conto di parametri normativi costituzionali e ordinari. L’attuale aumento dei contagi potrebbe rende applicabili le indicazioni, e anche in Italia di recente vi è stata una presa di posizione deontologica.
Amy Coney Barrett in Corte: crollo di legittimazione per la Supreme Court Of The United States o un nuovo Earl Warren?
Mai come in questa tornata elettorale l’attenzione del mondo intero è puntata sulle presidenziali statunitensi
Su questione pregiudiziale sollevata dalla Corte di cassazione, la Corte di giustizia UE indica la via per la costruzione di un sistema di indennizzo statale per le vittime di reati intenzionali violenti
La decisione del tribunale arbitrale che ha riconosciuto l’immunità ai due marines non può, propriamente, considerarsi una vittoria della parte italiana e presta, inoltre, il fianco a critiche, come osservato dal giudice dissenziente.
L’annuncio di un indictment per crimini di guerra e crimini contro l’umanità nei confronti del Presidente del Kosovo, Hashim Thaçi pone termine alla carriera politica del controverso leader albanese
Limitare il discorso di odio online attraverso la definizione di regole condivise, fra difficoltà "tecniche" e necessità "filosofica" di una definizione univoca e coerente: uno sguardo alla regolamentazione europea dell'online hate speech
Il sogno dei dreamers non può essere «arbitrariamente» e «capricciosamente» cancellato: la Corte Suprema degli Stati Uniti ritrova la propria neutralità con una pronuncia incentrata sul vaglio di ragionevolezza