Le udienze della Grande Chambre di aprile 2013.
ABSTRACT
La Corte europea dei diritti dell'uomo ha tenuto udienza nel caso Söderman c. Svezia, in un caso riguardante il tentativo di filmare, di nascosto o in modo illecito, una ragazza di 14 anni, da parte del suo patrigno.
TESTO
La Corte europea dei diritti dell'uomo ha tenuto udienza nel caso Söderman c. Svezia (ricorso n ° 5786/08).
Il caso riguarda il tentativo di filmare, di nascosto o in modo illecito, una ragazza di 14 anni, da parte del suo patrigno. Il fatto era stato denunciato dalla madre della ragazza circa due anni dopo l’accaduto e il patrigno era stato condannato per abusi sessuali in primo grado.
In appello, l’accusato era stato invece assolto, ritenendosi i fatti non rientranti nella fattispecie dell’abuso sessuale in quanto questa postula la consapevolezza della vittima, nel caso mancante (atteso che la ripresa era stata fatta a completa insaputa della vittima), e, per altro verso, non essendo stata elevata imputazione di pedopornografia.
Invocando l'articolo 8 (diritto al rispetto della vita privata) della Convenzione, la ragazza aveva quindi adito la Corte europea dei diritti dell’uomo, lamentando che la Svezia non aveva adempiuto al suo obbligo di fornire un rimedio a tutela della sua vita privata.
Il caso è stato deciso dalla Corte con sentenza di Camera del 21 giugno 2012, nella quale si è ritenuta, a maggioranza, la non-violazione dell'articolo 8 della Convenzione, rilevando in particolare l’esistenza nell’ordinamento svedese di vari strumenti –astrattamente utilizzabili- a tutela della vita privata della ricorrente (sia sotto il profilo penale, con riferimento al tentativo di pedopornografia, sia con riferimento agli strumenti civilistici disponibili relativi al risarcimento del danno).
Il Panel ha quindi accolto il referral della ricorrente, e la Grande Camera è stata investita della questione, esaminata all’udienza del 3 aprile.