Articoli di Questione Giustizia su magistratura - pagina 4
La riforma della dirigenza giudiziaria operata nel 2006-2007, nel prevedere un sistema di progressione in carriera meritocratico, ha innescato una deriva carrieristica nella magistratura che, coniugandosi alla crisi dell’istituzione consiliare, ha portato ad una grave delegittimazione della categoria. Non è con il ritorno all’anzianità senza demerito che può però restituirsi credibilità alla Magistratura e al Consiglio Superiore. Occorre un’attenta revisione tanto dei criteri selettivi, basati su fasce di anzianità, su esperienze giurisdizionali effettive quanto delle procedure di conferimento, assicurando maggiore trasparenza, coerenza degli obiettivi della procedura selettiva e dipanando alcune ambiguità del Testo unico sulla dirigenza giudiziaria. Solo in questo modo è possibile assicurare che il Consiglio riesca a designare presidenti e procuratori che coniughino capacità organizzative specifiche e una robusta esperienza giurisdizionale generale e specialistica idonee ad assicurare un servizio giustizia qualitativamente e quantitativamente soddisfacente.
Le ragioni di un impegno, le idee e le proposte di chi ha scelto di candidarsi in un momento difficile per la magistratura e per il CSM
Emilio Sirianni, un giudice che da sempre vive e lavora in Calabria, confida, in una mail indirizzata ai suoi colleghi, le impressioni e le preoccupazioni suscitate in lui da una recentissima trasmissione televisiva sull’indagine denominata Rinascita Scott. Con il consenso dell’autore, Questione Giustizia pubblica questo documento che rappresenta una significativa testimonianza di rivolta morale contro l’oppressione criminale e di intatta passione per un processo giusto.
Riflessioni su due recenti messaggi di Papa Francesco ai giudici di Africa e America Latina
Il difficile equilibrio nella scelta dei contenuti della formazione iniziale tra approfondimento tecnico e riflessione culturale più ampia costituisce da sempre la più complessa opera di dosaggio rimessa alla formazione professionale. Opera, questa, ancor più complessa quando rivolta ai neo-magistrati. Nello scritto il racconto dell’esperienza di un componente del precedente direttivo della SSM con una riflessione sui “bisogni” della magistratura.
Quello che decidiamo di insegnare – come quello che rinunciamo ad insegnare - ai magistrati in tirocinio fornisce l’immagine – in positivo come in negativo – della nostra capacità collettiva di comprendere quali sono la nostra collocazione e il nostro ruolo tra le istituzioni e nella società.
Con questo complesso provvedimento denso di implicazioni sul ruolo del giudice , del processo civile, della giurisdizione e dell'interpretazione, Luciana Breggia si congeda dalla magistratura, al termine di un percorso ricchissimo di suggestioni culturali ed impegni morali.
Ve lo offriamo con l'ispirato commento di Remo Caponi che con Luciana e con noi ha condiviso e condivide tante riflessioni.
Il tema è quello della rinuncia al diritto alla protezione internazionale come conseguenza della rinuncia agli atti del giudizio, richiesta dall'autorità amministrativa per l'accesso alla procedura di emersione ex art. 103 comma 2 D.L 19.5.2020.
Chi, come noi, ha avuto la fortuna di lavorare accanto a Luciana non potrà mai dimenticare il senso profondo dei piccoli passi sempre ostinatamente rivolti a cercare e svelare la natura delle cose e delle persone, dentro il diritto che le riveste e che talvolta rischia di nasconderle.
Di questo percorso rimane una traccia indelebile nella storia della magistratura civile.
Un affettuoso saluto a Luciana in vista dei prossimi comuni appuntamenti.
Nella capitale dell’Ucraina è in corso un profondo processo di riforma del sistema giudiziario nel suo complesso, con il doppio fine di eradicare la corruzione sistemica e di traghettare il Paese verso strutture più moderne e di stile occidentale
Dopo un lungo e difficile cammino di crescita la magistratura attraversa il suo momento più difficile. Appare dilaniata da lotte per il potere, disorientata e priva di energie morali. Deve avere consapevolezza del proprio ruolo, allentare la stretta delle correnti e credere nella democrazia
La recensione a Operazione Athena di Luigi Irdi (Nutrimenti, 2020)
In una fase nervosa della vita pubblica come quella che stiamo attraversando, nella quale si tenderebbe a far coincidere l’indipendenza del giudice con il suo mutismo o peggio ancora con la sua ipocrisia, si deve invece operare perché il contributo del giudice al dibattito sia limpido, comprensibile, consapevole della realtà che va a comporre, e, semmai, chiarificatore delle fasi e dei ruoli giudiziari in corso.
Appunti per una riflessione costituzionale sul ruolo del magistrato in un universo apparentemente a-valoriale, e dunque apparentemente a-nomico
L’associazionismo giudiziario ha apportato un contributo determinante per la costituzionalizzazione della figura del giudice funzionario di origine napoleonica. Il ripristino della carriera ha innescato i processi degenerativi che sono sotto gli occhi di tutti. A un primo passo per la possibile uscita dal guado in cui si trova l’associazionismo può contribuire la rete delle riviste dei magistrati.
Unicost c'è, forte del percorso dolorosissimo avviato da maggio e ancora in corso.